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NORA. COLONIA FENICIA IN SARDEGNA

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della fotografia qui riprodotta fu collocata inoltre una
specie di piccola fusaiola in pietra. Questi oggetti
furono trovati insieme con quelli di piombo negli
scavi del 1890.

I tripodi, con alto e sottile fusto a colonnina, sono
terminati da un piattello concavo o da un disco piatto.
Il più alto (di m. 0,23: gli oggetti sono qui ripro-
dotti a circa 1/3 del vero) ha un piattello, ed è da
spiegarsi come brucia-profumi o, grecamente, thymia-
terion. Gli altri hanno un disco piatto e sono sostegni.
Potevano sorreggere o un piattello, in cui si saranno
bruciati i profumi, ovvero una lucernina.

Le lucernine sono ottenute dal piattello, alla stessa
maniera che si praticava con quelle di terracotta, per
via del ripiegamento dei bordi. Questi vengono cioè
o stirati da una parte e accartocciati uno sull'altro a
tubolo, da cui si tirava fuori il lucignolo (tale forma
non si ritrova nelle lucerne di argilla), o ripiegati
in dentro in tre parti in modo da lasciare due bec-
chi (tipo frequente e caratteristico della lucerna pu-
nica d'argilla, ovvero una semplice strozzatura designa
ii posto del lucignolo per una lucernetta monolicne.
Data la deformabilità della materia e la leggerezza
e irregolarità della strozzatura, riesce talora difficile,
come s'intende, definire se l'oggetto fu una lucernina
o un piattello.

Dna lucernina ha un manico ottenuto con stiramento
a nastro: un piattello offre invece un'ansa saldata.

Gli altri oggetti non offrono materia ad osserva-
zioni tecniche e tipologiche. La piccola bipenne sim-
bolica ha riscontro in quella di bronzo proveniente
dagl' ipogei, che abbiamo già notata di sopra.

4. Le corderie.

Gli amuleti.

Nella tav. XVI diamo esempì di collane in con-
teria, con amuleti generalmente di pastiglia e sca-
rabei. Pochi e poco significanti pezzi sono trascurati
perchè non si prestavano alla riproduzione, e si tro-
veranno notati all'elenco degli oggetti. Gli esempi
presentati, tolti dalle tombe ove le serie degli ele-
menti che formavano la collana erano più complete
o gli elementi stessi meglio apprezzabili, sono baste-
voli a dare un'idea di questo genere d'ornamenti,
che sono del resto i più comuni in tutti i paesi fenici.

Che gli scarabei possano aver appartenuto anche
a collane, parrebbe potersi desumere sia dalla man-
canza, che spesso si verifica, dell'anello cui sarebbero
stati applicati, sia dalla presenza degli amuleti in
pastiglia, i quali hanno per lo più una forma anche
meno comoda a portarsi e meno adattabile agli ele-
menti ordinari della collana, come granuli, dischi,
tubolini. Talora però può l'anello essersi disfatto
mentre lo scarabeo si è conservato. Con tale riserva,
per comodità di riproduzione, si presentano alcuni sca-
rabei infilati al medesimo filo con i grani o chicchi
e gli amuleti.

1 chicchi o tuboli sono talora di pietre dure, di
metallo, di osso, adoperati in piccol numero, frammisti
agli altri : la maggior parte sono però di pasta vitrea
a vari colori.

Nella tomba Vili su sedici chicchi di collana (') se
ne trova uno di corniola ed uno di osso: a questi è
associato un piccolo fallo di pastiglia.

Nella tomba IX sono da notarsi un amuleto di pa-
stiglia rappresentante un leone ed un pendaglio di
osso rappresentante un vaso mammato.

La tomba XII aveva fra il corredo una collana più
ricca, di chicchi di pasta vitrea e di smalto, con sei
amuleti in pastiglia, rappresentanti un gatto, una
scrofa, uno sparviero, un occhio mistico e due Bes.
V'è poi uno scarabeo di pasta, rappresentante la barca
solare egizia col disco e la croce ansata tra due penne
di struzzo, il tutto su neh. Notevoli i chicchi di col-
lana della tomba XIII perchè sembrano appartenere ad
epoca arcaica. Infatti, sebbene questo ipogeo non fosse
andato immune da spoliazioni, come si può desumere
dalla povertà del corredo evidentemente incompleto,
tuttavia gli oggetti pervenutici erano esclusivamente
fenici ed arcaici, mancando affatto i vasi attici e i
campani, dei quali soprattutto sono sempre forniti i
corredi che accompagnarono le deposizioni più recenti
negli ipogei di Nora. Di queste perline di collana ve
ne ha una di corniola, le altre sono di pasta vitrea.

La collana dell'ipogeo XV aveva fra i suoi ele-
menti due chicchi in oro, uno in corniola, uno in
pietra dura comune ; sette amuleti di pastiglia, rap-
presentanti: Ka a testa di sparviero, un Bes, tre occhi

(') Il numero degli elenchi non sempre corrisponde a quello
degli oggetti rappresentati, il cui stato di conservazione spesso
vietava di sospenderli al filo.
 
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