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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 14.1904 (1905)

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Savignoni, Luigi: Scavi della missione italiana a Phaestos 1902-1903: rapporto preliminare
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https://doi.org/10.11588/diglit.9311#0235

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453

IL PALAZZO DI PHAESTOS

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fondo chiaro) fu trovato nella zona 5, presso il sa-
cello 2"', nello strato immediatamente sottoposto al
pavimento del secondo palazzo (') ; e finalmente a Zakro
due bellissimi vasi (2) che, negli ornamenti dipinti,
sombrano pur conservare la sintesi dei due antichi
stili cretesi, rientrano già nella categoria dei migliori
vasi micenei.

Gli altri pithoi dipinti dei magazzini 69', di cui il
migliore esemplare (81) è rappresentato alla t. XXXIV,
b, si debbono ascrivere fra i più avanzati prodotti

terno dei quali è lasciata, del colore del fondo, una
specie di stella a quattro punte.

La terra in cui i pithoi erano incastrati non mostrava
una regolare stratificazione, poiché, pel collocamento
stesso dei pithoi, doveva essere stata smossa a più
riprese; conteneva ceneri, carboni, avanzi organici, e
vasi fittili.

Di questi trovammo duo notevoli mucchi : uno (A)
dentro alla cella di mozzo, l'altro (B) nel corridoio
di fronte all' ingresso di quella.

Fig. 65 — Vasetti dipinti dei magazzini premicenei. 1:2 circa.

della ceramica festia premicenea, di stile monocromo
a disegni scuri su fondo chiaro.

La superficie di tutti i vasi di questa specie (11,
12, 19, 24, 31) è accuratamente preparata con un
sottile strato d'impasto finissimo, ben levigato, e avente
quasi la lucentezza della vernice.

Il pithos 24 (fig. 64), nelle parti non annerite
dallo fiamme dell'incendio che bruciò i magazzini,
ha, alla superfice, un bel colore grigio-cenerognolo. Su
questo fondo erano dipinti, con vernice bruna, una
banda orizzontale sotto il labbro, una incorniciatura
a forma di otto intorno all' attacco dei manichi, e,
sotto a questi e negli spazi fra loro intercedenti, dei
dischi iscritti entro cerchi.

I pithoi 11, 12, 19, 31 hanno invece il fondo
giallognolo e, di essi, i primi tre presentano una me-
desima decorazione caratteristica, che consiste — oltre
la fascia sotto il labbro e l'incorniciatura dell' attacco
delle anse — in tanti dischi a vernice bruna, nell' in-

(') Cfr. Rendic. della R. Accad. dei Lincei, XI, p. 525.

(2) Hogarth, Bronze-age vases from Zakro in /. //. S., XXII,
tav. XII, 3; e Dawkins, Pottery from Zakro in /. //. S., XXIII,
p. 253, fig. 18.

Il primo comprendeva numeroso scodelline grezzo
del tipo frequentissimo nei depositi micenei, frammenti
di vasi rustici di Kamares, un lisciatoio di pietra nera,
qualche pezzetto di vaso d'impasto, a superfice levi-
gata, e perfino due o tre schegge di ossidiana.

All'altro apparteneva pure una considerevole quan-
tità di scodelline grezze, alcune lucerne d'impasto
grossolano, ma lisciate esternamente a stralucido, con
bitorzoli sulla periferia (fig. 88 a, b), e i tre vasetti
dipinti, che riproduciamo alla fig. 65.

La tazzina a tronco di cono (a) è fatta a mano
e sulle sue pareti esterne si vedono ancora in basso
le impressioni delle dita. Presso il labbro, un poco
sporgente, al di fuori, sono dipinte due fasce bianche
sul fondo rosso-bruno e, nell' interno, tre mezzi dischi
fra loro tangenti, con la curva all' ingiù, in vernice
bruna su fondo chiaro.

Il vasetto b, al quale ora manca il beccuccio ci-
lindrico, è di terracotta giallognola, a pareti piuttosto
spesse. Aveva la superfice dipinta con vernice nera,
sulla quale si riconoscono appena alcune linee oblique
in bianco, disposte tre a tre, che sembrano incontrarsi
fra loro ad angolo acuto.
 
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