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NORA. COLONIA FENICIA IN SARDEGNA

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pianta e dalla sezione della parte della necropoli sca-
vata nel 1891 e 92, che diamo a tav. XIV quale fu
rilevata dal Nissardi. Bisogna dunque ammettere un
vero carattere locale del tipo costruttivo, che sembra
assai arcaico, e che solo in qualche caso assume la
forma più sviluppata, normale per la necropoli caglia-
ritana, di un pozzo d'accesso con cella laterale aperta
in una delle pareti minori.

E d'altra parte, anche la più antica suppellettile
rinvenuta nelle tombe non può fornire che il ter-
minus ante quem per la data della escavazione degli
ipogei; e questo criterio deve qui essere usato con una
certa larghezza, in quanto che la roccia ove si pote-
vano cavare ipogei era assai limitata, il loro numero
senza dubbio piccolo relativamente alla popolazione,
e tale condizione di cose doveva favorire quella ten-
denza che si è potuta verificare in Fenicia e che
era propria in generale dell'Asia Minore, di far posto
cioè a deposizioni più recenti a danno delle più an-
tiche e disperderne talora ogni traccia; tendenza che
si sviluppa dovunque il sistema di seppellimento esige
in principio molta cura e la preparazione della tomba
è assai faticosa ('). Il rinvenimento di oggetti recenti
in tombe antiche, mescolati oppur no con oggetti ap-
partenenti a deposizioni precedenti, secondo che queste
erano state più o meno rispettate, è caratteristico
della Fenicia e ricorre a Nora in modo tipico. Io ho
udito da qualche studioso muovere dubbi e sospetti
intorno alla verità della coesistenza del materiale di
Nora distribuito tomba per tomba nel Museo di Ca-
gliari, ed attribuire la mescolanza di oggetti di età
disparate, che parecchie tombe presentano, a poca cura

= Perrot et CMpiez, Hist. de l'Art, III, fig. 105). Per Carta-
gine cfr. Beulé, Fouilles à Carthage, tav. VI = Perrot et
Chipiez, Hist. de V'Art, III, fìgg. 165, 166: per Tharros, La
Marmora, Atlante, parte II, tav. XXXV = Perrot et Chipiez,
ihid., tìgg. 167, 168.

(') Oggetti recenti furono trovati in tombe di Sidone senza
dubbio antichissime (Renan, Mission, p. 408). Una delle rac-
comandazioni più frequenti nelle iscrizioni funebri d'Asia Mi-
nore è quella di non seppellire altri nella stessa tomba, il che
vuol dire appunto che ciò avveniva troppo spesso e che il pe-
ricolo era vivamente sentito (cfr. C. Inscr. Or., 916, 919 a, 989,
990, 1926, 1933, 2661, 4253, 4259, 4292, 4299, 4303, 4380 r,
4380 s). Per altre regioni basterà accennare alle numerose ne-
cropoli preistoriche della Sicilia scavate nella roccia, ove fatti
analoghi furono verificati dall'Orsi; ma il fenomeno è talmente
diffuso che ogni regione si può dire ne offra esempì.

adoperata negli scavi, ovvero a confusione avvenuta
nei trasporti e rimaneggiamenti che le collezioni di
quel Museo hanno subito. Devo dichiarare per la ve-
rità che ho controllato rigorosamente gli elenchi della
suppellettile esistenti nell'ufficio di direzione, confron-
tandoli con minute ed appunti presi dal Nissardi sul
posto dello scavo, con i giornali delle guardie, e so-
prattutto con la suppellettile stessa, sulla quale per
fortuna erano ancora visibili le tracce di una doppia
numerazione scritta a matita dalla guardia addetta
a quello scavo, ed indicante il numero della tomba
e quello dell'oggetto. Alcune confusioni, del resto
spiegabilissime, erano avvenute, e sono state da me
corrette ; con un po' di pazienza mi riuscì pertanto di
identificare per mezzo dei documenti d'ufficio e degli
altri elementi di riconoscimento quasi tutti gli oggetti,
meno alcuni pochi che disposi fossero tenuti a parte.
Sulla veridicità della associazione degli oggetti quali
si presentano dopo la mia revisione non è più lecito
discutere, tanto più che, se i sospetti si fondano sol-
tanto sulla coesistenza di materiale d'epoche differenti,
chi li ponesse in campo mostrerebbe d'ignorare la
spiegazione evidente del fatto. Senza dubbio quegli
scavi potevano esser condotti meglio; ma sarebbe
stato necessario che vi presenziasse un archeologo
completamente preparato, e capace perciò di interpre-
tare sul terreno stesso il fenomeno che si presentava
e di prendere tutte quelle note che si desiderano in-
torno alla disposizione dei cadaveri ed al rapporto con
essi e fra loro dei vari oggetti del corredo. Ma anche
cos'i come sono, presentandoci cioè con sufficiente esat-
tezza l'insieme degli oggetti estratti da ciascuna tomba,
questi corredi sono materiale preziosissimo e di gran
valore storico, costituendo essi per ora l'unica serie
dell' isola in cui la suppellettile sia raggruppata siste-
maticamente secondo l'ordine di rinvenimento (').

(') Dopo la redazione di questa memoria ho pure voluto
cercare se non vi fossero elementi utili anche fuori dell'Ufficio
degli scavi, potendo tali elementi essere stati raccolti dail'abo-
lito Commissariato per le Antichità e Belle Arti in Sardegna.
Trovai infatti nell'Archivio del Ministero di Pubblica Istruzione
in Roma una lettera del eh. prof. F. Vivanet, datata da Ca-
gliari il 12 ottobre 1892, dalla quale risulta che l'ipogeo VI
della 2a esplorazione (nel nostro elenco XXX) era stato spo-
gliato di ogni oggetto da tempo antico, « come potè rilevarsi
da un buco praticato lateralmente». E segue la lettera: « I
sepolcri aperti tutti quanti nella viva roccia erano formati per
la massima parte di una camera parallelepipeda con una ca-
 
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