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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 14.1904 (1905)

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Patroni, Giovanni: Nora: colonia fenicia in Sardegna
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https://doi.org/10.11588/diglit.9311#0087

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157

NORA. COLONIA FENICIA IN SARDEGNA

li

Nel capitolo seguente di questa memoria sarà
Astiato, particolareggiatamente questo materiale e
6 Sarà dato l'elenco da me riveduto. Per ora, rela-r
divamente alla cronologia delle tombe, l'unica conclu-
Sl°ne c"i l'insieme del materiale e le frequentissime
10 azioni di più antiche deposizioni, che esso attesta,
C0l>diicono, è che siamo certi della posteriorità e della
a,<liva introduzione negl'ipogei del materiale più re-
ente> che scende al secolo IV av. Cr. ; ma non pos-
ano esser certi della contemporaneità del materiale
P'U antìco (VI[-Vr secolo) alla escavazione primitiva
e 'Pogei. I pozzi funebri possono cioè ritenersi an-
a P'ù antichi, essendovi molte probabilità che il
a**riale delle primitivi* deposizioni siasi affatto di-
sperso.

§ 2. La nètà&poli ad incinerazione.

')a gran tempo si conoscevano delle stelo o cippi
1 Evenienti dalle necropoli sardo, soprattutto da Thar-

s e da Sulcìs, talora con simboli religiosi aniconici,
°'a con rappresentanze figurate, gli uni e le altre

f Pi" collocati sotto una specie di edicola. Si
-'"idicava che parte di questi monumenti sovrastasse in
0nS!tò alle tombe scavate nella roccia, emergendo dal
Sll0'°; un'altra parte, e in ispecie le edicoletto, veni-
Vauo Schiarati monumenti votivi, non funebri ('). Era
P01 opinione generale dei dotti, prima che gli scavi
ne"a necropoli di Cartagine fossero ripresi dal p. De-

•lei'i't 'aterale " (c™e erano ('el t'P0 frequente). Un prece-

f Apporto del Et. Commissario, in data 30 settembre 1801,
j . cne le seguenti preziose informazioni, che purtroppo fanno
' ' d'are una relazione più completa: « La maggior parte del

'lave •Ve"ne trovata ora S0Pra la testa ora sulle mani dei Ca"
« ivi inumati a più riprese. Si trovarono ammucchiate non

t v ossa negli angoli delle tombe, ciò eh dimostra che si

gbeva

(') F

n° gli antichi per far posto ai nuovi cadaveri. »

SPano,
I

'errot et Chipiez, Ilist. de l'Art, III, p. 234 sg., 253;

Bull. Archeol. Sardo, II, p. 26; C. Inscr. Ssmiticarum,
c'j '. 8> Pais, Bull. Arch. Sardo, p. 187 sg. Quivi si afferma
fa° ^°1° sulcense testé ricordato a è importante... perchè ci
saPere che monumenti simili... sono edicole religiose non già

m°iium
il la
solo

il i ,ttenti funerarii come fu prima asserito ». Pare frainteso
ttH»o del C. I. S., ove si dichiara votivo e non funebre il

Monumento in questione non già tutti i somiglianti. Ma
cfr^T^ V'°ra ^a ten(lenza a battezzare ogni stela per votiva;
r' D*-'lattre in Revue Archéologique 1898, II, p. 85.

lattre, che i Fenici non bruciassero i loro cada-
veri (').

Ma nel mese di marzo del 1889, la Direzione
degli scavi della Sardegna, presso il K. Museo Ar-
cheologico di Cagliari, fu avvertita di una scoperta
singolare avvenuta a Nora. Le onde del mare, che in
quell'inverno era stato straordinariamente burrascoso
sulle coste meridionali dell' isola, avevano messo allo
scoperto, presso la spiaggia, non lungi dalla chiesa
di s. Efìsio, talune stele e taluni cinerari. In quel
posto l'ufficio direttivo degli scavi curò che si fa-
cesse una regolare campagna, alla quale l'anno se-
guente atteso, come di consueto, il Nissardi. E fu
rinvenuta una vera necropoli punica ad incinerazione.

La fig. 13, che riproduce una fotografia eseguita
alla fino dello scavo, olfre un colpo d'occhio sulla
località e sali' insieme del materiale, che esamineremo
partitamente in seguito. La necropoli ad incinerazione
occupava buona parte di una di quelle dune o mon-
ticelli di sabbia che si vedono allinearsi lungo la
spiaggia alle spalle del santuario di s. Efisio : il
luogo preciso è segnato sulla nostra pianta generale
a tav. I (2). Gli ossuari, consistenti in pentole d'argilla
basse e panciute, erano deposti nella nuda sabbia, e
al di sopra di essi erano piantate le stele funebri scol-
pite, che un tempo dovevano senza dubbio emergere
dal suolo, ma, procedendo la formazione delle dune, su
le quali forse ponevano radice come ai giorni nostri
i fichi d'India, rimasero sepolte. Al momento dello
scavo erano inclinate o spostate, sia per movimenti
tellurici, sia per smottamenti della sabbia, talché non
si pensò, nè forse era possibile, a notare il rapporto
tra ciascuna urna e la stela corrispondente. Ciò del
resto non avrebbe avuto un grande interesse, poiché
queste incinerazioni sono quanto si può immaginare
di più monotono, sia per la forma del cinerario, sia
pel corredo poverissimo, che si riduce a piccoli og-

(') Si trova sporadicamente qualche notizia anteriore, ma
poco precisa e rimasta senza eco. Cfr. p. e. Gazette Archéolo-
gique 1884, p. 51, per le stele di Hadrumetum che soprasta-
vano ad urne cinerarie di terracotta con coperchio.

(2) Quivi si trova pure segnato, presso la necropoli, l'avanzo
di un edifìcio rettangolare che venne giudicato romano (ivi
presso erano tracce di pavimenti a mosaico). Non lungi, in di-
rezione est dalla necropoli e sempre presso il lido si trovò pure
un'area semicircolare con tracce di lunga e reiterata azione del
fuoco, limitata da un muro e nella quale si riconobbe l'ustrino.
 
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