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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 14.1904 (1905)

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Paribeni, Roberto: Ricerche nel sepolcreto di Haghia Triada presso Phaestos
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https://doi.org/10.11588/diglit.9311#0373

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729

PRESSO PHAESTOS

730

mescolata. Come ho già detto, questi grani si trovarono
invece dispersi anche a profondità diverse nell'area che
dall'angolo sud-est va circa un dieci centimetri a
ovest oltre il pilastro di mezzo. I grani romboidali
hanno una parte centrale rigonfia, sono vuoti interna-
mente e forati nel senso dell'asse più lungo. Le gocce
sono forate trasversalmente alla sommità; tanto gli
uni che le altre sono di grandezze diverse. Probabil-
mente i pezzi più grossi erano al centro, e i più pic-
coli alle estremità, ma noi che non siamo sicuri di
aver rinvenuto tutti i pezzi, non possiamo dir nulla
di certo in proposito. La forma dei grani romboidali
non è nuova per l'età micenea, appare in steatite nel
deposito di Haghios Onuphrios (') e in oro a Micene
stessa e nella necropoli cipriota di Enkomi Si
ha anche in Assiria, ma gli orli sono rialzati, e la
parte centrale depressa (3) al contrario di quel che si
osserva qui.

Non credo improbabile, che essa imiti la forma di
qualche frutto che può aver costituito uno degli orna-
menti primitivi, e alla quale restò poi affezionato il gusto
dei micenei. I pendagli a forma di gocce {avalaynia)
sono anch'essi comuni, e si riscontrano assai più svi-
luppati a forma di mano che stringe una mammella
in una collana del tardo tesoro miceneo d'Egiua ('').

Si rinvennero anche nel luogo stesso sei sferette
d'oro, vuote e forate, digradanti per grandezza. Nella
ricostruzione della collana, come in fig. 26, ho alter-
nato un grano romboidale con una goccia, per quanto
il numero dei pezzi rinvenuti ce lo consentiva, e ho
collocato alle estremità le sei sferette.

11. Undici grani di collana di forma globosa o
cilindrica o romboidale di smalto turchino (un esem-
plare), di onice (uno), di ametista (uno), di cristallo
di rocca (uno), di corniola (sei), di corallo (? uno) (5).

12. Tre testine di vitello in oro (alt. cm. 2-2,2;
largh. fronte cm. 1,1-1,3) anch'esse destinate, come
mostra un foro che passa sotto le orecchie, a esser

(') Evans, The H. On. Deposit, p. 109, fig. 89.

(2) Murray, Excavat. at Cyprus, tomba 19, tav. Vili.

(s) Perrot-Chipiez, ffist. de l'Art, II, fig. 438.

(<) Evans, in Journ. ffell. St., 1892, p. 208.

(5) Non mi consta, che il corallo sia stato rinvenuto in
altro stazioni micenee ; in Italia esso appare durante la prima
età del ferro, ofr. Barnabei in Not. scavi 1896, p. 357; Pigo-
loni, in Bull, di paletn. 1897, p. 305 ; Campi e Pigorini, ibid.
1898, p. 25.

Monumenti Antichi — Voi,. XIV.

appese come pendagli o a far parte di una collana
(fìgg. 27, 28 e 29). Credo più probabile la prima ipotesi;
come pendagli isolati si sono trovate le stesse testine di
toro in una tomba di Enkomi (') e il filo ritorto d'oro,
che passa entro il foro delle testine di Enkomi, lo
abbiamo rinvenuto anche noi qui, sebbene separato
dall'oggetto che doveva esservi infilato. Una di queste
nostre testine (fig. 28), ha sull' occipite una specie
di tappo, formato a guisa di chiodo a larga capoc-
chia, forato in corrispondenza ai fori di passaggio pel
filo di sospensione. Tale accessorio, come appare dalla
figura, non può aver avuto il valore di fermaglio,
e deve semplicemente aver servito a chiudere l'ori-
fizio della testina di vitello, destinata forse a contenere
profumi.

L'esecuzione di questi oggettini è di meravigliosa
finitezza; il corto pelo della fronte, le narici, la sa-
lita che l'osso nasale fa sulle parti laterali carnose
del muso, tutto è reso con una fedeltà e con uno spi-
rito d'osservazione mirabile. Le brevi corna coniche
sono riportate e inserite nella testina, le orecchie di
lamina assai sottile sono pure riportate, e poi applicate
all'esterno ; la parto posteriore del pendaglio ò piana.

13. Due leoncini giacenti in oro, forati anch'essi,
e'destinati all'uso stesso delle testine di vitello figg. 27
e 30. Lunghezza del corpo m. 0,03, larghezza, m. 0,022-
0,023. Le membra non sono distese come nel corpo
leonino delle sfingi egizie o nel lioncello d'oro adagiato
rinvenuto a Micene (2), ma raccolte e ripiegate in
modo che la linea vertebrale descriva un arco, posi-
zione più atta a mostrare, che la bestia dorme, e non
è semplicemente seduta ma desta. Assai simili sono
i leoncini in foglia d'oro della terza tomba di Mi-
cene (3). La coda è rialzata, e posa sulla coscia destra,
il muso è appoggiato sulle zampe anteriori, la giubba
abbondante comincia molto indietro, dopo le orecchie
che sono assai corte. Il foro passa dal mezzo della
collana vertebrale al punto che è tra i piedi anteriori
e i posteriori, sicché l'animale veniva ad essere ap-
peso nella posizione che ha nella nostra fig. 27. La
parte posteriore è liscia, e pare, sia costituita da una
lamina d'oro saldata poi; nelle testo di vitello al

(') Murray, Excavat. at Cyprus, p. 44, tav. X.
(«) Perrot-Chipiez, ffist. de l'Art, VI, fig. 402.
(») Schliemann, Mycènes, p. 258, fig. 203.

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