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AUFIDENA

400

stesso periodo ('). Altri vasi importati sono quelli
delle colonie greche dell' Italia meridionale, special-
mente le ciotole « campane » i boccali ecc. che pos-
sono discendere fino al IV-III sec. a. C. Le oenochoe
a bocca trifogliata, di bucchero greve, se non si vo-
gliono credere di lavoro locale, per essere di pasta e
plastica migliore della ceramica indigena, confrontate
colle simili che si rinvengono nelle tombe etnische,
ci riportano parimenti ad un periodo di tempo ugnale :
VII-1V sec. (-).

Infine un altro criterio cronologico nella ceramica
indigena possiamo dedurlo dalla assenza di forme ri-
cordanti il vaso tipico di Villanova e l'ansa cornuta (3).
La sopravvivenza della forma tipica Villanoviana si
riscontra in alcuni vasi di Clima, di Capila, a Taranto,
a Novilara, a Numana ecc. ; quindi non sarebbe strano
trovarne le traccie anche nella ceramica peligno-san-
nitica; ma tra i vasi di Alfedena non ve ne hanno
solo che ne conservi il ricordo, quindi essa è poste-
riore alla ceramica italica dell' VIII-VII sec, in cui
tal forma fa ancora capolino. Ugualmente dicasi del-
l' ansa cornuta.

Tali considerazioni hanno tuttavia un valore rela-
tivo perchè non possiamo provare che nella regione
adriatica e nelle balze dell'Apenuino centrale, le civiltà
terramaricola e di Villanova abbiano spinto tanto in-
nanzi le loro influenze.

Maggior luce riceve la determinazione dell' età
della necropoli da una parte della suppellettile e spe-
cialmente dalla forma delle fibule. I tipi più comuni
abbiamo veduto esser quelli di ferro rettangolari a
bozze; una tal forma di fibule e soprattutto la ma-
teria di cui sono costruite, il ferro, ci dimostrano che
la necropoli appartiene al periodo dell' età del ferro,
non giunge peraltro al tempo in cui le fibule furono
sostituite dalle borchie (4). Infatti le fibule di tal sorte
si trovano a Suessula insieme a vasi greci del VI,
V, IV sec. a C. (5). Abbiamo veduto poi come le più
eleganti forme di fibule e specialmente le caratteri-

(i) V. p. 290 e segg.

(*) Gsell, Vulci, p. 4G0 seg.

(3) Il solo esempio citato a p. 287 ò più che dubbio.

(4) Cfr. Patroni, Bull. Paleln. Hai. XXII, 1890, p. 47; Da-
remberg-Saglio, Dici, des aut. gr.-rom., s. v. fibula, p. 1110.

(5) Roem. Mitth. 1887, p. 249 segg.

stiche staffe con risvolto a scudetto e le eliche colla
a passata » sull'ardiglione, siano proprie delle civiltà
de La Tòno ('). La presenza pure della fibula « ad
occhiale » o a doppia spirale e l'assenza di quelle
a quattro spirali sono un criterio cronologico, perchè
la prima forma è comune ai periodi più recenti delle
necropoli meridionali picene; e la sostituzione del pen-
daglio ad occhiale alla vera fibula ad occhiale, fibula
che nella nostra necropoli è rara, dimostra, col confronto
di Novilara, che la necropoli di Alfedena è contem-
poranea al periodo più recente della civiltà picena
(scavi nel fondo Servici), cioè ai secoli VI-V a. C. ('-).

Al medesimo periodo di tempo ci conduce il con-
fronto colle necropoli illiriche; il materiale più affine
a quello di Alfedena, si trova nei periodi I-II, epoca
illirica pura ed illirio-celtica (3).

E specialmente il confronto del materiale di Sues-
sula e necropoli affini ci induce a ritenere la contempo-
raneità delle tombe di Alfedena col secondo periodo
delle Suessulane, che, secondo il von Duhn, risale al
sec. VI-V a. C. (')•

Stabilita questa cronologia per ia parte più copiosa
del materiale, ci resta a fare due altre osservazioni
particolari. Innanzi tutto giova insistere sopra un con-
cetto cui abbiamo accennato in proposito dello svi-
luppo straordinario degli ornamenti che ci ha dato
motivo di credere che la civiltà barbarica indigena
abbia avuto un lento processo e una durata conside-
revole (5). Tale fatto va d' accordo coi tre secoli da noi
assegnati alla necropoli, i quali in un paese meno segre-
gato avrebbero introdotto parecchie novità nella moda
e nelle industrie artistiche. E viene confermato dalla
persistenza della rozza ceramica locale, di aspetto ar-

(') Il passaggio dalla fine del periodo di Halstatt a quello
de La Tene 6 posto circa al V sec. (Hoernes, Urg. d. Kunst,
pp. 592, 074 e segg.).

(8) Cfr. Brizio, Novilara, Mun. Lincei, V, 1895, p. 127.
l'er la cronologia degli scavi in Novilara, cfr. Hoernes, Urgesch.
d. Kunst, p. 424.

(3) Hoernes, L'époque de la Tene en Bornie. Paris 1900,
]». 24.

(4) V. anche la totale assenza della forma lunata del rasoio,
sia pur simbolico, che si vede a Suessula e a Poma, cfr. Hoer-
nes, Urg. d. Kunst, p. 005 e segg.

(5) Cfr. p. 329 seg.
 
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