Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 14.1904 (1905)

DOI Artikel:
Patroni, Giovanni: Nora: colonia fenicia in Sardegna
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.9311#0101

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
185

NORA. COLONIA FENICIA IN SARDEGNA

186

mistici (gli altri due sono poco intelligibili); un
astuccetto di bronzo contenente materia organica de-
composta, senza dubbio avanzo del papiro che por-
tava la scrittura profilattica. V erano pure due fram-
menti di scarabei ed uno scarabeo ben conservato in
Pietra verde, con la rappresentanza di una sfinge alata.

La tomba XXI11 diede cinque amuleti in pasta,
esprimenti le solite figurine egittizzanti, non ben de-
terminabili per la loro scarsa conservazione.

La tomba XXV offrì qualche amuleto, un frammento
d' astuccetto cilindrico in bronzo, ed uno scarabeo
di pietra simile al diaspro verde, rappresentante una
Vacca che allatta il vitello. Analoga rappresentanza
1,11 quello della tomba XXIX, pure di pietra verde, e
Però l'uno di essi è figurato dalla faccia piana ed incisa,
l'altro dal lato dello scarabeo. Quest' ultima tomba ha
Una collana notevole, di cui tre perle sono di corniola,
due d'argento, le altre in pasta vitrea: una di quelle
corniola è di forma biconica allungata, ovvero ad
divetta. A questa collana appartenevano pure sei dei
soliti amuleti in pasta bianca.

Di una collana della tomba XXXVII avanzano
soltanto chicchi di pasta vitrea di varie forme e colori.

Finalmente la tomba XXXV1H ha una collana
di Perle vitree, cui accede un cilindretto d' osso tor-
nito, cinque amuleti di pastiglia e otto pendagli di
vetro in forma di vaso inanimato.

La sola descrizione data di sopra basta a mosti-are
clle questo genere di prodotti non esce a Nora dal
eiclo in cui già era noto si aggirassero gli oggetti
analoghi sardo-fenici usciti in gran copia soprattutto
^l suolo di Tharros. Sono le solite paste vitree o
smalti fonici, adoperati come ornamento, le solite rigu-
rine di divinità o di animali, adoperate come amuleti
e Pendagli. Queste rappresentanze sono, come dapper-
tutto presso i Fenici, tolte all' arte egizia: basta accen-
nare ai tipi delle figure divine, alla forma degli sca-
rabei, al comunissimo occhio d'Osiride, al gruppo della
vacca che allatta il vitello, il quale era già apparso
in altri amuleti sardo-fenici (') che trovano riscontro
111 monumenti egizi

Nei recenti scavi di Cartagine, materiale analogo
è venuto fuori in grande abbondanza ('). Se valesse
la pena di entrare in minute citazioni dei riscontri
che offre il materiale di cui è pieno il Museo di
St. Louis e la sala di Cartagine al Museo del Bardo,
ciò equivarrebbe a trascrivere intere pagine dei cata-
loghi di quella serie. Piuttosto importa qui ricordare
che non soltauto Cartagine offre stretti riscontri in
siffatto materiale, ma anche la Fenicia propria e le
sue altre colonie, talché mal si giudicherebbero esclu-
sivamente puniche, fenicio-occidentali e più parti-
colarmente cartaginesi quelle conterie che probabil-
mente si fabbricavano dovunque fossero importanti
stabilimenti fenici, e che nella parte semplicemente
ornamentale, in cui non entravano idee religiose (grani
di collana, pendagli, ecc.), venivano accettate anche
da altri popoli e abbondano nelle tombe di tutte le
regioni d'Italia aperte ai commerci marittimi.

Nello tombe più antiche di Sidone vennero infatti
trovate le medesime conterie da collana, piccoli idoli
egizi, occhi mistici, gioielli con scarabei, ecc. (2). A
Cipro furono trovate collane in cui un piccolo numero
di perle d'oro sono mescolate a grani di corniola e
di altre pietre, come abbiamo visto avvenire anche
per l'argento nelle collane di Nora (:ì). Lo stesso fe-
nomeno ricorre in collane della costa siriaca, e a Si-
done stessa (4); e in questa medesima antica metro-
poli fenicia si ritrovano le perle ad oliva allungata,
la cui forma abbiamo talora visto comparire nel ma-
teriale norense (5).

(') Vedi p. es. l'amuleto di pastiglia bianca smaltata presso
^"Pi. Catalogo Chessa, tav. B, tig. 2 = Perrot et Chipiez,
IIlst. de VArt, III, fig. 182.

(a) Lepsius, Denkmàler, parte II, tavv. XXXI e LXXVII.
Cfr' le tavv. XII e XLVI con analoga rappresentanza (capra

e capretto). La vacca allattante il vitello ricorre puro sulle note
tazze d'argento che il eh. Helbig con ragione giudicò di lavoro
fenicio; sebbene a parer nostro abbia poi errato nel determi-
nare la serie trovata nelle tombe italiche come specificamente
punica, ossia occidentale. Cfr. Ann. dell' Inst. di Corrisp.
archeol. 1876, pp. 200 (tazza di Kurion), 201,202 (tazze della
tomba Keguliui Calassi).

(') V. i citati rapporti del p. Delattre (nei C. R. de l'Acad.
des fnscriptions et Belles-Lettrc* 1900, tav. II, sono pubblicati
amuleti egittizzanti); i Comptes rendus del GaucklerjVon Duini
in Arch. Anzeiger 1896, pp. 88-89, ecc.

(2) Renan, Mission, pp. 405, 488 (ove è notato anche un
ocebio mistico in oro), 489. Anche a Cipro, sebbene l'influenza
egizia vi si senta meno, ricorrono analoghe conterie e l'occhio
mistico d'oro (Ohuefalscli-Richter, Kypros, tav. LXV1I, 12).

(3) Cesnola, Cyprus, p. 315.

(4) Perrot et Chipiez, [list, de VArt, III, tav. X (collana
di corniola con paste vitree ed oro del Louvre, portata dal
Renan); v. a p. 825, nota 2, la menzione di una simile collana
siriaca della collezione de Voglie.

(5) V. nella medesima tavola del Perrot la collana di dia-
 
Annotationen