Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 10.1901

DOI Artikel:
Mariani, Lucio: Aufidena: ricerche storiche ed archeologiche nel sannio settentrionale
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.9303#0210

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
407

AUFIDENA

408

una città popolosa, quale doveva essere una delle ca-
pitali dei Caraceni (').

Raccogliamo ora i dati della tradizione antica in-
torno ad Aufidena.

Il nome di questa città così si presenta sotto varie
forme; negli autori è detta Avcfiórjva da Tolomeo (-'),
Aufidena da Livio e dall' Itinerario Antoniniano (4),
Ausidena dalla Tabula Peutingeriana (5), Afldena dal
Liber Coloniarum, (n), Ausidia o Aufidia dall' Itinera-
rio Ravennate (7). Non v' ha dubbio che la forma più
corretta sia Aufidena, la quale è conforme alle regole
della fonetica italica: Aufidena è infatti una forma agget-
tivale (s), derivata da Aufidus = Ofanto, fiume princi-
pale dell'Apulia, allo sbocco del quale trovavasi appunto
un porto di nome Aufidena, Aufidenum, od Aufidum (9).

11 tema del nome è osco Aufid-, come provano i
nomi gentilizi Aufidius, Aufidienus; la gens Aufidia
era originaria dell'Italia meridionale (,0). Ma anche la
radice di questo tema è prettamente osca, come dimostra
il nome osco Aufi = Ofius (u) di Vico Equense; e la
stessa radice appare in nomi di genti, in regioni vicine
ad Alfedena, cioè Ofturies, peligno (12) ed Ofinia (,3) di
Trebula (Quadri) ; e in nomi di luoghi vestini : Au-
fiitum — Ofena, e piceni (u): Aufidia (?) — Offida.

Il nome moderno di Alfedena, in alcuni scritti dei

(') Il nome moderno di Civita, dato ad un quartiere di
Castel di Sangro che sbocca verso il Castello (cfr. Carlo
Fiocca, Aufidena, p. 7) è l'appellazione che nel M. E. si so-
leva dare ai ruderi di fortificazioni antiche; ugualmente in
Alfedena, il nome di Givitalta si riferisce ad una delle for-
tezze; Civita e detto a Nerba e in molte altre acropoli « pe-
lasgiche » il sito dei ruderi.

' (2) ni, ì, 57.

(3) X, 12.

(4) P. 101 segg., cfr. C I. L. IX, p. 203.

(5) Miller, Die Weltkarte des Gastorius, VI, 3; Dos Jar-
dins, Tal/le de Peutinger, p. 172.

(6) Blume-Sachmann-Budorff, Die Schriften der roem Feld-
messer, I, p. 259.

C) Mommsen, Ueber die unteritalien betrejf. Absehnitte
d. Ravennat. Cosmographie, 1851, p. 94. La s, come nel lire-
cedente Ausidena, sarà senza dubbio uno sbaglio di scrittura.

(8) Cfr. Alfenus, Thyrrenus, Calenus, Capena, Fidenae,
Tellenae, Caracenus, ecc. La terminazione -enus = -anus dei
latini è forse per influenza ionica.

(°) Strabo V, 283.

(10) Cfr. Zecca, Via Ulpia in Chieti, parte 2a, p. 50 segg.
(») C. 1. L. IX, 54Ki ; Zwetaieff, Sylloge Inscr. Ose. 133,
e /. It. Infer. 223.

(12) Zwetaieff, Inscr. It. Med. n. 18.

(13) Coinoay, Ital. dial. p. 204.
C I L. IX, 2824.

tempi andati detto AlfidenaQ), e nel dialetto di Castel
di Sangro corrotto in Valfedena (2), non è un riflesso
naturale della forma antica nei dialetti meridionali
dell' Italia, ove per lo più avviene 1' inverso, che il
gruppo al si vocalizza in au, p. e. caudo, auto, sauto ecc.
per caldo, allo, salto (:i). Secondo un libro recente, che
tenta dimostrare il passaggio delle lingue italiche at-
traverso al latino volgare nelle lingue neo-latine (4),
il fenomeno di Alfedena = Aufidena è spiegato come
una persistenza dell'antico au atono sabellico, che non
si è ridotto ad o passando pel latino ; « in seguito,
* au atono, essendo assolutamente anormale in latino
« italico volgare, ha seguito molto naturalmente lo
« sorti del suo prossimo parente fisiologico al ». Questa
ipotesi peraltro, per quanto attendibile, non toglie inte-
ramente i dubbi sulla metamorfosi del nome di Alfe-
dena. Non si può pensare che Alfedena sia una forma
« dotta » come aldace per audace, fenomeno alquanto
raro, avvenuto talvolta in Toscana, perchè nei dialetti
meridionali, non solo moderni, ma antichi, c'è la ten-
denza a vocalizzare il gruppo al. D'altra parte, come
vedremo in appresso, il nome si è conservato sul po-
sto : avrebbe dovuto quindi dare il riflesso romanzo
Affidena (■'), od Offidena, o Fidena. La vera ragione
del fenomeno ci sfugge, e sarebbe veramente utile ri-
cercare altri esempi di questo unicum glottologico (fi).

(') A Castel di Sangro, in casa Fiocca, esiste un fonte bat-
tesimale adoperato per vasca presso il pozzo nel cortile. E di
calcare locale, a forma di conca, con un rilievo scolpito al-
l'esterno con arte barbara, rappresentante, a quanto sembra,
il Redentore, e attorno all'orlo, l'iscrizione seguente, mista di
caratteri maiuscoli e minuscoli che riproduco alla meglio con
caratteri tipografici, notando che gli N sono unciali, attraversati
da un taglio orizzontale :

alo . bui . fficiaacraiiii . fi ì nò . ag-o
dnf . Toh(' . .faaoBl . òa . alfròea

cioè: anno domini MCGCCVIII, saacundae indictionis, ego
dominus Johannes Jacobi de Alfidena.

(2) Ciò è avvenuto senza dubbio per falsa etimologia.

(3) Mohl, Latin vulgaire, p. 162.

(4) Mohl, La chronologie du latin vulgaire, p. 283.

(5) Cfr. la forma del Liber Coloniarum.

(6) Per quanto avventata sia, espongo un' altra mia con-
gettura. Io ammetto che la vocalizzazione di al sia italica e che
il nome moderno abbia conservato nel linguaggio volgare la
forma primitiva del tema. Lo stesso Molli dice che le vicende
di au ed al negli antichi e moderni dialetti sono molto varie,
incostanti e non sempre spiegabili, p. e. l'umbro alfer man-
tiene la l, atru della tavola Bantina la perde, cfr. dies atri,
Varr. L. L. VI, 4, 49; si nasalizza in anter per alter (Mohl,
op. cit. p. 278), cuntellus per cultellus ecc. Doveva esistere
 
Annotationen