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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 14.1904 (1905)

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Rizzo, Giulio E.: Vasi greci della Sicilia
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https://doi.org/10.11588/diglit.9311#0014

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VASI GRECI DELLA SICILIA

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mano ad uno dei compagni, già seduto sui banchi
della nave, sta per salire.

Tutta questa prima parte dell'azione è, dunque,
divisa in tre gruppi; dei quali i primi due sono alla
loro volta tristici.

Volgiamoci ora a sinistra: un satiro, seduto su
d'uno scoglio, pare abbia smesso allora di suonare la
cetra, ch'egli regge con la sinistra, tenendo ancora nella
destra il plettro. Guarda verso Apollo, seduto a lui
di fronte, riconoscibile alla figura giovanile e al lungo
ramo d'alloro su cui s'appoggia; e nel mezzo sta
Athena, cinta il capo di corona radiata e con l'elmo
sorretto dalla sinistra protesa, volgendo lo sguardo
benigno verso il Dio vittorioso.

Perchè non v'ha dubbio — e lo dimostreremo —
che debba riconoscersi in questo gruppo una replica
della rarissima rappresentanza di una gara tra Marsia
citaredo ed Apollo, alla presenza di Athena. L'ultima
figura a sinistra, col turcasso e con la face, non può
essere che Artemis; e la figura seduta, con flabello,
che, come ho già osservato, compie, stilisticamente,
l'ufficio di riunire le due scene figurate, è senza dubbio
Afrodite. Essa guarda veramente verso destra; e la
sua azione, accanto ad Eros, si comprende benissimo
nel gruppo dell'epifania di Dioniso. Notiamo alcuni
particolari di questa parte della pittura: un'anfora,
dal collo spezzato, è appoggiata accanto allo scoglio
su cui siede Marsia ('); su di esso, in alto, col solito
convenzionalismo dei pittori vasai, si suppone appeso
un cantaro; e così, accanto ad Apollo, l'arco e la fa-
retra, a metà nascosti dal fregio terminale del cratere.

Da questa nuda descrizione e dai precedenti cenni
stilistici, o anche da un solo sguardo al disegno, è
facile comprendere che il nostro vaso trova il suo
posto in una classe, già ricca, di vasi importanti,
oltre che per il soggetto, per la tecnica e per le pro-
babili relazioni con la grande pittura parietale del
quinto secolo, con quella megalografia, che fu prin-
cipalmente gloria di Polignoto e di Micone. Senza
anticipare le conclusioni, in un campo ancora irto di
difficoltà, dirò più esattamente che il nostro vaso va

direttamente a ricollegarsi ad una serie di monumenti
congeneri, sui quali si esercitò, specialmente in questi
ultimi anni, la critica di Carlo Kobert ('). In questa
serie esso trova diretti riscontri per la tecnica, per lo
stile, per il soggetto, al tal punto che il cratere di
Camarina potrà validamente aiutarci non solo a cono-
scere meglio una determinata scuola di pittori vasai,
ma a stabilire una speciale officina ateniese della
metà circa del quinto secolo, assegnando ad essa sin-
golari predilezioni nella scelta dei soggetti rappre-
sentati su questi grandi vasi.

Se il nome dipolignotei che generalmente si dà
a questi vasi risponda esattamente al vero, anche per
la cronologia, è cosa che vedremo ; ma gioverà, prima
di tutto, vedere, nella ricca serie di tali vasi, quali
siano i più vicini al nostro (2).

A) Cratere del Museo civico di Bologna:
a) Teseo nel mare, ecc. — fi) Herakles e la cerva Cery-
nite. Monum. dell'List., suppl., tav. XXI sg. ; Museo
Hai., Ili, tav. I [Ghirardini]; Hermes, XXXIII (1898),
p. 134 sgg. [Eobert]; Sauer, Das sogennante These-
ion, p. 75.

B) Anfora della Collezione Jatta a Kuvo:
a) Dioniso e il suo thiasos. — Heydemann, Ves Bal-
liseli. Winckelmannsprogr., 1880. — fi) Gara fra
Apollo e Marsia. Mommi, dell' fast., Vili, 42; Calai.
Jatta, n. 1093; Koscher, Lexikon, III, 2118, fig. 8.

C) Idria del Museo di Berlino. « Giudizio di
Paride ». Gerhard, Apul. Vasenbilder, tav. C, 1 ; Furt-
wàngler, Beri. Vasensamml., n. 2633 (cfr. tav. Il) (3).

D) Idria del Museo di Berlino: "Lotta di
Cadmo col dragone ». Gerhard, Etrusk. u. kampan.
Vasenbilder, tav. C, 3; Furtwangler, o. c. n. 2634;

(') È naturalo che essa sia come un attributo di Marsia ;
infatti la vediamo anche in un altro cratere con la rappresen-
tanza della stessa gara (ma nella comune tradizione, con Marsia
tibicine cioè), appoggiata al tronco dell'albero sotto il quale
siede il satiro ('Eop^M. àq%ai,o%oy., 1886, tav. I).

(') È quasi soverchio citare gli scritti notissimi del Robert
su questo soggetto. Per gli elenchi da lui dati dei vasi poli-
gnotei, cfr. Die Nekyia des Polygnot, p. 43 sg. ; e Die Ma-
rathonschlacht in der Poikile, p. 27 sg. Cfr. anche le osser-
vazioni dello stesso Robert in .Vonurn. dei Lincei IX [1897],
p. 24 sgg.

(2) Le indicazioni bibliografiche dell'elenco sono soltanto
le fondamentali, o quelle che abbiano una speciale importanza
per la nostra trattazione. Ho, per tal modo, evitato la facile
noia di lunghe citazioni.

Porgo pubbliche grazie al dr. R. Zahn, del Museo di Ber-
lino, ohe volle curare l'esecuzione delle fotografie dei vasi C e D.

(3) Il Giudizio di Paride è un soggetto preferito in questo
ciclo di vasi; e se ne potrebbero citare parecchi altri. Cfr. p. e.
l'idria, assai restaurata, del Museo di Palermo (Gerhard,
Apul. Vasenbild., tav. D, 1; Overbeck, Ileroengal., p. 226, 8).
Di poco più recenti sono il cratere dell' Ermitage (C. lì. Atlas,
 
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