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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 14.1904 (1905)

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Orsi, Paolo: Camarina: campagne archeologiche del 1899 e 1903
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https://doi.org/10.11588/diglit.9311#0424

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831

CAMARINA

832

serie relativa, è tanta, che io oserei riportare il nostro
esemplare se non alla stessa mano, certo alla stessa
officina, allo stesso ciclo di influenze e di scuola, e
ciò malgrado una certa differenza cronologica, che tra
essi intercede.

Polignoto tratta sempre la leggenda attica di Teseo
ed Antiope, non quella troiana di Achille e Pente-
silea; YvmfjqétTqg è armato alla leggera, nè in grave
armatura è l'eroe greco principale, sebbene causa la
protezione dello scudo non possa qui dirsi, se esso sia
barbuto, ciò che sconverrebbe a Teseo, o no; e ciò po-
trebbe dar luogo a qualche dubbio, se non interve-
nisse la composizione in tutto analoga del vaso, Mo-
numenti Tnst., Vili, 44, coi nomi apposti di Teseo ecc.
Ma in sostanza lo schema sul quale cosi il pittore del
cratere camarinese, come quelli delle pelikai lavorano
è sempre lo stesso, con lievi spostamenti di figure,
inversioni di parti, varianti di mosse (').

Se il periodo della grande produzione polignotea
vien collocato fra il 460 ed il 440 (Pellegrini, op.
cit., p. 35), il vaso di Camarina appartiene certo al
limite inferiore anzidetto, anzi alquanto dopo il 440,
tenendo anche conto della sua forma, che è posteriore
ai vasi a calice, e di una cotal menomazione nella
grandezza e solennità delle figure.

Così io sono venuto a determinare per sommi capi lo
stile e la cronologia di questo vaso, senza addentrarmi
più minutamente in una quantità di problemi stili-
stici, che si rannodano con una delle più belle pagine
della storia della pittura vascolare rossa libera. Sog-
giungo solo che nella necropoli di Passo Marinaro, a
giudicare anche dai frammenti rinvenuti nella cam-
pagna del 1904, l'Amazzonomachia era un tema trat-
tato con favore nei crateri, derivanti se non da una
sola officina e da un solo artista, certo da influenze
tarde e ridotte del grande Polignoto. Erano artisti
secondari, pedissequi nel dettaglio, incapaci di tra-
durre YrjO-og originario, e quanto meno di osare novità ;
ed anche lontani ed inferiori al pittore del grande
cratere di Bologna e congeneri; più umili, più mo-
desti, ed anche più recenti.

Sep. 290 (169). Area di ustrino con poche ossa
cremate.

Sep. 291 (170). A cappuccina per adulto, il cui
scheletro aveva il cranio ad est.

Sep. 292 (171). Simile; presso il cranio skypbos
n. ed una minuscola lekythos.

Sep. 293 (172). Simile col cranio ad est, presso
il quale un grosso skyphos n. ed un ago di rame.

Sepp. 294 (173)-295 (174). Ambedue a cappuc-
cina per adulto il cui cranio era ad est. Nella se-
conda alla spalla sin. due skyphoi n., alla d. una taz-

(') Sulle variazioni del motivo fondamentale, con due od
al più tre figure, che rimane sempre fìsso, veggansi anche le
osservazioni del Benndorf, Das Heroon von Gjolbaschi- Trysa,
p. 135 seg.

Fig. 42iw.

zina grezza ed una pateretta n. con cinque palmettc
impresse nel fondo ; alla mano d. piccola lekythos
aryballica n. con testa giovanile coperta di petaso
(fig. 42), un anellino di rame ed uno digitale di ferro
con grande castone ellittico.

Sep. 296 (175). Cappuccina per bambino, dir.
est ad ovest.

Sep. 297 (176). Idem per adulto col cranio
ad est.

Sep. 298 (177). Idem per bambino, dir. est ad
ovest, senza tracce di ossa. All'esterno la piccola terra-
cotta data a fig. 43, ed alta cm. 11; rappresenta un
vecchio barbuto adorno il capo di corna caprine, accoc-
colato col lungo membro abbassato, trattenendo od ac-
carezzando colla d. un cagnolino (sic) dal mantello
peloso. È un Pan àyQsvg, accompagnato da un cane da
pastore o da caccia, ed espresso secondo il nuovo tipo
 
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