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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 14.1904 (1905)

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Patroni, Giovanni: Nora: colonia fenicia in Sardegna
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https://doi.org/10.11588/diglit.9311#0123

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229

NORA. COLONIA FENICIA IN SARDEGNA

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v ha di meglio se non studiare in se stessa questa
sene di monumenti norensi, interrogarla, farne sca-
turire dall' intima essenza quella luce che non le si
Può proiettare sopra da altra sorgente.

Incominciamo dalle rappresentanze aniconiche. La
Più frequente è la forma betilica della grande dea
Tanìt, cioè una pietra conica, spesso tronca, sovente
aUungata a guisa di obelisco. La ritroviamo isolata
nelle stele seguenti:

1- Stela di panchina, rastremata, con basso
zoccolo molto sporgente nella parte anteriore, alta
m- 0,37. Betilo di Tanìt in alto rilievo (tav. XXI, la).

2. Frammento di stela di panchina, alta attual-
mente m. 0,37. Betilo simile assai danneggiato.

3. Stela di panchina, alta m. 0,28 in forma di edi-
coletta fastigiata che racchiude un betilo.

4. Stela di panchina, alta m. 0,45. Edicola conte-
nte un betilo.

5. Simile, dello stesso materiale ad altezza. L'e-
dicola porta sull'architrave il disco sormontato dalla
lunula.

6. Id. id. a. m. 0,41. Betilo sopra una base.

7. Stela di panchina con grande zoccolo rustico,
alta m. 1,00, senza lo zoccolo m. 0,54. Edicola conte-
nte un betilo sulla sacra tavola. Nel basamento del-
l'edicola è incisa una iscrizione che al eh. prof. Guidi
n°n è riuscito interpretare, non avendo permesso lo
stato di deperimento e la porosità della pietra di
trarne un calco leggibile (tav. XXIV, 3).

8. Stela di panchina, alta m. 0,58, rastremata, con
largo zoccolo. Edicola contenente un betilo sorgente
dalla sua base, collocata sulla sacra mensa. Nella parte
superiore tracce del disco con la lunula (tav. XXIII, la).

Il numero seguente ci offre la geminazione del
botilo :

9. Stela di panchina, alta m. 0,64, alquanto rastre-
mata. Edicoletta contenente due betili gemelli. Nel-
l'architrave disco con lunula (tav. XXIII, lb).

Non bisogna pensare ad una coppia di divinità
determinata dal simbolo astrale, che in tal caso do-
Vrebbe interpretarsi per sole e luna. 11 disco con lunula,
variamente interpretato, si trova forse troppo spesso

su ogni sorta di prodotti fenici, quasi come una marca
di fabbrica, per poter servire da determinante ad una
rappresentanza aniconica. Ma le più recenti e più fon-
date interpretazioni riconoscono in questo simbolo la
divinità lunare, rappresentata in una forma derivante
dalla figurazione della luna presso gli Egizi nel feno-
meno che i francesi dicono lumière cendrée ('). Io in-
tendo adunque che la stela stessa rappresenti iposta-
ticamente Tanìt, e i due betili due sue emanazioni
o korai, come direbbero i Greci; e vedo nel disco
con lunula o un determinativo della pietra medesima,
o un simbolo astrale generico. Che la pietra stessa
possa essere considerata come betilo e ricevere il
simbolo astrale senz' altra rappresentanza, è chiaro
dal numero seguente:

10. Stela di arenaria a. m. 0,50. Disco con lunula.

E che vi siano due emanazioni della divinità prin-
cipale, che l'accompagnano ma sono a lei inferiori,
risulta da tutta la serie seguente, in cui i betili sono
tre, ordinariamente uno più grande nel mezzo fian-
cheggiato da due minori:

11. Stela di panchina originariamente rivestita di
stucco, alta m. 0,54. Edicola contenente tre betili
sormontati da disco e lunula (tav. XXI, 2 a).

12. Stela di arenaria rozzamente scalpellata, alta
m. 0,88, avente nella parte mediana un semplice ri-
quadro incavato, figurante l'edicola che contiene i tre
betili. Nella parte inferiore iscrizione di più linee, la
cui lettura non è riuscita.

13. Stela di panchina mancante della parte supe-
riore, alta m. 0,79. Edicola a cornici rientranti, con-
tenente i tre betili su base sagomata. L'alto zoccolo,
dello stesso pezzo, è lavorato a bassorilievo in forma
di base (cioè la forma di essa è rilevata sulla sola
faccia anteriore) che ripete la sagoma di quella d'onde
sorgono i betili (2). Nella cornice di questa base è
una iscrizione anch'essa di lettura disperata.

(') Clermont-Ganneau, La Tanit-Pené-Baal et le couple
Déméter-Perséphone à Carthage, in Études d'Arch. Orient., I,
pp. 149-155; Tanit et Perséphone-Artémis, in Recueil d'Arch.
Or., ITI, pp. 186-188; Dussaud, Notes de Mythologie Syrienne,
in Rev. Archéol., 1903, I, p. 125.

(2) V. oltre, al n. 46, una base simile lavorata a parte. La
sagoma di queste basi ricorda il noto pilastro quadrato di
 
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