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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 11.1901

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De Sanctis, Gaetano: Esplorazione archeologica delle provincie occidentali di Creta: topografia e monumenti
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https://doi.org/10.11588/diglit.9304#0254
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495 ESPLORAZIONE

p. 179), in cui ci fu dato riconoscere un trattato tra
Polyrhenion e Phalasarna. Disgraziatamente la super-
ficie della stela è così guasta dalle intemperie che
dopo molti tentativi sulla pietra e sul calco ho de-
ciso di lasciare il còmpito di trascrivere il monumento
ad altri più abili di me. Sulla forma e dimensioni
della stela e sulla rappresentanza figurata che vi è
vedi Savignoni in questo volume p. 296 segg. e la
tav. XXVI n. 3. Qui noterò solo che nel frontone è
scritto o E O I, e nelle prime due linee ho letto con
l'aiuto del professor Halbherr: [ràda gvv~] EOE NT
[o] POAYPH NIOIKAI^AAAIAPN I Ol E NAN
TI W. (i'vavtìa) KAEnNYMOYWS8|pw«»NAA
AAlMONlflN OY-APEZTeMa etc. Il Cleonimo
qui menzionato è senza dubbio il tìglio minore del re di
Sparta Cleomene II, che fu, come è noto, pretendente
al trono di Sparta mentre era re Areo tìglio del primo-
genito di Cleomene, Acrotato, premorto al padre (').
Questa iscrizione ci fa vedere come i Lacedemoni si
sieno immischiati nelle cose cretesi a tempo di Areo e
ci fa capire come re Areo si trovasse in Creta roq-
rvvi'oig 7iols{ioviikvoig Sorfimv (Plut. Pijrrh. 27)
mentre Pirro marciava insieme col pretendente su
Sparta. Essa ci aiuta altresì ad intendere chi po-
tevano essere i Cretesi alleati di re Areo durante la
guerra di Cremonide {G.I.A. II, 332) e chi i suoi
avversari. Nella Creta occidentale essendo amici di
Sparta quelli di Polyrhenion e di Phalasarna, doveva
essere contro di lei Kydonia, 1' avversaria naturale di
Polyrhenion. Aptera probabilmente si era unita a Po-
lyrhenion contro la prepotente vicina; infatti uno di
Aptera era tra i difensori di Sparta contro Pirro
(Plut. Pyrrh. 30) (2). Nel centro dell' isola, poiché

(') Qualunque sia il senso da darsi alla parola ivaviict,
qui Cleonimo sembra agire in qualità di ambasciatore spar-
tano insieme ad altri colleghi. Nè ciò deve recarci meraviglia.
Non sempre Cleonimo si è atteggiato a pretendente. Anche al-
l'assedio di Trezene (Polyaen. II, 29, 1. Frontin. Ili, 6, 7) egli
comandava a nome di Sparta. Interpreterei poi la frase nel
senso che Cleonimo co' suoi colleghi presenzia come mediatore
l'accordo. In un senso analogo, sebbene non identico, ricorre
la forinola èvaviiov Jiòs xal "Hgag xil. nel trattato tra Anni-
bale e Filippo (Polyb. VII, 9, 2). Non mi sembra fondata l'ob-
biezione che si potrebbe trarre dal senso diverso che èvavrios
ha in qualche trattato, p. e. in quello tra Eleutherna ed Anti-
gono Dosone (cfr. anche avu^cc^iay vnevavti\av~\ nel trattato
fra lo stesso re e Hierapytna edito nel Jlfus. /tal. Ili, 603 segg.
v. 16).

(2) Trovo di ciò una conferma in una epigrafe pubblicata

ARCHEOLOGICA 496

Gortyna; era con Areo, Knossos doveva essere contro di
lui e forse anche Phaestos, mentre Lyttos, troppo vi-
cina a Knossos per esserle mai amica, era probabil-
mente con Gortyna. Ad oriente con Aréo o piuttosto
con Tolemeo Evergete era Itanos, come risulta dal
decreto in onore dell'ammiraglio tolemaico Patroclo,
e quindi probabilmente contro Sparta Praesos, rivale
di Itanos pel dominio della penisola eteocretese; il
che è confermato dal decreto di Praesos in onore di
un Trasone ateniese, probabilmente lo stesso che fn
mandato ambasciatore ad Atene da Antigono Gonata
(La. Diog., VII, 1, 9), edito nel Museo II. HI,
p. 599 seg.

Si capisce facilmente come il trattato fosse deposto
nel Diktynneo, tanto più che questo tempio dopo es-
sere stato sotto la Ttgoffraala di Kydonia (Strab. X,
479: rrjg fiévroi, Kvówvlag oqog sari Thvqog, iv oì
isqóv idriv____ Jixvvvrcaov) venne in potere di Po-
lyrhenion (Strab. ibid. : rrqòg sGnsqav d" ó/.ioqoi róìg
Kvdamatali; IIoXvQoijvioi, naq olg rò Tìtg Jixxvrvi]g
isqóv, dove il buon geografo non si è avveduto che
il Jixivvvìjg Isqóv è lo stesso Jtxrvvvaiov da lui
menzionato poco prima come appartenente a Kydonia).
A questo proposito aggiungerò che è evidentissimo,
quantunque da nessuno sia stato notato, che il
Diktynneo di Phalasarna celebrato da Dionisio figlio
di Callifonte nella sua àvayqayr] zrjg 'EXXàóog, v. 119
segg. (Geographi Graeci minor es, I, 242), non è
altro che il Diktynneo del Capo Spada. La negligenza
però e la inesattezza dello scrittore son tali che io
non so se convenga inferirne con sicurezza che la
TCQoGxaaCa del Diktynneo ha anche appartenuto prima
o dopo a Phalasarna. Abbiamo del resto ragioni per
ritenere che il villaggio di cui si vedono tuttora i
resti presso il tempio abbia costituito a tempo del-
l' impero un comune autonomo, che dalla Dea avrebbe
preso il nome di Jixrvyra, ed abbia battuto moneta
(Svoronos, Numismatique de la Créte ancienne, p. 121
segg.). Allora probabilmente avrà goduto esso la pro-
stasia del tempio.

dal Demargne nel Bull, de Corr. IMI. 24 (1900), p. 224 segg.,
mentre era in corso di stampa la presente memoria. Qui in
un decreto di Olus (n. V) viene conferita la proxenia a nd-
rQoxlog n«TQixiuog Maxeifuiy, l'ammiraglio tolemaico, e, tra altri,
ad uno di Aptera e ad uno di Rhithymna.
 
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