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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 14.1904 (1905)

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Paribeni, Roberto: Ricerche nel sepolcreto di Haghia Triada presso Phaestos
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https://doi.org/10.11588/diglit.9311#0381

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PRESSO PHAESTOS

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camerette comprese tra i due canali (vedi fig. 41) (')•
E un alto vaso quasi cilindrico, a pareti leggermente
convesse specialmente a circa 2/3 dell' altezza, 1' orlo
è appiattito, ai lati ha due piccoli manichetti, sotto
ai quali sono tre aperture circolari. L'uso di questi
vasi così forati non è chiaro. La forma senza i fori è
apparsa a Knossos (2) e spesso in necropoli antichis-
sime d'Egitto come Naqada, El Amrah, Toukh (3).

Fig. 41. — Vaso di terracotta.

7. Tre frammentini dell'orlo appiattito di un
piccolo vaso di pietra bruna tenera e facile a sfaldarsi
(steatite?) con la parte convessa dell'orlo ornata da
fitte insolcature verticali. Sono gli unici rappresen-
tanti dei vasi di pietra nel ricco corredo di questa
tomba.

8. Un frammento di pasta vitrea azzurra appar-
tenente a un vaso, cui si era data probabilmente la
forma di conchiglia, non infrequente, come vedemmo,
tra la suppellettile delle tombe micenee.

9. Alla massima profondità, cioè a circa 50
centimetri sul vergine si rinvenne una interessante
statuina di terra cotta (fig. 42) priva del capo e
delle braccia, e rotta in due pezzi, alta m. 0.003.

(') Reni. Lincei, XII, p. 336.

(*) Evans in Brit. Sch. Annual, Vili, p. 89, fig. 50; p. 91,
% 51.

(3) Morgan, Originai de VÉgypte,J, p. 153, fig. 408; p. 160,
fig. 476; Flinders Petrie, Naqada and Ballas, tavv. XVIII-XX.

Monumenti Antichi — Vol. XIV.

Rappresenta una figurina muliebre con lunghe trecce
dietro le spalle, rivestita in strana foggia con una
specie di una nostra camicia quadrata dietro e rotonda
sul davanti, aperta ai lati dalle anche in giù, in modo
da meritare alla portatrice il nome di cpaivo^qk.
Le gambe grosse, informi, senza accenno alla forma
del piede, si riaccostano assai goffamente in basso.
La figurina non è eretta, nè siede, è invece un po'
ripiegata, come se fosse, appoggiata all' orlo di un
sedile o ad un corpo lungo e sottile, quale potrebbe
essere una corda, o un bastone. E difatti un foro attra-
versa la statuetta da parte a parte all' altezza delle
coscie, e per esso doveva passare un filo. Questo non
poteva servire a tenerla appesa, perchè per legge di
gravità sarebbe rimasta a capo all' ingiù, ma su quel
filo doveva la statuina poggiare, sorreggendosi come
in un' altalena con le due mani, che si vede difatti,
dovevano essere protese. Abbiamo dunque in questa
figurina una nuova prova del favore grande che ai
tempi micenei godeva ogni sorta di esercizi di ginna-
stica e di acrobatismo (').

Del giuoco dell'altalena, che per la sua sempli-
cità può sorgere in età anche antichissima, si avevano
finora, per quanto mi è noto, testimonianze figurate
e scritte solo per 1' età classica (2). Quanto alla forma
del vestito, esso, come si conviene a una g i o c o 1 i e r a,
è molto più semplice del pomposo ma ingombrante
abito a numerose pieghe, che portano le donne mi-
cenee, specialmente quando sono in tenuta di ceri-
monia. Neil' insieme la parte rotonda di quest' abito,
che copre il ventre e parte delle gambe della figurina,
non è che uno sviluppo del semplice £w[a,u a grem-
biule, che portano gli uomini, ed è perciò interessante
per la storia del costume miceneo (:t). Il vestito è
anche decorato con fasce orizzontali e con linee a spine
di pesce di colore rossastro.

(') Cfr. il giocoliere sul toro nell' affresco di Tirinto
(Schlieraann, Tiryns, ed. inglese, tav. XIII) e in qualche gemma
(Brit. Sch. Annual, VII, p. 103; VIII, p. 252) le scene di
donne giostratici negli affreschi di Knossos (Evans in Brit.
Sch. Annual, Vili, p. 94) l'equilibrista d'avorio dello sl.-ss»
luogo (Evans in Brit. Sch. Annual, Vili, p. 72, tavv. II, III) ecc.

(2) Cfr. Caetani-Lovatelli, Il giuoco dell'altalena in Ricerche
archeologiche, p. 69.

(3) Cfr. Tsundas-Manatt, Myc. Agc, pp. 172, 175; Savi-
gnoni, 77 vaso di Ilaghia Triada in A/on. dei Lincei, XIII,
p. 108.

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