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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 14.1904 (1905)

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Savignoni, Luigi: Scavi della missione italiana a Phaestos 1902-1903: rapporto preliminare
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https://doi.org/10.11588/diglit.9311#0223

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429

IL PALAZZO DI PHAESTOS

430

rovina dell'uno e l'innalzamento dell'altro edifizio, ce

10 provano più fatti :

a) Per alcuni dei nuovi vani (38, 51, 76) si uti-
lizzarono muri antichi, per parecchi si mantenne l'ori-
ginario livello, e per tutti rimase inalterata l'orien-
tazione primitiva.

b) Nella parte occidentale del palazzo miceneo,
la quale fu basata a un livello più alto dell'antico,
s'osserva che i pavimenti riposano immediatamente
sopra le macerie del primo edifizio, che sembrano esser
state livellate appunto dai costruttori micenei. Ciò si
può ben osservare specialmente nel megaron superiore,

11 cui pavimento è a contatto con le mura dei sot-
toposti magazzini di Kamares (tav. XXVIII).

c) Neil' interno del secondo palazzo si conserva-
vano alcuni vasi ('), i quali risalgono a un'epoca poco
diversa da quella, cui appartiene l'ultima fase della
ceramica vascolare premicenea.

Qui giova anche notare come la reggia di Knossos,
per la pianta del suo pian terreno, presenti molte
strette somiglianze non già col palazzo miceneo di
Phaestos, ma con le parti ivi conservate dell'edificio
più antico (piazzale 1, muro a ortostati, propileo 3,
corridoio 3'), o con quelle del secondo palazzo, che
all'altro si possono riportare (vestibolo e portico set-
tentrionale del gineceo).

K se è vero che il piazzale occidentale col muro
a ortostati, e il propileo col corridoio a sud-est del
piazzale stesso, non rimasero in uso nel palazzo mi-
ceneo di Phaestos, mentre evidentemente seguitarono
a far parte integrante della reggia di Knossos, pure

nel suo periodo meno antico, dobbiamo ritenere che
quest'ultima, nell'assieme, mantiene un tipo di archi-
tettura più remoto di quello, che vediamo nel secondo
palazzo di Phaestos, caratterizzato dal megaron supe-
riore con tre colonne.

Che poi la reggia di Knossos, quale si presenta
nel tardo periodo minoico, risalga a un'epoca più an-
tica rispetto all'edifìcio miceneo di Phaestos, si può
forse dedurre dal fatto, che certi vasi tipici, conser-
vati in alcuni vani di quella, si ritrovano non già nel
secondo palazzo festio, ma nel sedimento ad esso sot-
tostante (').

Alla rovina della reggia micenea di Phaestos suc-
cedette un nuovo periodo di abbandono dell'acropoli,
periodo che forse non fu breve. Infatti :

a) le fabbriche elleniche, nella maggior parte dei
casi, non vennero fondate sul piano e sulle costruzioni
micenee, o direttamente sulle loro macerie, ma sopra
uno strato di terra di naturale riporto, avente in più
luoghi un notevole spessore, e

b) nessuno degli edifìzì postmicenei mantenne
l'orientazione del palazzo; il che vuol dire che delle
rovine di questo non si tenne conto, perchè quasi nulla
doveva apparirne sul piano di campagna all'epoca del
ripopolamento dell'acropoli.

e) Finalmente le tracce d'una cultura protogreca
o del così detto periodo geometrico, in Phaestos, si
riducono a pochi esemplari di ceramica vascolare di-
pinta, del tutto sporadici, i quali potrebbero anche
riportarsi a una fase di sviluppo dello stesso stile
miceneo.

(') Moti. Aut., XII, fìg. 39, p. 107.

(') Vedi appresso, p. 460 e seg.
 
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