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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 14.1904 (1905)

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Rizzo, Giulio E.: Vasi greci della Sicilia
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https://doi.org/10.11588/diglit.9311#0033

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VASI GRECI DELLA SICILIA

50

n°n possiamo affermare del pittore che dipinse il vaso
* Camarina e gli altri congeneri.

La tecnica e le linee generali sono ancora poli-
?notee; ma il disegno è meno vigoroso, più leggero,
P"* moderno. La linea di contorno, vuoi nel nudo,
Vll°i ne panneggi, non ha più quella severa ma im-
peccabile precisione, che, per via di confronto, ci fa
Pensare nella scultura al ciclo d' Olimpia, ai maestri
e Precursori di Fidia.

Conchiudendo, dunque, i vasi da noi studiati
servono meglio a farci comprendere le linee generali
eUa composizione polignotea che lo stile, il disegno
espressione dei sentimenti propri della grande

arte.

Così, facendo posto alle diverse officine, ai me-
todi diversi, al variare dei soggetti, devono essere
^'Ustamente valutati, come ducumenti per lo studio
''ella pittura polignotea, vasi il cui aspetto esteriore
Presentasi diverso all'occhio di un osservatore di-
stratto o superficiale.

k contrariamente all'opinione espressa ultimamente
al Purtwangler (') io credo che anche dopo il 450 la
Pittura vascolare non sia indipendente dalla parietale.

da quest'epoca 1' una vada affatto lontana dall'altra,
e soltanto un' affermazione arbitraria, negativa, spoglia,
fiu'°ggi, di prove.

Qnindi non solo il vaso di Camarina è ancora do-
c,,mento di prim'ordine per lo studio della megalo-
gtafia; ma i riflessi di questa devon sempre cercar?
nei vasi di Meidias e del suo ciclo.

si

+

Rimane che io determini la cronologia del cra-
tere di Camarina: al che facilmente ci condurranno
tutte le osservazioni già fatte.

Tra l'anfora di Gela e il cratere d' Orvieto, che
U Milchhofer data del 460 av. Cr., e i vasi da me
studiati io credo che debba interpoli un periodo da
die

te

ci a quindici anni ; il che condurrebbe ad ammet-
re, come limite più alto per questi vasi, la metà
del V secolo. Ma forse converrà innalzare di alcuni
anni il limite cronologico de' più antichi vasi poli-

gnotei, accostandoli, se non proprio al 480 (incendio
dell'Acropoli), agli anni del decennio seguente. Anche
io, che ho quasi accettato in altri miei lavori le ar-
ditezze cronologiche del Graf ('), m'accorgo ora, per un
indizio cronologico, dirò così, esterno, offertomi dal cra-
tere di Camarina, che la data proposta dal Milchhofer
per la famiglia di vasi a cui esso appartiene è molto
vicina al vero. Ma non parmi adeguata la distanza di
tempo fra i più antichi vasi polignotei e gli altri di
cui io parlo.

Innalzando l'età dei primi, interporrei fra gli uni
e gli altri, a distanza di pochissimi anni, il fiorire
dell'officina che produsse i grandiosi crateri a volute
con Amazzonomachie, per i quali trovo accettabile la
data del 460, proposta dal Furtwàngler.

Ho parlato di un indizio cronologico esterno, tut-
t'altro che trascurabile, relativo al nostro vaso.

Son note le vicende della gloriosa ma sventurata
Camarina, più volte distrutta completamente e poi
rifabbricata; è notissima la distruzione che la città subì
per opera di Gelone nel 484 (2), distruzione completa,
essendo stati i cittadini più cospicui obbligati a sta-
bilire la loro residenza in Siracusa, e la plebe venduta
in sul mercato a certuni che promisero di condurla via
dalla Sicilia.

Non fu, dunque, possibile per la città una vita
qualsiasi fino al 461, anno in cui essa risorge per la
terza volta, se non per opera dello stesso Gelone
( Tìiucid., VI, 5), certo per opera di quei di Gela (3).
Questo nuovo periodo di vita della città continua fino
alla guerra con Cartagine, fino cioè al 405 av. Cr.

Nessuno vorrà e potrà ritenere il cratere anteriore
al 484 ; dunque la sua importazione a Camarina deve
cadere dopo il 461, secondo ogni più probabile ipo-
tesi. Si pensi, inoltre, che col 427, anno in cui scop-
piano, durante la guerra del Peloponneso, le ostilità
fra Siracusa ed Atene, il commercio attico in Sicilia
deve ritenersi chiuso. È noto, infatti, che le necropoli
delle città greche della Sicilia mancano degli ultimi

0) Griech. Vasenmalerei, p. 135.

Monumenti antichi — Vol. XIV.

(») Die Zeit der A'odrosschale in Jahrb. d. Inst., XIII (1898),
p. 65 sgg.

(2) Thucid. VI, 5; Herod., VII, 156; Schol. Pind. ad
Olymp. V, 17 [Filisto].

(3) Cfr. Holm, Storia d. Sicilia (trad. ital.), I, 474; e Orsi,
Camarina, p. 12.

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