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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 14.1904 (1905)

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Rizzo, Giulio E.: Vasi greci della Sicilia
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https://doi.org/10.11588/diglit.9311#0056

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VASI GRECI DELLA SICILIA

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nulla paurosa o qualche volta quasi gentile, ch'esse
assumono nell'arte progredita, come per esempio, nei
vasi attici recenti e nei vasi italioti (').

Ben è vero che già nell'arte arcaica le Arpie ave-
vano preso la forma di una figura femminile (2), ma
con tratti ed espressione di orrore; e se nella celebre
tomba licia — il così detto « Monumento delle Arpie » —
della fine del sesto sec. av. Cr., la loro testa è simile a
quella di una dea giovine e bella, ornata di stephane e
pettinata con cura, ed è muliebre il seno, e sono umane
anche le braccia — il resto del corpo è ancora di uccello,
con un ibridismo che lo scultore, a dir vero, non seppe
rendere gradevole.

Nello stesso vaso di Ruvo, le Arpie conservano tratti
dell'antica bruttezza, quella a sinistra specialmente;
nel nostro, invece, non solo sono simili a bellissime
fanciulle, ma pare che il pittore siasi compiaciuto di
curarne l'esecuzione con arte maggiore che in tutto
il resto. Io non conosco esempì di Arpie così belle ;
e coi figli di Boreas, persecutori e, nell'alta e poe-
tica fantasia dei Greci, intimi parenti delle Arpie — di-
vinità anch'esse del Vento che rapisce e trascina (;ì) —
formano un gruppo elegante per disegno, suggestivo
per concezione, derivato, senza dubbio, da uh arte più
grande e più nobile.

È molto evidente che le figure del primo Boreade
e dell'Arpia da lui acciuffata e legata sono un inge-
gnoso adattamento del noto moti vo di un gruppo di
combattenti, che dalle Amazzonomachie nei fregi
dei templi e d'altri monumenti, a cominciare dal quinto
secolo, va fino ai rilievi dei sarcofagi e pervade tutta
l'arte industriale; per non parlare delle applicazioni

(1) Cfr., per far presto, le figure del citato articolo del
Roscher; e principalmente, per un confronto più stringente, con
le Arpie dell'oenochoe Vagliasindi, la rappresentanza vascolare
in Millingen, Vas- Cogitili, XXIX, 1. Anche la doppia benda in
croce sul seno ricorda il tipo delle Erinni. Tale ornamento era
proprio delle fanciulle ateniesi, e se ne trovano esempì nelle
stele sepolcrali attiche del IV secolo. Cfr. Conze, Attische Grab-
reliefs, tav. 157, n. 832; tav. 161 [più tarda], e principalmente
tav. 169 (cfr. testo, voi. II, p. 186 sg.).

(2) Sul tipo delle Arpie nell'arte greca arcaica, cfr. l'arti-
colo dello Smith, nel Journ. of hell. Stud. XIII (1892-93),
p. 103-114. Cfr. pure Langbehn, Fliigelgestalten d. àltest. griech.
Kunst (Mùnchen, 1881), p. 42 sgg.

(3) Rohde, Psyche I2, p. 71 sgg. Ma sulla parentela delle
Arpie coi venti, cfr. specialmente l'articolo dello stesso Rohde
in Rhein. Museum, N. F., L. (1895), p. 1 sgg..

dello stesso schema artistico alle Centauromachie e
alle Gigantomachie (').

Nelle frequenti ripetizioni di questo gruppo, alcune
linee o qualche particolare posson variare di poco, ma
la concezione artistica rimane immutata: un vinto se-
miabbattuto, volto ora a destra ora a sinistra, che si
sforza di respingere col braccio disteso l'assalto del
vincitore, il quale lo acciuffa, con la sinistra, per i
capelli, e sta per vibrargli un colpo mortale. Il vinto
ripiega l'altro braccio dietro la testa e con la mano
tenta svincolarsi dall'assalitore (2). Ma se unico è il
motivo artistico, nuova è l'applicazione fattane dal
pittore del nostro vaso. Si confronti il gruppo di una
Amazzone e di un guerriero ateniese scolpito sulla parte
destra dello scudo Strangford (3) ; e si vedrà quanto
poche e piccole siano le differenze, che non turbano
la concezione artistica dell'assieme. La descrizione di
questo gruppo varrebbe, si può dire, per quello del
vaso. Ma dall'arte di Fidia noi dobbiamo risalire alla
megalografia, per trovare l'origine di questo motivo
artistico; perchè Fidia s'era certamente inspirato alle
composizioni di Micone, nello scolpire le due Amaz-
zonomachie sullo sgabello del trono di Zeus in Olimpia
e sullo scudo della Parthenos. È infatti notissimo
quanti elementi e motivi della pittura parietale ricor-
rano non solo nel fregio della cella, ma sino nei fron-
toni del Partenone ; e nello scudo, a giudicarne dal
frammento Strangford, Fidia aveva introdotto nella
scultura la maniera di disporre le figure, propria di
Polignoto ('').

Acquisito per tal modo alla plastica, questo gruppo
di combattenti diventa un vero motivo di predilezione
per gli scultori del tempio di Figalia (3).

(■) Per la trattazione generale di questi gruppi, cfr. 0. Bie
Kampfgruppen und Kampfertypen (Berlin, 1891), e Habich
Die Amazonengruppe des aitai. ìVeihgeschenkes (Berlin, 1896)
Quanto ai sarcofagi con Amazzonomachie, vedine la raccolta
in Robert, Die ant. Sarkophag-relìefs, II, tav. 27 (celebre sa:
cofago di Vienna) e tavole seguenti.

(2) Lo schema della figura del vinto quasi abbattuto lo tro
viamo già, e con pochissime varianti, nel cosi detto u Capaneo '
di Villa Albani (Helbig, Fiihrer II2, n. 764), il quale appartici!
anch'esso, assai probabilmente, ad un fregio di tempio dell'"'
timo terzo del quinto secolo.

(3) Mi avvalgo della tavola del Conze, Die Athenasstalu*
des Phidias. Cfr. Collignon, Hist. de la sculpt. grecque,!, p.545
fig. 277, etc.

(4) Cfr. Robert, Die Maratiwnschlacht, p. 48.

(5) Rimando, per far presto, all'Overbeck, Gesch. der griec
Piasti/c, V, fig. 94 (lato est, 13.14,19) e fig. 95 (lato sud 22, 23
 
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