Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 14.1904 (1905)

DOI Artikel:
Savignoni, Luigi: Scavi della missione italiana a Phaestos 1902-1903: rapporto preliminare
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.9311#0251

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
485

IL PALAZZO DI PHAESTOS

486

2. Sul lato est, ventuno esse, sei figure bovine ed
ancora sette esse.

3. Sul lato sud, venticinque esse.

4. Sul lato ovest, trentatrè esse.

Una figura bovina trovasi pure agli angoli nord-
est, sud-est, sud-ovest.

Già abbiamo altrove accennato in quale relazione
possano stare colle pittografie cretesi i due motivi ri-
petuti sulla zona che corre intorno alla tavola da li-
bazioni (').

Sebbene essi riescano ad un effetto decorativo,
pure mi sembra si debba pensare che un qualche
speciale simbolismo religioso abbia determinato la
scelta e più ancora la reciproca disposizione dei due
motivi.

Non è necessario infatti ch'io richiami l'attenzione
sul significato sacrale che, nella religione preellenica,
s'attribuisce alla figura bovina; alla parte notevolis-
sima, anzi dominante, che questa ha nel culto primi-
tivo di Grecia e di Creta, accenna il fatto che, delle
numerose rappresentanze plastiche in bronzo o in ter-
racotta che della medesima si conoscono, alcune pro-
vengono da ben noti santuari, come l'antro Dikteo (2),
o che spesso la testa bovina si vede sormontata dalla
doppia ascia, il vero e proprio emblema della mag-
giore divinità preellenica (3).

Quanto all'altro motivo, esso non rappresenta in
sostanza una cosa diversa dall'ornamento spiraliforme,
ottenuto in rilievo sulla tavola da libazioni a sei va-
setti, proveniente dallo strato miceneo di Phaestos (4);
e poiché si ripete su due monumenti di non dubbio
carattere sacro, deve avere una significazione speciale,
in rapporto al culto cui l'oggetto è destinato.

Non v'ha dunque alcun dubbio che la scelta dei
motivi — siano pure decorativi — della tavola da liba-
zioni, debba essere stata determinata dal simbolismo
religioso d'allora.

Ma ancor meno spiegabile per semplici ragioni
ornamentali è la disposizione dei motivi medesimi.

Anzitutto bisogna notare, che le spirali sono di-
sposte così che, da qualunque parte si guardi la tavola,
si presentano tutte con l'avvolgimento superiore rivolto
verso sinistra, mentre dei bovetti, quelli riuniti in una
serie di nove, guardano verso l'interno della tavola e
quelli riuniti a sei, verso l'esterno ; degli altri, posti
agli angoli, due hanno le zampe dalla parte interna
e uno il dorso.

Che tutto ciò sia casuale non credo, e tanto meno
inclino a vedere un capriccio dell'artista nell'alter-
narsi dei due motivi in modo che, dopo una serie di
nove figure bovine, cominciano le esse, e poi, sull'altro
lato ricorrono altre sei figure. E perchè ai quattro
angoli, tre figure e non quattro?

Nella reciproca disposizione dei due motivi, sol-
tanto una simmetria più o meno perfetta potrebbe spie-
garsi col puro intendimento decorativo.

Gli è invero che il numero tre, coi suoi multipli,
sembra aver avuto, pure nell'ambito della più antica
cultura egeo-cretese, un valore rituale — così come
in altre religioni contemporanee e posteriori —■ e forse
accenna o ad una triade divina o a un triplice aspetto
della divinità.

Noi abbiamo creduto di riconoscere nei tre piccoli
vani dell'edificio premiceneo di Phaestos, addossati alla
estremità nord del muro a ortostati, un unico sacello
tripartito, in accordo con ciò che l'Evans ha supposto
per il santuario cnossio dell'epoca micenea (').

Ma, quale che sia l'esattezza di tale nostra inter-
pretazione delle rovine de' vani suddetti, resta il fatto
notevole, che ima triplice divisione si osserva nel sa-
cello, come viene figurato in epoca premicenea e mi-
cenea.

L'oggetto in terracotta, costituito da tre colonnine
che riposano sopra un'unica base rettangolare e sono
sormontate ciascuna da un uccello, oggetto trovato nei
resti del più antico palazzo di Knossos (2), secondo una
veduta del Karo (3) rappresenta, in forma ridotta, un
sacello del tipo di quelli che son riprodotti dall'affresco
di Knossos (4) e dalle note placche d'oro di Micene (5),

(') Vedi innanzi, p. 443 e segg.

(2) Hogarth, The Dictaean Cave, in B. S. A., VI, figg. 34
e 39; Halbherr, in Mus:o Italiano di antichità classica, lì,
p. 907 e tav. XIV.

(s) Milani, Studi e materiali di archeologia e numismatica,
I, p. 198; e Karo, Allkrctische Kultstàtten in Archiv fur
Religionswissenschaft, VII, p. 41.

(') Mon. Ara., XII, tav. Vili, 5 e Karo, 1. c. flg. 20.

(') Knossos, 1902, in B. S. A., Vili, p. 105.

(2) Evans, ivi, fìg. 14.

(3) Karo, Althrelische Kultstàtten in Archiv fur Religions-
wissenschaft, VII, p. 136.

(4) Kvans, Myccnaean Trce and Pillar Cult in /. //. S., XXI,
tav. V.

(5) Milani, Studi e materiali, I, p. 209.
 
Annotationen