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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 11.1901

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Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi della Sardegna
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https://doi.org/10.11588/diglit.9304#0104

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MONUMENTI PRIMITIVI

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La riproduzione delle forme di una scimmia dimo-
stra l'azione di influenze straniere, non ritrovandosi
nella Sardegna alcuna traccia di specie antropoidi.
Rappresentazioni analoghe nell' età micenea si osserva-
rono nei bronzi del tesoro di Egina (') ; e nella spiaggia
del Tirreno a nord del Tevere, si rinvennero eseguite
in ambra fra i corredi di sepolcri del periodo d'arte
orientale (2). È notevole che tanto il citato bronzo egi-
netico, quanto le rappresentazioni alle quali abbiamo
per ultimo alluso, si riputarono eseguite sotto l'influsso
dell' arte fenicia, la quale invero assai facilmente potè
fornire anche i modelli imitati da chi fuse la na-
vicella.

Fig. 105. — Barchetta in bronzo del Museo di Cagliari
(fot. Vochieri).

Le barchette sarde sono colate in un sol pezzo e
con discreta abilità, tutte rivelano gli stessi modi
alquanto puerili di imitare la natura ed appartengono
probabilmente ad un medesimo periodo artistico, che
è poi quello cui debbono riferirsi la maggior parte
degli oggetti raccolti nei ripostigli di Abini e di Va-
lenza, nei quali se ne rinvennero degli esemplari. Nelle
vicine spiagge italiane bronzi analoghi si trovarono:
uno a Porto non lungi da Roma, ed altri a Vetulo-
nia e provengono quello probabilmente, e questi di certo
da strati del periodo d' arte orientale (3). Del resto
anche la decorazione ad uccelli acquatici, comune nelle
barchette sarde, nel continente è caratteristica di questo
periodo, cosicché è del tutto probabile che la loro
produzione si ricolleghi alla medesima fase indu-
striale in cui si fusero le fibule a sanguisuga, e quelle
serpeggianti a bastoncelli trasversali. Con ciò peraltro
non si esclude che alcune possano essere più anti-
che, nè che altre se ne possano trovare più recenti

(') Evans nel Journal of the Ilellenic Studies, 1892, p. 203
e seg. e fig. 6.

(2) Cfr. ad es. Helbig nelle Not. d. scavi, 1896, p. 16 e seg.

(3) Archaeologia, XLII, 2, p. 487, pi. XXVIII, fig. 2;
Palchi, Vetulonia e la sua necropoli antichissima, p. 143 e seg.,
tav. XI, fig. 5; Not. scavi 1900, p. 484 e seg.

periodo al quale abbiamo assegnate quelle da noi del
pubblicate.

Le forme di queste barchette si debbono eviden-
temente al capriccio degli artisti che le modellarono, e
sono troppo prive di particolari per insegnarci qualcbe
cosa sui mezzi di navigazione allora impiegati; in
quanto alle protomi d' animali, colle quali terminano
le prue, esse non hanno alcuna importanza speciale,
poiché ricordano un costume comune a molti popoli,
nè sono una particolarità delle barchette sarde (').

Più caratteristiche sono le figurine, le quali pos-
sono classificarsi in pochi tipi. Il più comune è quello
del guerriero pronto pel combattimento, il cui esem-
plare più bello si conserva oggi nel Museo Kirkeriano
in Roma (tav. XI). Le forme del capo sono eseguite
assai sommariamente e sono prive di espressione;
dietro la nuca manca ogni traccia dei capelli, che
alle tempie invece sono accennati da striature incise
sopra un rilievo rappresentante la loro massa, limi-
tato sulla fronte da una linea curva che discende
parallelamente all'arcata sopraciliare; mentre dietro
alle orecchie è limitato da una linea verticale che ter-
mina in basso all'altezza delle prime vertebre occipi-
tali. Molto rilevate sono le sopracciglia, coi peli rap-
presentati da lineette oblique incise ; queste incisioni
mancano sul labbro superiore e nel mento, e ciò indica
che il guerriero non portava barba, nè baffi ; gli occhi
sono accennati da un incavo che riproduce il contorno
interno delle palpebre ; un leggero risalto ovoidale imita
la cornea, un circoletto rilevato con un incavo nel centro
ritrae la pupilla. Il capo è coperto con un berretto dal
quale partono lateralmente due corna taurine ; la calotta
doveva essere di roba maneggevole, poiché porta mi
rilievo centrale con delle pieghe, che lo fanno assomi-
gliare ai berretti di fatica dei nostri soldati.

Il collo è ornato con un doppio collare liscio, forse
metallico nell' originale imitato; più singolare è l'abito,
costituito da un pezzo rettangolare di stoffa disposto
sul petto, con uno dei lati corti verticale e quindi av-
volto tre volte intorno al corpo girandolo dietro la

(') La protome animale è comune nelle barchette rinve-
nute nell'Etruria (cfr. ad esempio Not. scavi 1890, p. 483,
fig. 19). Riguardo alla provenienza di questi bronzi ho altrove
notato la probabile loro provenienza dalla Sardegna (Pinza, in
Bull. comm. archeol. com. di Roma, 1898, p. 283).
 
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