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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 11.1901

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De Sanctis, Gaetano: Esplorazione archeologica delle provincie occidentali di Creta: topografia e monumenti
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https://doi.org/10.11588/diglit.9304#0161
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309

DELLE PROVINCIE OCCIDENTALI DI CRETA

310

plicemente posato sulla spalla sinistra, di guisa che lo
spallaccio destro colla testa leonina ed il Gorgoneion
mediano rimangono scoperti come nel torso sopra citato
di Atene; inoltre sotto i piedi di ciascuna Vittoria è
prostrato un barbaro con berretto frigio e brache, il
che ha la più vicina analogia nella statua di Hiera-
pytna, non solo nelle due figure di prigionieri ivi
scolpite sulle piastrine prossime alla testa di Am-
inone, ma più ancora nella figura accessoria di bar-
baro che viene calpestato dall' imperatore. Mancando
alla statua di Gortyna la metà della gamba destra,
non si può sapere se essa, e così anche se la statua
di Olimpia e i due torsi ricordati, avessero accanto
una figurina simile.

La personificazione di un popolo vinto per mezzo
di una figura posta accanto o sotto i piedi di un im-
peratore è comune nelle monete, specialmente d'epoca
tarda, ma molto rara nelle opere statuarie, dove, se
è il caso, un' allusione di questo genere è limitata di
solito ai rilievi della corazza

È un caso abbastanza strano che tutte le opere
sì fatte, che finora abbiamo, siansi rinvenute fuori di
Italia, nel mondo ellenico, e che anzi dei quattro
esempì finora conosciuti uno solo sia stato fornito da
Olimpia (2), gli altri tutti da Creta, quali sono le
due statue contemporanee di Hierapytna e di Kissamo
ed il frammento un po' più antico col piccolo Attis
legato, trovato a Gortyna e già pubblicato da me (3).

E fa un po' specie il vedere rappresentanze di tal
sorta particolarmente connesse con statue di Adriano,
che fu uno degli imperatori meno bellicosi, sebbene
anche al suo regno non siano mancate le inquietudini
di alcune guerre, condotte peraltro quasi esclusiva-
mente da luogotenenti. A quali dei popoli vinti al-

(!) Cfr. p. cs. la corazza dell'Augusto di Primaporta, e gli
esemplari presso Wroth, op. cit. VII, p. 133. La rappresentanza
così drastica del prigioniero calpestato come nella statua di
Gortyna (e di Hieraptyna) non pare anteriore all'epoca adrianea.
Nelle nostre statue il concetto della vittoria è accentuato anche
dalle armi espresse a guisa di trofei nelle pteryges.

(2) La statua di Domiziano (?) citata sopra col. 306 nota 1.
Non è chiara la relazione, che può avere con queste rappre-
sentanze la statua muliebre (Roma?) fra due barbari, pro-
veniente da Mentì, ed. Eeinach, Répertoire, II, p. 272, 7. Un
rilievo di Kula, Asia Minore, esibisce un imperatore a ca-
vallo ed accanto la personificazione della Germania devicta:
Mommsen, Ath. Mitth., XIII, 1888, p. 18.

(3) Róm. Mitth. d. Inst., V, 1890, p. 143.

ludano le piccole figure, che in uno dei casi è un
ragazzo, nell' altro una fanciulla, non è facile pre-
cisare per mancanza di caratteristiche decisive (') ;
delle tre guerre combattute sotto Adriano, contro i
Sarmati, i Mauri e gli Ebrei, la guerra contro questi
ultimi fu la più seria e strepitosa ; onde, senza voler
escludere le altre possibilità, è ovvio supporre che o
nell' esemplare di Hierapytna od in quello di Kissamo
si abbia una personificazione della Judaea eapta, o
che magari ambedue alludano alla medesima (2).

Comunque sia, noi possiamo riguardare queste
statue come un' espressione alta e concreta della forza
romana, che, ritemprata nel connubio colla greca ci-
viltà, trionfa del mondo barbarico e lo domina.

Come fu già notato da altri per gli esemplari prece-
dentemente conosciuti (3), la stretta affinità, che col-
lega tutte queste statue fra loro anche nell' esecuzione
(che in genere è più da artigiani che da artisti) fa
credere che tutte, o quasi, provengono da una mede-
sima officina ateniese, pronta a soddisfare le numerose
richieste delle città adulataci, in seguito al grido che
si era acquistato tra i Greci il filelleno imperatore. Se
in questa gara non mancarono i Cretesi, ciò si può
spiegare anche coi benefici ricevuti e forse anche col-
l'onore di una visita. In Creta, oltre le tre statue
surriferite, abbiamo anche la memoria di una quarta (4).
Così si vede come l'isola in ciò non fu da meno del-
l' altra regione, colla quale essa costituiva allora una
sola provincia, cioè della Cirenaica (5), che ci ha
dato, come abbiamo visto, il torso di una statua
simile dello stesso imperatore.

(') Nel tronco accanto alla gamba d. della statua di Hie-
rapytna è il rilievo di un'arco, di una faretra e di un grappolo;
non so se questi simboli possono convenire alla Cirenaica, cui
qualcuno ha pensato. Le monete non favoriscono l'ipotesi.

(2) Nelle monete, come è noto, la Judaea capta è indicata
ora da una figura muliebre sola, ora da una muliebre con un'altra
maschile. I due barbari delle pteryges nella corazza dell'Adriano
di Hierapytna sono di sesso diverso

(3J Cfr. Treu, 1. e, p. 271. Ad Atene accenna il frammento
ivi trovato ed il marmo pentelico delle repliche di Olimpia
e delle due qui pubblicate ; delle altre non è indicato il marmo.

(4) Cfr. J. Durr, Abhandl. d. Seminari in Wien, 1881,
p. 49. La colonna miliaria pubblicata in questo volume dal De
Sanctis p. 497 ci attesta un lavoro a lui dovuto nella via sacra
al Diktynnaeon. L'iscrizione onoraria di Polyrhenion ad Adriano
(Thenon, Revue arch., n. s., XV, p. 420 = G. I. L. III, 2, Add.
p. 967) è erroneamente riferita dal Durr ad una strada. La
quarta statua, in Lyttos, C. I. G. II, 2579.

(5) Cfr. Marquardt, Rom. Staatsverwaltung2, I, p. 461.
 
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