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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 11.1901

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Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi della Sardegna
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https://doi.org/10.11588/diglit.9304#0092

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MONUMENTI PRIMITIVI

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recenti, mostra che se nell'Oriente scomparve presto,
nell' isola si mantenne più a lungo ; ciò che del resto
avvenne pure in Sicilia, ove una di queste ascie era
associata con una scure ad occhio, in un ripostiglio
che l'Orsi giudicò del II periodo siculo (')•

Uno degli strumenti più comuni nei ripostigli ai
quali abbiamo accennato, è l'ascia a margini rialzati;
ve ne sono di quelle che viste di fianco sono a con-
torni ellittici molto allungati, altre invece sono ret-
tangolari e rastremate soltanto verso il filo ; guardate
di faccia poi si distinguono o per avere i margini
che verso il taglio si allargano per confondersi colla
lama, o per essere prolungati quasi sino al filo dello
strumento ; infine il taglio è per lo più rettilineo, ma
in un esemplare pubblicato dall'Angelucci è molto
sviluppato e quasi simile a quello lunato delle ascie
rinvenute nelle palafitte orientali (2).

Occorre poi considerare che tutti gli strumenti a
tagli rettilinei che io ho potuto osservare erano molto
logori; non si può escludere quindi che la lama at-
tualmente consunta, in qualche esemplare si allargasse
in origine verso il taglio, e fosse quindi di un tipo
analogo a quello citato dall'Angelucci. Tutti questi
strumenti sardi sono privi di intaccature o di fori
alla testa; e si distaccano perciò da quelli proprii
delle palafitte dell' Italia settentrionale per ricolle-
garsi, anche pel taglio rettilineo e la forma rettan-
golare, ad esemplari del Lazio del bacino del
Rodano (j), del sud-ovest della Francia (5), del Por-
togallo ((ì), della Germania (7), della Svezia (s) e del-

(') Orsi, in Bullettaio di Paletn. ital., 1900, p. 166 o seg.
tav. XII. Si potrebbe pensare che verso quest'epoca dalla Si-
cilia si introducesse in Sardegna la forma d'ascia della quale ci
occupiamo, ma tale ipotesi non avrebbe serio fondamento, man-
cando ogni prova per ritenere che i Siculi abbiano in questa
epoca così remota influito sullo sviluppo della civiltà sarda.

(2) Angelucci, Catalogo della Armeria R. di Torino,
p. 9, fig. 2.

(3) Mortillet, Mus. préhist., pi. LXVI, fig. 672.

(4I Chantre, Etudes paléoetnologiques dans le bassin du
Rhòne. Age du Bronze, I, p. 48, pi. XXXIV, fig. non numerata
del ripostiglio di Vernaison.

(5) Matériaux, 1865-66, p. 221, fig. 53; 1868, p. 526,
fig. 148, e p. 25, fig. 16; Chantre, Etudes paléoetnologiques
dans le bassin du Rhòne. Age du Bronze, pi. II, fig. 2.

(6) Cartailhac, Les dges préhistoriques de VEspagne et da
Portugal, p. 228, fig. 323.

(7) Matériaux, 1872, p. 177, fig. 7; Osbome, Das Beil,
p. 64, tav. IX, fig. 6.

(8) Matériaux, 1872, p. 177, fig. 6.

l'Inghilterra (')• Anche la varietà, di cui un esemplare
è riprodotto dalla fig. 141, non è propria della Sar-
degna; ascie simili si ritrovano infatti nell'Armorica (2),
ed è probabile che tale tipo sia pervenuto nell'isola
per la valle del Eodano e per la Corsica. È da no-
tarsi che l'ascia a margini rialzati, così comune in
tutta Europa durante il principio dell'età del bronzo
nel Mediterraneo occidentale, cade in disuso già alla
fine di essa o al principio di quella del ferro ;
nella penisola iberica ad esempio nella valle del Ro-
dano è sostituita dalle ascie tipo « Minho », o da
quelle a semplice tallone, munite talora di un un solo
occhiello. Nel continente italiano l'ascia a margini
rialzati già non era più in uso al di là dell'Appen-
nino, quando si compose il ripostiglio di S. Francesco
a Bologna, che ha restituito invece centinaia di ascie
intere o frammentate a tallone ed alette; la medesima
sostituzione di forme si nota poi al di qua dell'Ap-
pennino nel ripostiglio di Piediluco; ora fra i bronzi
di Valenza erano fibule della stessa forma di quelle
rinvenute nella fonderia Bolognese, inoltre molti altri
tipi sono comuni fra gli oggetti rinvenuti nelle varie
raccolte di bronzi ora citate, è chiaro quindi che esse
appartengono a fasi industriali parallele e che sono
perciò presso a poco coeve, onde ne segue che l'ascia
a margini rialzati in Sardegna si usava ancora quando
nelle regioni vicine bagnate dal Mediterraneo ne era
completamente scomparso l'uso (3).

A Monte Pelau, in mezzo a costruzioni nuragiche
incorporate in un recinto di ignota epoca, si ritrova-
rono oggetti pertinenti ad età assai diverse ; fra questi
si rinvenne un' ascia ad alette e tallone malamente
riprodotta dalla fototipia che ne presento (tav. XVII,
fig. 21); essa è di un tipo molto comune nella prima
età del ferro italiana (4). Un'altra, forse di Bunannaro,
si avvicina molto ad alcuni esemplari ritrovati nel-

(') Evans, Age du Bronze, p. 49, fig. 5 e 59, fig. 19.

(2) Dictionnaire archéol. de la Gaule, pi. 24, fig. 2 ; Mor-
tillet, Mus. préhist., LXVI, fig. 672 e 673.

(3) Questo fatto si nota anche altrove, nella Germania per
esempio in alcune regioni è sopravvissuto sino al periodo di
Hallstatt (Congrès internat. d'anthrop. e d'archéol. préhist.,
p. 249 e seg., e fig. a p. 250).

(4) Zannoni, La fonderia di Bologna, tav. XIV, fig. 34;
De Rossi, Intorno ad un ripostiglio ...di bronzi, nel Buonar-
roti, 1871 e 72, tav. unica, fig. 17, 18 e seg.
 
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