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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 14.1904 (1905)

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Patroni, Giovanni: Nora: colonia fenicia in Sardegna
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https://doi.org/10.11588/diglit.9311#0067

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117

nora. colonia fenicia in sardegna

118

Ija tradizione classica infatti, rappresentala da
insania (X, 17, 5) e da Solino (IV, 1), indicava ap-
P^Dto Nora come la più antica città della Sardegna,
llu attribuiva la fondazione a popoli iberici venuti
stabilirsi colà sotto la guida del mitico eroe Norace,
c'le le avrebbe dato il nome. Lo stato della critica
s*°iica ed archeologica e il preconcetto assai diffuso
Un ^einPo intorno alla pretesa colonizzazione egizia
6^a Sardegna impedirono por lungo tempo ai dotti
al1 di formarsi un giusto concetto del valore e del
Sl?nilìcato di tale tradizione. Abbastanza chiara e per-
s,,asiva mi pare invece la interpretazione data più
^ontemente ed alla quale già altrove aderii ('). Poiché
lao, nel luogo citato, fa menzione di Tartesso, im-
'tante e ricca colonia fenicia d'Iberia, e poiché di
a appunto venire Norace, questi popoli iberici
tradizione non possono essere se non fenicio-ibe-
cij coloni orientali che stabilirono uno scalo, una
•ione in opportuno posto delle spiagge sarde, per
Potei vi poggiare al sicuro con le loro navi du-

rante

«ersi
dizi

i viaggi commerciali alle coste iberiche e te-

Jn contatto con le altre stazioni di colà. La tra-
l0Qe, in tai modo interpretata, viene a trovarsi in

a colloc

s°stanza d'accordo con i dati di fatto, poiché la sup-
l^llettilo preromana di Nora, e tutti gl'indizi che
°tevano aversi quando le ricerche erano appena sal-
a,le o casuali, e i confronti con altri approdi somi-
glianti dell'isola, inducevauo ognuno che fosse anche
ni<Jdiocremente pratico delle antichità e della storia
are nella penisola norense uno dei primi scali
Cl- Tale era infatti, molto innanzi alle più recenti
1C(Hche, l'opinione dello Spano, benché egli, pren-
0 alla lettera la tradizione, immaginava poi che

Si'Ih '

3 enci sopravvenissero e si sovrapponessero al pri-
llltiv° nucleo di abitanti di stirpe semitica (-).

^■a oltre a ciò, troviamo pure nella tradizione un
Ceillio ad una specie di primato che sarebbe stato
^ Pno di Nora in confronto delle altre città sardo-

1Cle- Ed anche questo accenno ha una conferma in

dato di fatto. 11 primato cronologico, per la scelta
^!">ituna del posto ove la città venne fondata, si era

niato e trasformato in preminenza. Ancora al

PHi ^ ^ ^r°(' ^' scavi> agosto 1901, p. 30li ; Pais, La Sardegna
" del dominio romano, pp. 18, 49, 79.
<■ ) Bull. Arch. Sardo, anno IX, 1803, p. 100.

tempo romano, almeno sotto la repubblica, Nora era
considerata come la capitale dell'isola, poiché le co-
lonne milliarie dimostrano che le vie da Nora a Bitia
e da Nora a Carales fanno capo sempre alla prima
città e da essa numerano le miglia (').

Un argomento assai forte per attenerci ad una tra-
dizione già così attendibile noi troviamo nelle con-
dizioni topografiche e nell'aspetto dei luoghi, sullo quali
particolarità non senza ragione abbiamo poco innanzi
insistito. E cosa già nota, osservata fin dagli storici an-
tichi (cfr. Thuc. VI, 2), che i Fenici avessero sempre
preferito, per stabilirvi i loro approdi, le loro fattorie
commerciali, e poi le loro colonie, i punti avanzati
della costa, le penisolette, gì' isolotti poco lontani dalla
spiaggia e che facilmente si potevano difendere contro
le popolazioni indigene, non di rado ostili ai nuovi
venuti. Ora nessun luogo più della penisoletta norense
par proprio fatto apposta per soddisfare a queste esi-
genze o a queste predilezioni dei Fenici. Ivi non era
ncppur necessario munire la città che si voleva fon-
dare di poderose opere di difesa: bastava sbarrare il
non largo istmo sabbioso e basso che oggi si trova
tra S. Elìsio e la Guardiania, per vietare alle popo-
lazioni interne l'ingresso nella città, e tenere invece
nelle mani una via terrestre che s'internava subito e
per la quale potevano avviarsi carovane commerciali
e spedizioni armate di cui eventualmente si rendesse
necessario l'appoggio. E v'ha di più. Nelle colonie po-
steriori deve essersi tenuto maggior conto della bontà
dei porti, ovvero, come a Cartagine, si sono intrapresi
grandiosi lavori per rendere anche più favorevole, me-
diante l'industria, la posizione naturale. La penisola
di Nora non offre invece riparo se non a piccole navi,
né molto comodo. Ad oriente la rada è troppo aperta ;
ad occidente il porto d'Agonia è troppo lontano, non
più protetto da Nora, e il seno di mare non ha buon
fondo, in prossimità della penisola norense, se non in
una specie di canale al largo. Invece Nora offriva un
altro vantaggio, quello che si vede sempre preferito
alle condizioni portuali nelle città litoranee della Fe-
nicia propria, e che rispondeva ai bisogni ed al con-
cetto della navigazione più antica. Per i Fenici il porto
era piuttosto un punto di riconoscimento visibile da
lungi, anziché un riparo; la navigazione consisteva nel

(') C. I. L., X, p. 786.
 
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