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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 14.1904 (1905)

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Orsi, Paolo: Camarina: campagne archeologiche del 1899 e 1903
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https://doi.org/10.11588/diglit.9311#0484

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951

camarina

952

ma se noi dovessimo commisurare alla stregua delle
scoperte la potenzialità dell'importazione di stile rosso,
dovremmo dire che il massimo sbocco era Gela; cosa
sorprendente, attesa la piccolezza della città (si tenga
pur conto della sua ricchezza, e dell' hinterland che
essa alimentava di seconda mano), e la mancanza di
un buon porto. Questa corrente attica si attenua verso
la fine del V sec, si affievolisce intorno al 4U0, e
scompare col IV sec, quando, in coincidenza al deca-
dere della pittura attica rossa, si diffondevano, per
quanto limitatamente, anche in Sicilia, i prodotti delle
officine italiote.

Ma a Gela nel VII sec. sboccavano anche arti-
coli delle fabbriche insulari (ciò che si spiega age-
volmente, data la provenienza dei suoi fondatori)
e di quelle così dette corinzie; quest'ultime diffonde-
vano i loro prodotti su larga scala anche a Siracusa
ed a Megara. Invece, di essi nulla è stato sin qui
trovato a Camarina, e può darsi che ciò dipenda dalla
circostanza, che le esplorazioni sistematiche si sono
sin qui limitate alla necropoli meridionale, relativa-
mente recente. Ma anche in qualche raccolta privata,
formata con materiali d'altre regioni suburbane, e
nelle mie lunghe escursioni sul suolo dell' antica città
io non ho raccolto che frammenti ceramici di indu-
stria attica o di quella locale.

Camarina fu coinvolta nella guerra del Pelopon-
neso, e precisamente nelle grandi fazioni che si svol-
sero sul suolo di Sicilia; avversa dapprima la maggio-
ranza della popolazione a Siracusa, tentennante da poi,
si decise in favore della metropoli dopo i successi di
Gilippo ('). I gravi avvenimenti svoltisi in Grecia ed
in Sicilia sullo scorcio del V sec. devono bensì avere
rallentata ed inceppata l'esportazione attica nell'isola,
ma non già chiusi per sempre gli sbocchi del com-
mercio vasario (2). Questo commercio continuò, per

(') Schubring. Kamarina (Philologus XXXII, pp. 499-500).

(*) Tale è l'opinione del Winter {Die jùnger. att. Vasen,
p. 3) alla quale io mi accosto, preferendola a quella più re-
strittiva del Pellegrini (Fasi con rappr. di Amazzoni trovati
a Bologna, p. 35) e del Rizzo ( Vasi greci della Sicilia, p. 50),
pei quali la guerra ateniese segna la chiusura definitiva del-
1 esportazione attica in Sicilia.

quanto ridotto e stentato, ma continuò; se a Cama-
rina, come in tutta la Sicilia, mancano i vasi a rilievi
ed a dorature, abbiamo però i vasi ad impressioni, ed
alcuni crateri della necropoli suburbana di Scoglitti,
che pubblicherò altrove, sono certo posteriori al 400.

Ma nemmeno l'importazione italiota, campana
sovratutto, agì sulla Sicilia, od almeno sulle vecchie
città greche, con molta intensità ; essa si limitava a
vasetti di piccole dimensioni e di povero disegno ;
vasi campani più grandi trovandosi di preferenza
nelle città siculo-greche anziché in quelle puramente
greche ('). La decadenza politica ed industriale di
Atene si rifletteva così anche sui mercanti della Si-
cilia, dove sorge l'industria locale della ceramica di-
pinta a colori matti, limitata nella produzione, è
scientificamente ancora poco nota.

V. L'età della necropoli. — Dall'esame circo-
stanziato dei 520 sepolcri, dall'analisi stilistica del
loro contenuto e sopra tutto dei vasi, da un rapido
sguardo alla storia di Camarina, risulta con precisione
assoluta e matematica 1' età della necropoli di Passo
Marinaro, durata in tondo due secoli. Camarina, com-
pletamente distrutta da Gelone nel 484, risorge
nel 461. Ora la necropoli non ha dato alcun vaso
anteriore al 484, e nemmeno spettante al periodo
484-461; vorrei anzi dire sien ben pochi quelli che
è lecito collocare fra 461 e 450. Il terminus ad quem
è precisato dalla distruzione avvenuta nel 258 per
opera dei Romani. Se la cronologia dei vasi di stile
rosso più antichi conviene bene al termine superiore,
la parte scavata nel 1894, e qualche sepolcro appar-
tato della campagna 1903, rispondono esattamente
all' ultimo periodo di vita della città. È confortante
il vedere, come storia ed arte dieno risultati che stanno
in sì perfetta armonia.

_ P. Orsi.

(') Metto in guardia gli archeologi contro le truffe scien-
tifiche degli antiquari di Taormina, Catania e Terranuova, che
pongono in vendita vasi di provenienza napoletana e di fab-
brica italiota, gabellandoli per sicelioti. Cosi terrecotte talen-
tine e calabresi si vendono siccome siciliane, recando una de-
plorevole confusione scientifica.
 
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