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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 11.1901

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Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi della Sardegna
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https://doi.org/10.11588/diglit.9304#0109

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205

della Sardegna

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è decorato con una doppia fila di perle rilevate e ter-
mina col solito ornamento, due grosse trecce di ca-
pelli discendono dalle tempia sino allo sterno; nel
mento si osservano tracce della barba. Diversamente
da ciò che si è osservata sino ad ora, sembra che vesta
una vera e propria giubba manicata, aperta sul da-
vanti ed ornata con un orlo; sopra ad essa due fascie
che discendono dalle spalle, sorreggono sul petto un
pugnaletto, e dietro la schiena lo scudo, diviso da
quattro raggi in altrettanti campi ornati con linee in-
cise. La mano sinistra impugna due arnesi simili a
quelli portati dalle figurine precedentemente descritte,
nei quali già riconoscemmo degli stocchi riprodotti
convenzionalmente ; il braccio destro è rotto, ma è evi-
dente che aveva la mano alzata col palmo in avanti,
i piedi sono nudi, le gambe invece sono difese da
uose, di un tessuto delle quali è visibile l'intrec-
cio a spina ; dal loro orlo superiore esce l'estre-
mità della legatura, o un ornamento striato a leggere
incisioni. A questo tipo si ricollegano altre due figu-
rine di Abini, una assai ossidata, munita di un copri-
capo assai grande (tav. XIII, fig. 10), l'altra ancor
più logora e guasta (tav. XIII, fig. 2).

La stretta affinità dei due tipi, il guerriero cioè
combattente e quello colla destra alzata in segno di
saluto o di preghiera, è resa evidente dalla perfetta
loro somiglianza, qualora si eccettuino non tanto la
posizione rispettiva dei vari membri del corpo che
presso a poco è identica, quanto le diversità nel modo
di portare le armi, nel gesto, ed infine anche nell'ac-
conciatura dei capelli; le lunghe treccie non ritrovan-
dosi infatti nelle figurine di guerrieri combattenti,
ad eccezione di quelle stranissime a quattro braccia
e quattro occhi, le quali formano una varietà ben di-
stinta; non vi ha ragione quindi per dubitare che
tutte le figurine sino ad ora descritte si debbano ad
un solo indirizzo artistico e forse ad un medesimo pe-
riodo di civiltà.

Di un tipo che molto si avvicina a quello ante-
cedente sono gli arcieri intenti a scoccare una freccia.
Il loro copricapo è identico a quello osservato nelle
figurine di Uta e del Museo Kirkeriano ; alle quali si
riannodano pure per l'identico trattamento dei ca-
pelli e delle sopracciglia, per la mancanza di ogni
traccia di baffi o barba e per la forma degli indu-
menti che indossano.

Un arciere (tav. XIII, fig. 1) porta dietro le spalle,
appesa ad una bandoliera, una faretra carica di frecce
disposte colle punte in basso, la sua destra sostiene
l'arco, e colla sinistra tende la corda, sorreggendo in
pari tempo il calamo dello strale, che all'altra estre-
mità tocca l'arco proprio al disopra della mano che

10 impugna. Il braccio destro è ornato con un largo
braccialetto simile a quello del guerriero del Kirke-
riano, destinato senza dubbio a proteggere il braccio
dall' urto della corda. L'arciere del ripostiglio di
Abini (tav. XIV, fig. 4) stringe invece l'arco con
la sinistra, e ne tende la corda colla destra; pres-
sioni e colpi ricevuti forse mentre si deponeva nella
fossa, ruppero in alto l'arco e piegarono il braccio sini-
stro colla parte anteriore della freccia, onde oggi in
questa parte è sfigurato. Indossa pur esso, come l'esem-
plare del Kirkeriano, un doppio collare liscio e degli
schinieri ellittici orlati, se ne distingue invece per

11 pettorale rettangolare a lati ricurvi. Al dorso porta
appesa una faretra, alla quale è fissata un' asta abba-
stanza lunga, terminata in una superficie striata nella
quale il Pais vide un ramo di palma ; per me invece
è evidente che vuole raffigurare un giavellotto, nè
deve meravigliare al sua grandezza, giacché ne' bas-
sorilievi assiri ed in altri monumenti dell' antichità
si notano giavellotti muniti di cresta in proporzione
assai più lunghi di questo (').

Come fra gli armati di spada, così anche in questi
provvisti d'arco, ai combattenti si contrappongono
altri che pel momento non si servono delle loro armi
e le tengono in attitudine di riposo ; hanno sempre un
braccio piegato ed alquanto rialzato in alto, colla
palma della mano distesa in avanti.

Una (tav. XIII, fig. 9) proveniente dal ripostiglio
di Abini, se si eccettua il gesto ed il porto d'armi
diverso, tenendo 1' arco colla mano destra ed appog-
giandolo alla spalla, non si distingue dal descritto
arciere che scocca la freccia (cfr. tav. XIV, fig. 4) ;
ci spiega inoltre la natura di quell'appendice che appa-
risce al disotto del pettorale, poiché in questo bronzo
è evidentemente riprodotta con un rilievo analogo
l'estremità della guaina di un pugnale portato a
bandoliera. Al disopra della clamide indossa una

(l) Pais, Bull. ardi, sardo, p. 151; Perrot et Chipiez,
Hist de Vari, II, p. 46, fig. 5.
 
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