LA
NECROPOLI BARBARICA
PRESSO ASCOLI
DI CASTEL
PICENO
TROSINO
PARTE PRIMA
1. Cenni topografici e archeologici.
Sulla destra del torrente Castellano, e a circa cin-
que chilometri dalla confluenza di esso nel Tronto a
nord-est di Ascoli Piceno, si erge a picco un' alta roc-
cia di travertino accessibile soltanto dal lato sud per
una breve rampa tagliata nel masso.
Quello scoglio dirupato, su cui sorge attualmente
Castel Trosino (tav. I), sbarra a nord 1' angusta Valle
Castellana, e si trova a poca distanza dal bacino del
Tronto, l'importante via naturale congiungente i va^
lichi appennini e l'Adriatico, seguita già, ai tempi ro-
mani, dalla Salaria (fig. 1). Perciò, e nella più remota
antichità, e nei tempi storici, la rupe di Castel Trosino
costituì una posizione formidabile ed un rifugio aspra-
mente contrastato. All' estremità sud, dove il masso
è meno elevato, vi sono avanzi di fortificazioni me-
dioevali che dominavano l'ingresso (').
(') Le mura smantellate di Castel Trosino non possono es-
ser quelle della ròcca che, giusta quanto scrisse il Colucci nelle
Antichità Picene (voi. XXI, p. 44), fu fatta costruire dal Se-
nato Ascolano per rifugio degli ascolani in tempo di guerra;
perchè, prescindendo dalla struttura muraria, la quale non può
riferirsi ad epoca cos'i remota, secondo le storie locali e le tra-
dizioni, Castel 'Prosino, sebbene forte per la p"sizione e per le
opere di difesa, fu assediato, preso e distrutto più volte da po-
tenti nemici.
Difatti nel Saggio delle cose ascolane, ecc. pubblicato da
un abate ascolano (Francesco Antonio Marcucci) si trovan le
seguenti notizie riportate in parte dal Colucci nell'opera citata:
u Totila occupò Ascoli nel 545 dopo aver distrutti i vicini
castelli ". Tra questi era senza dubbio anche Castel Trosino.
Monumenti antichi — Vol. XII.
Nello spazio occupato dalle rozze casupole addos-
sate le une alle altre le quali costituiscono l'odierno
villaggio, non vi è traccia alcuna di costruzione an-
teriore al XIII secolo. Però alla base della roccia si
incontrano spesso ammassi di terriccio scuro, entro il
quale son disseminati in gran copia frammenti di fit-
tili grossolani a frattura nerastra e a ingubbiatura
esterna rosso-scura, nonché ossa di animali e pezzi di
corna di cervo, oltre a coltelli, punte di freccie e ra-
schiatoi di silice del periodo neolitico.
Là dove il terreno marnoso e argilloso che si estende
attorno alla rupe di Castel Trosino non fu sconvolto
dalle numerose frane antiche e recenti, si rinvennero,
nel lavorare il terreno, tombe arcaiche ad umazione
con rozzi vasi d'impasto scuro insieme con fibule di
bronzo a sanguisuga e ad arco ingrossato, armille di
filo di rame avvolto a molteplici spire e altri orna-
menti.
Nel 553 « dopo la sconfitta ed uccisione di Totila e di
« Teja, Ascoli, rimasta pei volontaria dedizione alla dipendenza
« dei Greci, fu compresa nell'esarcato di Ravenna. Onde in città
« vennero grossi presidi di Greci imperiali sotto un Archonto
« o sia Duce, e presidiati anche vennero vari nostri forti cir-
u. convicini, specialmente quei di Transitino o Trosino e di
« Murcia, ossia di Murro.
« Faroaldo (nel 578) dopo aver ridotti i forti di Trosino
« e di Murro in sepolcri de' Greci, stringe da più bande Ascoli
« e le dà in più lati lo scalo ». I Longobardi fecero macello
di cittadini e imperiali, diroccarono torri, smantellarono mura
e spianarono palazzi e alcune chiese. Nel 593, per interposi-
zione della stessa Teodolinda, si cominciò a « ristorar la città e
i castelli » e vennero richiamati i fuggiaschi. (Vedi pp.ccia ccix.
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NECROPOLI BARBARICA
PRESSO ASCOLI
DI CASTEL
PICENO
TROSINO
PARTE PRIMA
1. Cenni topografici e archeologici.
Sulla destra del torrente Castellano, e a circa cin-
que chilometri dalla confluenza di esso nel Tronto a
nord-est di Ascoli Piceno, si erge a picco un' alta roc-
cia di travertino accessibile soltanto dal lato sud per
una breve rampa tagliata nel masso.
Quello scoglio dirupato, su cui sorge attualmente
Castel Trosino (tav. I), sbarra a nord 1' angusta Valle
Castellana, e si trova a poca distanza dal bacino del
Tronto, l'importante via naturale congiungente i va^
lichi appennini e l'Adriatico, seguita già, ai tempi ro-
mani, dalla Salaria (fig. 1). Perciò, e nella più remota
antichità, e nei tempi storici, la rupe di Castel Trosino
costituì una posizione formidabile ed un rifugio aspra-
mente contrastato. All' estremità sud, dove il masso
è meno elevato, vi sono avanzi di fortificazioni me-
dioevali che dominavano l'ingresso (').
(') Le mura smantellate di Castel Trosino non possono es-
ser quelle della ròcca che, giusta quanto scrisse il Colucci nelle
Antichità Picene (voi. XXI, p. 44), fu fatta costruire dal Se-
nato Ascolano per rifugio degli ascolani in tempo di guerra;
perchè, prescindendo dalla struttura muraria, la quale non può
riferirsi ad epoca cos'i remota, secondo le storie locali e le tra-
dizioni, Castel 'Prosino, sebbene forte per la p"sizione e per le
opere di difesa, fu assediato, preso e distrutto più volte da po-
tenti nemici.
Difatti nel Saggio delle cose ascolane, ecc. pubblicato da
un abate ascolano (Francesco Antonio Marcucci) si trovan le
seguenti notizie riportate in parte dal Colucci nell'opera citata:
u Totila occupò Ascoli nel 545 dopo aver distrutti i vicini
castelli ". Tra questi era senza dubbio anche Castel Trosino.
Monumenti antichi — Vol. XII.
Nello spazio occupato dalle rozze casupole addos-
sate le une alle altre le quali costituiscono l'odierno
villaggio, non vi è traccia alcuna di costruzione an-
teriore al XIII secolo. Però alla base della roccia si
incontrano spesso ammassi di terriccio scuro, entro il
quale son disseminati in gran copia frammenti di fit-
tili grossolani a frattura nerastra e a ingubbiatura
esterna rosso-scura, nonché ossa di animali e pezzi di
corna di cervo, oltre a coltelli, punte di freccie e ra-
schiatoi di silice del periodo neolitico.
Là dove il terreno marnoso e argilloso che si estende
attorno alla rupe di Castel Trosino non fu sconvolto
dalle numerose frane antiche e recenti, si rinvennero,
nel lavorare il terreno, tombe arcaiche ad umazione
con rozzi vasi d'impasto scuro insieme con fibule di
bronzo a sanguisuga e ad arco ingrossato, armille di
filo di rame avvolto a molteplici spire e altri orna-
menti.
Nel 553 « dopo la sconfitta ed uccisione di Totila e di
« Teja, Ascoli, rimasta pei volontaria dedizione alla dipendenza
« dei Greci, fu compresa nell'esarcato di Ravenna. Onde in città
« vennero grossi presidi di Greci imperiali sotto un Archonto
« o sia Duce, e presidiati anche vennero vari nostri forti cir-
u. convicini, specialmente quei di Transitino o Trosino e di
« Murcia, ossia di Murro.
« Faroaldo (nel 578) dopo aver ridotti i forti di Trosino
« e di Murro in sepolcri de' Greci, stringe da più bande Ascoli
« e le dà in più lati lo scalo ». I Longobardi fecero macello
di cittadini e imperiali, diroccarono torri, smantellarono mura
e spianarono palazzi e alcune chiese. Nel 593, per interposi-
zione della stessa Teodolinda, si cominciò a « ristorar la città e
i castelli » e vennero richiamati i fuggiaschi. (Vedi pp.ccia ccix.
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