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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 11.1901

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De Sanctis, Gaetano: Esplorazione archeologica delle provincie occidentali di Creta: topografia e monumenti
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https://doi.org/10.11588/diglit.9304#0190

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367

ESPLORAZIONE

ARCHEOLOGICA

368

tendo le parole del breve cenno di Pansania (II, 4, 7)
/urjTQÒg &£(òv vaóg san xaì ffTrjXrj xaì &QÓvog, Xi&av
xaì aìxrj xaì ó dqóvog, donde arbitrariamente ed a
torto, secondo me, si è voluto espungere il xaì axrjhj
che non è stato capito, ma che è chiarissimo; vo-
lendo Pausania dire che avirj, cioè la dea — che in
questo caso era rappresentata da una colonna — era di

Senza entrare nella questione del culto dei troni
vuoti, basterà ricordare che certamente l'uso di pre-
parare per una divinità un trono, nel quale, come si
credeva, quella, invisibile, venisse a sedersi, era molto
diffuso nell' antichità, di guisa che ancora oggi si veg-
gono troni cavati nella roccia in parecchie parti della
Grecia e dell'Asia ('); per alcuni di essi la loro re-

pietra, come di pietra era il trono, vale a dire anche
lì esisteva alla maniera arcaica un trono con una co-
lonna sopra ('). Da questi esempì il nostro differisce
per ciò che la colonna è soltanto in rilievo, il che
lo colloca nella classe dei troni vuoti od al più in
un posto intermedio tra questi ed i troni occupati
da un idolo a forma di colonna (2).

(') Il xaì atrjXì] è la prima volta fra parentesi quadre nel-
l'edizione Teubneriana di Schubart, imitato anche da Hitzig
nella sua edizione di Lipsia 1899, II, p. 393. Colla colonna
simbolo della MijrrjQ &eùv si può paragonare anche la celebre
pietra di Pessinunte.

(2) Durante la stampa di queste pagine è venuta in mie
mani la recentissima pubblicazione di A. J. Evans : Mycenean
tree and pillar cult and its Mediterranean relations (estratto
dal Journal ofllell. Studies), la quale è una lunga trattazione
del culto aniconico della divinità nell'epoca micenea illustrato
anche con nuove scoperte cretesi. Essa giunge opportuna a
confermare quanto io indipendentemente da lui e con più limi-

lazione colla divinità è assicurata dalle iscrizioni che
vi stanno incise (2). Per uno stesso ordine d'idee ac-
cade che tra i doni votivi registrati negl' inventari dei
templi noi ritroviamo non di rado questo genere di

tati mezzi di confronto ho esposto qui sopra circa il signifi-
cato simbolico della colonna tanto in monumenti meno antichi
quanto negli esempi micenei da me citati, fra cui le lamelle
col così detto tempio di Astarte, cui anch'egli dimostra essere
immagini di edicola con colonne sacre. Le interpretazioni di
Reichel sono anche da lui giustamente rigettate. Il carattere sacro
poi dell'arnese bicorne, accennato da me a p. 366, nota 4, e rico-
nosciuto già dal Eeichel stesso, è messo in maggiore evidenza
e illustrato dall'Evans nel § 15: The florns of Consecration.

(1) Cfr. Furtwiingler,, Meisterwerke, p. 188 sg. [Master-
pieces, p. 429); Eeichel, op. cit. p. 29 sgg. e p. 21, dove è ci-
tato anche il trono di Phalasarna; idem, ein angeblicher Thron
des Xerses in Festschrift fùr Benndorf, p. 62.

(2) Doppio trono di Zeus e di Hekate a Chalke presso
Eodi : Hiller v. Giirtringen, Arch. epigr. Mittheil, Oesterr., XVII,
p. 3 (Eeichel, p. 30); altro di Demeter e Kora in Thera, idem,
Thera, I, p. 200, etc.
 
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