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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 14.1904 (1905)

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Patroni, Giovanni: Nora: colonia fenicia in Sardegna
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https://doi.org/10.11588/diglit.9311#0089

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NORA. COLONIA FENICIA IN SARDEGNA

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a quanto pare costituiva una presa di vaso. Di queste
oll(! 50 andarono in frantumi, 47 furono trasportato
a Museo di Cagliari, 102 depositate nella chiesa di
" jllsio a Nora, dietro l'aitar maggiore, ove tuttora
81 trovano.

^ altri singoli oggetti parliamo anche in seguito,
secondo la categoria cui appartengono, e diamo in
Ue della parte III di questa memoria, destinata alla
' lustrazione della suppellettile, un elenco sommario.
Q'1' notiamo solo ciò che giova a dare un' idea del
Caiattore di questa necropoli, ed a classificarla cro-
noloSÌcamente.

Se 1 arte fenicia avesse uno stile originalo ed una
°v°luziono propria, il criterio principale per talo classi-
^taione ci sarebbe offerto dalle stele figurate, che co-
8 Oliscono indubitatamente la più ragguardevole serie
'"Aumentale di questo cimitero di combusti. Ma nè in
'ente nè in occidente l'arte fenicia ha originalità,
P°ntaneità, evoluzione stilistica paragonabili non dirò
a greca, ma ad altre arti orientali. Lo stile dello
lefoe sepolcrali norensi è invecchiato, ieratico, con-
e,1/ionalo: ha potuto durare lungo tempo senza muta-
11 "'i- Le epigrafi, secondo mi comunicò cortesemente

»1 eh.

Prof. Ignazio Guidi, non risalirebbero a suo

Parere oltre il tempo di Alessandro Magno. Questo
Cllter'° epigrafico concorderebbe con la data del IV
s°c°lo che si può assegnare al frammento dell'orlo
11,1 robusto vaso campano verniciato di nero, sul

di

quale
nera
'•«•hi)

e graffita una dedica a Tanit, trovato tra i ci-
quantunque a mio parere il secolo V conver-
e meglio alla fabbricazione di quel vaso, che era
se Un grande cratere a colonnette. Il frammento in
(1'l()«tione è lungo m. 0,275 dalla parte interna, mi-
^ presa col metro rigido, che dà la corda sottesa
aico, il quale, corno si vede nell'annessa fig. 14,
aPP<esenta solo una piccola parte della circonfe-
l'euza.

Sulla parte superiore orizzontale dell'orlo (legger-
nto rivoltato, massiccio, a spigoli vivi, terminante
111 !>reve collo sotto il quale comincia il ventre del
J180 • tutte forme che accennano ad età piuttosto an-

tica ed

escludono i periodi tardi della fabbricazione

ltaliota di vasi verniciati di nero) leggesi in bel ca-
rattere regolare, graffito dopo la cottura, e certa-
mente alcun tempo dopo che il vaso fu portato in
Sardegna da qualche porto della Campania, Dicear-
Monumenti Antichi — Vol. XIV.

chia o Neapolis, la seguente epigrafe dedicatoria in-
completa (•):

Magnete Tei anitidi faciei Baal Ger (?) B[aed ?] . ..
quod. . .

Ma quand'anche si concedesse un tempo straordi-
nariamente lungo trascorso dalla fabbricazione del
vaso alla dedicazione di esso a Tanit, rimarrebbe

Fio. U.

sempre dubbiosa l'appartenenza di questo frammento
alla necropoli di cremati. K invece assai più verosi-
mile che il gran vaso sia stato dedicato a Tanit nel
santuario di cui ho scoperti gli avanzi o in qualche
tesauro ad esso pertinente; e tale probabilità è cosi
grande, da confermare a sua volta l'appellazione da
me data a quei ruderi. Andato poi in pezzi il vaso, un
frammento, gettato via con gli altri allo scarico, sarà
capitato nella sabbia ove si andavano a deporro i
cinerari.

Questo frammento ceramico non aiuta dunque gran
che il criterio epigrafico. So tal criterio dovesse pre-
valere, si potrebbe pensare che la necropoli di cre-
mati rappresenti in certo modo la continuazione degli
ipogei funebri; e che nella seconda metà del IV se-
colo av. Cr., non essendo più in alcun modo quelle
tombe sufficienti al bisogno, nè trovandosi più in sito
opportuno della roccia per cavarne altro, si sia stati

(') Lettura e interpretazione del eh. prof. I. Guidi. Cfr.
Notizie 1801, p. 301.

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