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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 11.1901

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De Sanctis, Gaetano: Esplorazione archeologica delle provincie occidentali di Creta: topografia e monumenti
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https://doi.org/10.11588/diglit.9304#0199

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385

DELLE PROVINCIE OCCIDENTALI DI CRETA

386

rhenion e che è specialmente comune nella Creta occi-
dentale (').

Un esemplare bellissimo di vasi a rilievi è l'an-
fora, che si vede riprodotta alle figg. 69 e 69«,
e che fu acquistata a Paterianà come proveniente dalla
vicina Phalasarna e quindi trasportata parimenti alla
Canea. Alt. m. 0,58; diam. del labbro m. 0,22. È ri-
composta da più pezzi quasi per intero, mancando solo
un pezzetto del ventre, porzione del labbro ed il piede
(rifatto in gesso). Tutta la superficie è coperta da ver-
nice nera, in parte caduta.

È di elegante forma affusolata con manichi attorti,
terminati nell' attaccatura inferiore da un mascheron-
cino, ed ha il corpo tutto solcato da strie verticali fatte
a crudo, interrotte da una zona liscia orizzontale, che
ricordano le baccellature dei vasi di metallo.

I due mascheroncini sono rilevati a stampo ed ap-
plicati, ed hanno aspetto muliebre con capelli rialzati,
occhi profondi, viso allungato (Medusa?). Nel mezzo
poi, sì nel dritto che nel rovescio, è applicato un meda-
glione a rilievo, ricavato da forma un po' stanca ed
è anche molto consumato. Il soggetto rappresentato è
d'indole affatto locale, Europa sul toro. Essa, anziché
seduta, sta sospesa sul fianco del toro abbracciandolo
strettamente pel collo, colla destra alzata tiene un
lembo dell' abito, che scende in pieghe sotto il gomito
e le avvolge le gambe, lasciando nudo il busto ; il toro
che corre rapidamente volge alla ragazza la testa che
ora è corrosa. È una composizione non rara nelle
rappresentanze di Nereidi, che si vede adattata al ratto
di Europa anche in altri monumenti (2).

Da Phalasarna, proviene inoltre la gentile testina
di ragazza in terracotta, riprodotta nella fig. 70, e
parimenti acquistata a Neochoriò. È adorna di un alto
diadema con un bottone nel mezzo della fronte. Si
accosta ai tipi tanagrei, è di buona modellatura e
faceva parte di una statuetta, nella quale s'innestava
a parte per mezzo di un prolungamento del collo a
forma di perno. Alta m. 0,07.

(') Nel Museo di Candia sono parecchi vasi dell'uno e
dell'altro genere provenienti appunto dalla regione occidentale,
alcuni anche da Phalasarna.

(*) Vedi Jahn, Entfùhrung der Europa, p. 47 sgg., tav. Vili
sgg. Cfr. le monete di Gortyna. Per le Nereidi v. p. es. Roscher,
Lex. d. Mythol, III, pp. 226, 234, 238.

Alla serie delle opero d'arte pubblicate in questo
capitolo aggiungo infine un frammento di grande stela
sepolcrale, trovato recentemente, del quale devo al
prof. Halbherr e la notizia e la fotografia, donde è
tratta la nostra fig. 71. Fu scoperto nell' inverno scorso
nella necropoli di Kydonia durante i lavori di sterro
eseguiti dietro il palazzo dei Ministeri alla Canea,
ed ora si conserva nel museo di quella città. È di
marmo bianco, e le dimensioni sono le seguenti: al-
tezza m. 0,54, larghezza m. 0,26, spessore della lastra
m. 0,04, non computato il rilievo, che è molto alto,
specialmente nella testa, che è tutta aggettante. Rappre-
senta una mezza figura di donna a due terzi circa
del vero; è vestita di peplo, appena rigonfio nel seno,
ed ha i capelli raccolti in una cuffia; la faccia è
molto danneggiata. Evidentemente è una figura di
ancella, che stava raggruppata colla sua signora, e
un tal gruppo riproduceva uno dei soliti tipi delle
stele sepolcrali attiche ('). L'esecuzione del corpo e
della veste è piuttosto sommaria.

II.

TRA I MONTI DEL SUD-OVEST.

Il versante meridionale dei Monti Bianchi è an-
cora più aspro e difficile del settentrionale. La bar-
riera di montagne che s'interpone fra loro e che si
può valicare soltanto per qualche cattiva via mulat-
tiera, lo tiene quasi segregato, ora come in antico,
dal movimento più attivo della civiltà. Anche dalla
parte del mare radi e poco sicuri sono gli approdi,
e da questi nell' interno non si penetra che per gole
ardue e scabrose. La migliore, per non dire 1' unica,
via naturale è quella che rimonta il corso del Vlithiàs,
che scendendo da nord a sud si è aperto un varco
tra i fianchi delle montagne e va a sboccare ad oriente
della piccola penisola occupata dall' odierno castello
di Selino. Per essa si accede con poca difficoltà fino
alla conca di Kàndanos nel cuore della regione ; onde
era naturale che gli antichi abitanti di questa pen-

0) Cfr. Conze, Att. Grabreliefs, n. 1176 (tav. CCLIX), 1181-2,
1213 (tav. CCLXIX).
 
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