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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Editor]
Monumenti antichi — 11.1901

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Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi della Sardegna
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https://doi.org/10.11588/diglit.9304#0123
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233

DELLA SARDEGNA

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ma ciò non si opporrebbe alla proposta derivazione
di tali forme vascolari, poiché nel ripostiglio della
seconda città d'Hissarlik si rinvennero dei vasi a
campana in lamina d'argento simili ad alcuni dei vasi
sardi, dai quali si discostano soltanto per la maggiore
brevità del collo e l'assenza di manichi ('); da esemplari
metallici introdotti dall'Oriente possono anche derivare
le anse tubulari non rare nel vasellame mediterraneo
dell' alba dei metalli e comuni pure in Sardegna (2).
Peraltro considerando i caratteri generali della ce-
ramica eneolitica che più di frequente imita il vasel-
lame in intreccio di corda o vimini, non si potrebbe
escludere per le forme alle quali si allude quest'ul-
tima origine, ed invero un bicchiere a campana di
Ciempozuelos, in Spagna, si ritrovò in sepolture che
ne hanno restituiti altri simili per la forma, ma prov-
visti di una decorazione incisa, la quale evidente-
mente ricorda i summentovati intrecci in giunchi o
cordami (3).

Occorre però notare che in Sardegna mancano le
forme intermedie tra il bicchiere a campana e questa
famiglia di vasi a corpo sferico od ovoidale e collo
cilindrico e svasato, per cui gli esposti raffronti pos-
sono essere in parte almeno casuali, e questa famiglia
di vasi potrebbe piuttosto raffrontarsi agli analoghi
vasi a fiasco o alle anforette rinvenute in fondi di ca-
panne del Reggiano o nella Spagna, che si distin-
guono soltanto per le proporzioni od il numero e la
posizione delle anse; anche in questo caso però i pro-
totipi dai quali deriverebbero questi prodotti appar-
terrebbero alle ultime età della pietra.

I vasi riprodotti dalla fig. 119 e nella tav. XVIII,
tìg. 12, trovano riscontro in un esemplare di Monte

(') Schliemann, Ilios, p. 588, fig. 844; p. 594, fig. 857;
p. 611, fig. 884.

(2) Un esemplare dei prototipi metallici orientali di questo
tipo è stato restituito dal ripostiglio della seconda città di
Hissarlik: Schliemann, Ilios, p. 590, fig. 847 ed 848.

(3) Bull, de la Recti Acad. de la //istoria, 1894, tavv. 6,
8 e 9. Anche in Sardegna del resto si notano altri vasi la cui
forma deriva evidentemente da esemplari in intreccio: uno di
incerta località conservato nel Museo di Cagliari sembra una
copia di un tipo che in Spagna si ritrova eseguito in vegetali
intrecciati nella grotta di Murcelagos. De Gongora y Martinez,
Antiguedades prehistóricas de Andalucia, p. 35, fig. 20 e pi. I,
fig. 5 ; Siret, Rev. des quest- scientif. 1893, p. 549. Esemplari
di questo tipo provengono anche da Mondsheim, Matèriaux,
1869, p. 127 e seg., pi. VII, fig. 9 ed 11.

Tabuto in Sicilia ('), e dell' isola di Riigen (2) ; a
Thapsos invece se ne rinvenne uno (3) provvisto di un
solo manico analogo alla fig. Ili, al quale vaso
sardo si avvicina pure un bocale del Plemmirio (4).
Assai strana è la forma del vaso riprodotto dalla
(fig. 130), che si raffronta a recipienti usciti da se-
polture megalitiche dell'età del bronzo del Finistère
e del Morbihan (5); il tipo del vaso dato dalla
fig. 124, si ritrova negli strati premicenei di Cipro,
e con leggera modificazione dell'ansa ad El Argar in
Spagna (r>); la forma delle anforette riprodotte dalle
tìg. 113 e 123 ma coll'aggiunta di tre piedi si ritrova
nel vasellame uscito dalle sepolture cipriote dell'alba
dei metalli (") ; e nei coevi strati d'Hissarlik. Dei reci-
pienti molto simili a quelli riprodotti dalle figg. 114,
e 125 e tav. XVIII, figg. 4 e 6 si ritrovano in dolmen
del Morbihan (8) ed in Sicilia al Cozzo Pantano (9),
e perdurano negli strati italiani dell' età del ferro.
Infine i riscontri coi medesimi strati mediterranei sono
già stati notati per i vasi di forme simili ad altri di
Serbariu, Tamara e S'Orreri.

I raffronti sino ad ora addotti hanno una grande
importanza nelle questioni che riguardano l'origine
delle forme riprodotte da questa classe di ceramiche
sarde, poiché dimostrano direttamente od indiretta-
mente la origine premicenea od eneolitica dei proto-
tipi, dai quali derivano la maggior parte dei vasi sino
ad ora studiati. Cronologicamente tali confronti val-
gono a dimostrare che la manifattura di questi pro-
dotti non può essere anteriore all' alba dei metalli ;
ma non giovano punto ad indicarci con esattezza 1' e-

(') Orsi, Bull, di Paletti, ital, 1898, p. 182, fig. 6.

(*) Verhandlungen, 1896, p. 359, fig. 12. Cfr. anche p. 352,
fig. 3; p. 357, fig. 4; p. 359, fig. 10; esemplari muniti però
di quattro anse; anche a Cipro si ritrova un esemplare simile,
Verhandlungen, 1899, p. 52, fig. V, 4 e p. 63, fig. XII, 1.

(3) Mon. Lincei, VI, p. 56, fig. 52; p. 28, fig. 13.

(<) Orsi, Bull, di Paletn. ital, 1891, p. 132, tav. XI, fig. 21.

(•">) V/Iomme, 1885, p. 605, fig. 127; Matèriaux, 1882-83,
p. 84, fig. 48. Cfr. Du Chatellier, Exploration de quelques se-
pultures de Vépoque du bronze dans le Finistère nelle Mém.
de la Soc. d'émulat. des Cótes du Nord, 1883, pi. II, fig. 23,
esemplare identico a quello sardo. Cfr. anche op. cit, pi. II,
fig. 18 (tumulo di Castelouroc).

(6) Siret, Les premiers dges du metal dans le Sud-Est de
VEspagne, pi. XLVII.

P) Verhandlungen, 1899, p. 46, fig. II, 4.

(*) Du Chatellier, La poterie aux époques préhistorique
et Gauloise, pi. VII, fig. 11.

(9) Orsi, Mon. Lincei, II, p. 22, tav. XXII, fig. 7.
 
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