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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 15.1905

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Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi di Roma e del Lazio Antico
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https://doi.org/10.11588/diglit.9312#0025

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37 MONUMENTI PRIMITIVI DI

Al periodo più recente di cotesta età spettano con
certezza le ascie ad alette brevi ; ma questo tipo, cer-
tamente della età del bronzo, è rappresentato sino ad
ora nel Lazio da un solo esemplare sporadico e per
giunta di incerta provenienza, conservato nel Museo
preistorico di Roma (tav. II, flg. 12).

Più comuni sono gli esemplari colle alette grandi,
muniti di un leggero tallone. Quelli della collezione

FlG. 11. 2:3

Nardoni (tav. XVI, fìgg. 23 e 22), provengono dal-
l'Esquilino ('); un altro assai più grande rinvenuto
nel territorio di Palestrina è conservato nel Museo di
Parma (2) (fig. 11), ed è del tutto simile ad un esem-

(l) Bull, con., 1898, tav. V, fig. 13.
(*) Figorini neirAnnuario scientifico industriale, 1866,
p. 175 e tav. fig. 9.

ROMA E DEL LAZIO ANTICO 38

piare rinvenuto nella terramara Castellazzo di Pon-
tanellato ; un terzo esemplare laziale si conserva nella
raccolta archeologica del comm. Castellani, donata al
Museo capitolino (tav. II, fig. ll)(1);un quarto nel
Museo preistorico (tav. II, fig. 13). È da notarsi però
che cotesto tipo spetta al fine dell'età del bronzo e
perdura largamente in quella del ferro.

I pochi oggetti della età del bronzo antica e re-
cente raccolti nel Lazio, sono identici a quelli rinve-
nuti nelle stazioni e nei ripostigli coevi della valle
padana. Il Montelius ha espresso a tale riguardo il
parere che la facies civile, nella età del bronzo, sia
stata identica così al di quà come al di là dell'Ap-
pennino (2); debbo però fare a tale riguardo le più
ampie riserve, poiché io ritengo che i pochi oggetti
sporadici ai quali ho accennato provano soltanto che
i tipi ai quali appartengono erano comuni nelle due
regioni, nel Tirreno cioè e nella valle padana; ma
la esistenza di tre o quattro tipi comuni non è affatto
sufficiente a dimostrare che l'intera facies civile fosse
identica nei due versanti dell'Appennino; non mi
sembra quindi che sia commendevole il generalizzare
gli elementi comuni in altre regioni meglio note sotto
cotesto aspetto e riferirli anche al Lazio; riguardo
al quale per ragioni topografiche, ritengo che anche
in questa età, come in quella antecedente e nella se-
guente, sia fiorita una civiltà strettamente analoga
a quella delle regioni vicine, ma distinta da elementi
locali propri e con una propria fisonomia.

II Colini a proposito di questi bronzi sporadici
del Lazio e dell'Etruria avverte che sono tipi propri
delle palafitte terramare dovutijalle influenze di queste
ultime (3); ipotesi cotesta già da lungo tempo pro-
posta ed accettata, macche non mi sembra sufficien-

(') Di quest'ultimo esemplare non si conosce con pre-
cisione la provenienza; ma il predetto donatore mi avverte
di averli acquistati da contadini del Lazio, onde la deriva-
zione da scavi nel territorio laziale è certa, coloro che le
vendettero non avendo alcun interesse ad accusare una tale
provenienza. Per la medesima ragione non si può mettere in
dubbio anche la provenienza delle ascie conservate dal cav. Nar-
doni delle quali ragiono nel testo.

(*) Montelius, Preclassical chronolotjy in Greecc and Italy,
pi. I-VL

(3) Cfr. Bull, paletn. ual., 1904, p. 215.
 
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