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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 11.1901

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De Sanctis, Gaetano: Esplorazione archeologica delle provincie occidentali di Creta: topografia e monumenti
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https://doi.org/10.11588/diglit.9304#0189

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365

DELLE PROVINCIE OCCIDENTALI DI CRETA

366

Questo trono appartiene senza dubbio alla necro-
poli ; si trova bensì nel limite di questa, cioè sulla
linea che la divide dalle latomie e dalla scogliera,
ma esso guarda verso il centro del sepolcreto e le
tombe arrivano fino a' suoi piedi. Pertanto così per il
posto dove si trova, come anche per le sue dimensioni
è da escludere l'ipotesi di una destinazione ad un
uso reale. L'idea dello Spratt, che a torto si fa un
po' berle del Pashley e dice doversi riconoscere in
questo trono una specie di bema per arringare il po-
polo, è appena degna di essere ricordata.

Il suo significato ci viene rivelato ancor meglio
dal simbolo che sta scolpito in esso e che non fu
veduto nè dall' uno, nè dall' altro dei summentovati
viaggiatori. La superficie interna della spalliera forma
in basso, all' altezza di 32 cm., una specie di pog-
ginolo aggettante per circa 13 cm., rispetto alla
parte superiore della spalliera stessa. Sopra questo
(fig. 61) sorge nel mezzo una colonnina o un pila-
stro stante sopra un piccolo piedistallo quadrilatero.
Questo è alto m. 0,15, largo m. 0,20; la colonna
è alta m. 0,47 ed è larga nell' imoscapo m. 0,12,
nel sommoscapo m. 0,09. La colonna è espressa
in bassissimo rilievo, è piatta ed è molto consu-
mata in qualche punto, specialmente nella sommità,
dov' è un' oblunga corrosione trasversale. Quivi, più
in alto, si vede incavato obliquamente, come un
piano inclinato in avanti, uno spazio che ricorda presso
a poco i contorni di un frontone non del tutto regolare.

È chiaro che la colonna non può intendersi qui
altrimenti che come simbolo d'una qualche divinità.
Stele, pilastri e colonne con tale significato simbo-
lico non erano rare, com' è noto, ancora nei tempi
storici ; e nei tempi antichissimi appaiono quali sim-
boli ordinari di culto, come p. es. nelle incisioni di
un anello d'oro di Creta stessa, e in un intaglio
di Micene ('). La stessa colonna della Porta dei leoni
e quella analoga in mezzo a due Grifoni rampanti in
una pietra incisa di Micene (2) devono intendersi,
credo, nello stesso senso.

Anche nel mezzo di certi apparecchi ad uso di
culto che si trovano disegnati sopra anelli d'oro di

(') Furtwàngler, antike Gemmen, III p. 46 sg., cf. fig 24.
(2) Tsountas-Manat, Mycenean Age, p. 254, fig. 131;
Perrot-Chipiez, hist. de Vart. VI, p. 801, fig. 374.

Monumenti antichi — Vol. XI.

età micenea, come nei nn. 1, 3, 9 della pubblicazione
fattane da H. von Pritze ('), si vede nel mezzo una
colonna, che non ha certamente una funzione statica ; e
ben tre colonne simili appaiono nelle note lamelle d'oro
che si credono raffigurare il tempio di Astarte (2).

Come per esse non si può pensare ad una fun-
zione statica, così anche difficilmente può credersi con
alcuni (3) essere le medesime semplici elementi de-
corativi; il loro carattere sacro mi pare abbastanza
indicato anche da quell' arnese bicorne di culto che
si vede appiè di esse, tanto nel citato anello n. 9,
quanto nelle lamelle auree (4). I summentovati appa-
recchi di culto espressi negli anelli sono variamente
interpretati o come altari o come tempietti od anche
come troni; se quest'ultima interpretazione, che è
stata proposta dal Eeichel almeno pel n. 3, fosse
giusta, noi avremmo in questo la più stretta analogia
col trono di Phalasarna (5); ma ed essa e tutta la
teoria, ch'egli vi ha fondato sopra intorno al culto dei
troni, è molto contrastata (6).

Pertanto il nostro resta finora il primo esempio
sicuro della unione del trono e della colonna simbo-
lica. Certo qualche cosa di simile si aveva nel trono
di Apollo in Amicle coli' idolo movi eìxacffievov, come
ci dice Pausania ; ma esso ci dimostra non solo la con-
tinuazione bensì anche la evoluzione dello stesso con-
cetto e costume secondo lo spirito di un' epoca più
recente: la colonna non ha più la sua semplice forma
geometrica, ma si anima mediante l'aggiunta di una
testa e delle mani con attributi. Più strettamente
affine era il trono col simulacro della Madre degli
dei sul pendio dell'Acrocorinto, se giustameute in-

0) Strena Helbigiana, p. 73 : die « mykenischen » Gol-
dringe und ihre Bedeutung fùr das Sacralwesen.

(2) Tsountas-Manat, op. cit., p. 102, fig. 40; meglio Eeichel,
vorhell. Gòtterculte, p. 9, fig. 4.

(3) P. es. von Fritze, 1. c. p. 77.

(4) Che il detto arnese sia d'uso sacro mi pare abbastanza
dimostrato da Eeichel, op. cit., p. 10.

(5) Anche nell'anello di Berlino, ed. Eeichel, p. 61, fig. 27
(= v. Fritze n. 9), M. Mayer, citato da Eeichel, p. 8, vuole ri-
conoscere un trono, ciò che potrebbe essere se si intendesse
come spalliera tutto il quadrilatero che porta iscritta la co-
lonna, e non già le punte che sporgono nell'alto; e in questo
caso si avrebbe molta analogia col nostro esempio.

(6) Hub. Schmidt, Beri. phil. Wochenschrift. 1898, p. 942;
Furtwàngler, Gemmen, p. 44 sgg.; v. Fritze, 1. e, sono contrari;
Hoernes, Urgeschichte d. Kunst. p. 689, e 0. Eern, zum griech.
Kultus in Strena Helbigiana, p. 56 sono in massima favorevoli.

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