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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 12.1902

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Pernier, Luigi: Scavi della missione italiana a Phaestos: 1900-1901
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https://doi.org/10.11588/diglit.9305#0013

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9

IL PALAZZO DI PHAESTOS

LO

roccia calcarea,, argillosa, di color rossiccio che si sgre-
tola in piccoli nuclei durissimi. Anche oggi i paesani
utilizzano le cave di questo materiale e dalla sua somi-
glianza col cocciopisto lo chiamano àarQaxi.

L'esplorazione accurata dell' altura orientale ci ha
permesso di formarci pur un'idea della sua più antica
conformazione che naturalmente doveva esser molto
diversa dall' odierna. Nei tempi preistorici, anteriori
anche alla costruzione del palazzo ora scavato, sembra
essere stata assai meno estesa la platea e molto più
considerevole la inclinazione da nord a sud, da est ad
ovest ; infatti mentre sul ciglio settentrionale s'incontra
la roccia a poca profondità, invece a sud si trovano
fondi di case preistoriche a 4, 5 e più metri di pro-
fondità sotto il piano di campagna che anche adesso
è notevolmente più basso che a nord. All' epoca della
costruzione d'un palazzo più antico che non sia quello
ora scoperto, si cominciò a formare una prima spia-
nata o terrazza nella parte meridionale dell' altura e
più tardi sembrano essersi ottenute le altre terrazze —
più alte man mano che s'avvicinano al ciglio setten-
trionale — terrazze sulle quali sorgono le parti princi-
pali del palazzo nella forma meno antica. Un amplia-
mento ebbe poi la platea verso nord-est, ove adesso,
oltre il limite della roccia, si trova un'alta zona di
terra di riporto. Invece a sud-est, ove smanca 1' angolo
della grande corte del palazzo, ed apparisce la roccia
calcarea disposta a strati inclinati, l'ampiezza del-
l' altopiano ha subito una diminuzione causa i frana-
menti della roccia, determinati dalle azioni sismiche,
così frequenti e disastrose nell' isola.

§ 2. — L'esplorazione ielle alture festie.

Già lo Spratt (!), più di quarant'anni fa, aveva
riconosciuto su queste alture il sito dell' antichissima
città di Phaestos, nominata due volte da Omero {Iliade
B, 648 e Odissea y, 296), collocata da Strabone (X, 479)
a sessanta stadii da Gortyna, a venti dal mare (in
linea retta), a quaranta da Matala, suo porto.

L'importanza che ad essa veniva attribuita da una
tradizione antichissima, riferitaci da Diodoro (V, 78)
e da quei che lo hanno seguito (Strabone X, 479),
attirò l'attenzione degli esploratori da quando Creta

(') Travels and Researches in Crete, II, p. 23 e segg.

cominciò a riguardarsi come la sede d'un' antichissima
civilizzazione preellenica ; ed infatti si ebbe la certezza
che in quei pressi esisteva un importante sedimento
preistorico allorché venne alla luce il deposito di S. Ono-
frio, illustrato dall' Evans (').

Il luogo fu a più riprese visitato dai ricercatori
italiani. Nel 1884 il prof. Halbherr, nel 1894 il me-
desimo e il dott. Taramelli (2) esaminarono accura-
tamente le tre alture da noi descritte e, facendo alcuni
tasti sul fianco meridionale della prima, presso la strada
che porta a Kamilari (tav. I, 6), vi rinvennero uno
scarico di cocci antichi di diverse epoche, fra i quali
non mancavano saggi della ceramica di Kamares. Nel
settembre del 1899, quando la esplorazione di Phaestos
già era stata assegnata alla missione archeologica ita-
liana, vi tornarono il prof. Savignoni e il prof. De Sanctis,
il primo dei quali segnalò in alcuni terreni della se-
conda e terza acropoli larghe chiazze superficiali di
cocci micenei, e trovò presso la chiesa di S. Giorgio
una testa di leone in pietra poros dell' età ellenica
più antica (3). Ulteriori nostre ricerche, nella prima-
vera seguente, rivelarono 1' esistenza di alcuni grandi
blocchi rozzi, allineati sotto i cespugli che coprivano
l'orlo meridionale della terza acropoli. Erano le prime
tracce del palazzo e propriamente, come mostrò poi lo
scavo, le sostruzioni dell' ala secondaria dell' edificio a
sud-ovest.

Con questi indizi, nel giugno del 1900 si comin-
ciarono gli scavi di Phaestos sotto la direzione del
prof. Halbherr. I primi saggi furono fatti su tutta la
spianata dell' altura centrale, dove erano specialmente
abbondanti i rottami di vasi a fior di terra, e dovunque
si rinvennero avanzi di case elleniche o posteriori che
non valeva la pena di lasciare allo scoperto. Però come
saggio di queste costruzioni è rimasto in luce un vano
(tav. I, 4) il quale riposa sopra uno strato, cui altri
avanzi di costruzioni e specialmente la suppellettile
fanno assegnare al più remoto periodo miceneo.

Subito dopo s'iniziarono le ricerche sulla spianata
della terza altura, e contemporaneamente si praticarono

(') Cretan Pictographs and Prae-phoenician Script. Ap-
pendice.

(2) American Journal of Archaeology, seconda serie, V,
p. 418 e segg.

(3) Vedi Rendiconti della R. Accademia dei Lincei, classe
di scienze morali, st., filol., Vili, fase. 11°. p. 53G e seg.
 
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