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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 14.1904 (1905)

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Savignoni, Luigi: Scavi della missione italiana a Phaestos 1902-1903: rapporto preliminare
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https://doi.org/10.11588/diglit.9311#0320

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623

SCAVI E SCOPERTE

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una freccia, che pare accenni alla caccia al leone di-
struttore della selvaggina montana indicata dalle teste,
residuo del suo pasto.

Tra le scene di caccia, non rare sulle gemme mi-
cenee, abbiamo talvolta anche dei semplici episodi
come questo senza il cacciatore. Così in un' altra
gemma yedesi un capro selvatico che stramazza col-
pito da una freccia (') e in due altri un toro colpito
da una lancia (2). È un motivo decorativo che perdura
anche nell'epoca greca classica, prestandosi anche egre-
giamente a riempire un tondo (3).

Anche per le teste di animali staccate e sparse
sul campo non mancano analogie, per es. in una gemma
di Micene, dove attorno ad un toro sono due teste ed
anche una coscia di capro (4). In questi casi la riu-
nione di parti di animali più deboli attorno ad altri
più forti può intendersi semplicemente come un'imagine
della vita della campagna; ma vi sono molti altri casi
in cui si veggono riuniti insieme degli animali o parti
di animali più svariati senza che se ne intenda a colpo
d'occhio il nesso, che può essere o di carattere pitto-
grafico od auche sitnbolico-religioso (5).

13. Corniola lenticolare (tav. XL, n. 9, e fìg. 96).

Due stambecchi accovacciati contrapposti simme-
tricamente pei dorsi. Nello spazio centrale una testa
umana con orecchi larghi e mento prominente ; il
cranio sembra coperto da un berretto liscio (6). Diam.
mm. 18.

(') Tsuntas, 'E(pr}{*. iIqx-, 1889, tav. X, n. 81, p. 1C7; Furt-
wangler, op. cit, tav. Ili, n. 13.

(*) 'Eytifi., 1888, tav. X, n. 18 ; Furtwangler, ibid., n. 44.

(?) Cfr. p. cs. il fondo di una tazza di Tleson con un
cervo colpito a morte da una lancia: Gsell, Fouilles de Vulci,
tav. IX.

(*) 'FAft]fi., 1888, tav. X, n. 18, p. 177.

(5) Gemma di Vafl > con quattro teste di capra selvatica:
'Ecpì]fj,. 1889, tav.X, n. 25; Furtwangler, op. cit., tav. Ili, n 10. Altra
del Peloponneso con varii animali o teste: Furtwangler, op. cit..
Ili, testo, p. 52, fìg. 37. Anelli d'oro di Micene con teste di tori
ed animali varii : Schuchardt, Schliemann's Ausgrab., flg. 296;
sigillo di H. Triada: Mon. arte, XIII, p. 35, fìg. 2G. Anche
il famoso anello d'oro del tesoro di Micene ha presso l'orlo
sei teste di leone. Al simbolismo religioso accennano special-
mente le teste di toro, di cui e noto l'uso simbolico. Due di
queste sono riunite in una gemma di Micene: Furtwangler, III,
p. 36 = Milani, loc. cit., fig. 39, che raccoglie alle fìgg. 36 segg.
anche le altro rappresentazioni. Cfr. ivi p. 29, fìg. 17, l'anfora
beotica di stile geometrico con figure intere e parziali di ani-
mali, un braccio umano, svastika ecc.

(6) Cfr. il berretto dei soldati nel vaso di H. Triada, Mon.
antichi, XIII, tavv. I-III, p. 111.

Una faccia d'uomo è espressa anche in un pen-
daglio d'oro di Cipro ('), ma credo che questo sia il
primo esempio in cui una testa umana comparisca così
combinata nelle gemme ed in genere in opere micenee.
Se essa abbia un significato simbolico (apotropeico?)
oppure sia una forma pittografica come spesso le teste
di animali (-), non oso decidere; certo non può, a mio
avviso, intendersi come semplice ornamento. Per la
seconda ipotesi può bene paragonarsi al geroglifico egi-
ziano della faccia (ìir) cui è somigliantissima anche
per il tipo (3).

14. Gemma di corniola oblunga e piatta, a se-
zione ellittica; il foro corrisponde all'asse longitudi-
nale. Figure incise su ambedue le facce (tav. XL,
nn. 5 e 8, e fig. 97).

A. Mostro con corpo di leone (?) e con ali di uc-
cello o di insetto orlate da una specie di frangia a spi-
rali che ricordano i serpentelli dell'egida di Athena
ma che non mancano di analogie micenee (4). Il nostro
sta ritto sulle zampe posteriori e colle anteriori tiene
afferrato e diritto un cerbiatto o una gazzella, cui sembra
pronto a dilaniare colla bocca già spalancata e fornita di
terribili zanne aguzze (manca per frattura parte della
testa e della schiena).

È uno di quegli stessi demoni che conosciamo già
da numerose rappresentazioni, specialmente in gemme
incise, delle quali una abbiamo trovato anche nella
tomba n. 9 di questo stesso sepolcreto (cfr. sopra
fig. lOc). Cotesti demoni si vedono di solito in numero
di due o più, ma talvolta come qui, soli ed anche
carichi della loro preda (r>).

Ma nella gemma di Phaestos la composizione del
gruppo diversifica da quello di tutti gli altri a me
noti e sembra derivare dallo schema delle rappresen-
tazioni di demoni combattenti con animali in monu-
menti caldaici (6). D'altra parte, se si astrae dalle ali, il

(') Murray, ecc., Excavations in Cyprus, p. 19, fìg. 37.
(*) Cfr. Evans, Cretan pictor/raphs, p. 40 (309) seg.
(3) Cfr. p. es. Perrot-Chipiez, Hist- de l'art, I, fìgg. 86 e 455.
(4J V. p. es. i grifi presso Schliemann, ilyctnii, fìgg. 261 e 272.

(5) Per cs., Furtwangler, Ant. Gemmen, tav. II, n. 35; id.,
Geschn. St. in Berlin, tav. I, 11; Milani, op. cit, II, fìgg. 194,
195, 238 a. Più particolarmente simili al nostro sono quelli del-
l'ansa del vaso ciprioto in New-York, ibid., fig. 232, e Perrot-
Chipiez, III, fig. 555 seg.

(6) V. per es. il cilindro in Perrot-Chipiez, op. cit., II,
p. 675, fìg. 332. Cfr. il gruppo più recente del re persiano
combattente con un mostro: ibid., V, p. 547, fìg. 352.
 
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