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DELLE PROVINCIE OCCIDENTALI DI CRETA
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balsaniario fusiforme, k, alto m. 0,175, di terra rozza
gialliccia, non verniciato, rotto nel beccuccio. Ai piedi
doveva servire come cosmetico ('). Dentro a questo
era anche la piccola lucerna piatta e verniciata, g,
lungh. m. 0,10, alta m. 0,023. Vicino al pentolino
un'altra lekythos un po'più piccola della soprade-
scritta, in terra rossastra, grezza, che fu raccolta in fran •
turni. Oltre a ciò un ago di bronzo munito della sua
cruna e privo della punta, l, la cui lunghezza è
ora di 55 mm. e lo spessore massimo di 2 ; è rotto in
quattro pezzi, che, prima invisibili, furono trovati verso
il mezzo durante il frugamento della ghiaia, di guisa
che è supponibile che fosse deposto accanto ad una delle
mani. Sì fatto istrumento, corno pure le figure che ador-
nano i vasi, occupate con arnesi donneschi, provano che
Fig. 69.
Fig. 70.
era il pentolino, i, parimenti grezzo, alquanto consu-
lenti
ferji«
era '
Fig. 69«.
mato alla bocca, il cui diam. è m. 0,08, alto m. 0,10,
e pieno di una sostanza biancastra che probabilmente
Monumenti antichi — Vol. XI.
la persona ivi seppellita era una donna; ciò va d'ac-
cordo anche colla struttura piuttosto delicata dello
scheletro. È notevole che gli oggetti di qualche pregio
erano collocati presso la testa, i più ordinari vicino
ai piedi. La tecnica dei vasi è perfettamente quella
della ceramica attica a figure rosse della decadenza, ciò
che ci permette di stabilire la data della tomba verso
la fine del V o al principio del IV sec. a. C.
Con questo travamento concorda un gruppo di
altri oggetti acquistati da noi a Neochoriò presso un
contadino, che dichiarò averli trovati in una tomba di
Phalasarna. Essi furono trasportati insieme coi predetti
nel nuovo Museo della Canea e sono i seguenti:
(') Dall'analisi chimica, eseguita dal mio amico prof. Tom-
maso Jacoangeli, dell' Università di Roma, è risultato silicato
di magnesio con tracce di ferro e di sostanza organica.
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DELLE PROVINCIE OCCIDENTALI DI CRETA
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balsaniario fusiforme, k, alto m. 0,175, di terra rozza
gialliccia, non verniciato, rotto nel beccuccio. Ai piedi
doveva servire come cosmetico ('). Dentro a questo
era anche la piccola lucerna piatta e verniciata, g,
lungh. m. 0,10, alta m. 0,023. Vicino al pentolino
un'altra lekythos un po'più piccola della soprade-
scritta, in terra rossastra, grezza, che fu raccolta in fran •
turni. Oltre a ciò un ago di bronzo munito della sua
cruna e privo della punta, l, la cui lunghezza è
ora di 55 mm. e lo spessore massimo di 2 ; è rotto in
quattro pezzi, che, prima invisibili, furono trovati verso
il mezzo durante il frugamento della ghiaia, di guisa
che è supponibile che fosse deposto accanto ad una delle
mani. Sì fatto istrumento, corno pure le figure che ador-
nano i vasi, occupate con arnesi donneschi, provano che
Fig. 69.
Fig. 70.
era il pentolino, i, parimenti grezzo, alquanto consu-
lenti
ferji«
era '
Fig. 69«.
mato alla bocca, il cui diam. è m. 0,08, alto m. 0,10,
e pieno di una sostanza biancastra che probabilmente
Monumenti antichi — Vol. XI.
la persona ivi seppellita era una donna; ciò va d'ac-
cordo anche colla struttura piuttosto delicata dello
scheletro. È notevole che gli oggetti di qualche pregio
erano collocati presso la testa, i più ordinari vicino
ai piedi. La tecnica dei vasi è perfettamente quella
della ceramica attica a figure rosse della decadenza, ciò
che ci permette di stabilire la data della tomba verso
la fine del V o al principio del IV sec. a. C.
Con questo travamento concorda un gruppo di
altri oggetti acquistati da noi a Neochoriò presso un
contadino, che dichiarò averli trovati in una tomba di
Phalasarna. Essi furono trasportati insieme coi predetti
nel nuovo Museo della Canea e sono i seguenti:
(') Dall'analisi chimica, eseguita dal mio amico prof. Tom-
maso Jacoangeli, dell' Università di Roma, è risultato silicato
di magnesio con tracce di ferro e di sostanza organica.
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