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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 15.1905

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Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi di Roma e del Lazio Antico
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https://doi.org/10.11588/diglit.9312#0130

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MONUMENTI PRIMITIVI DI ROMA E DEL LAZIO ANTICO

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dell'ansa è ornata con una fìtta sene di linee pun-
teggiate, impresse orizzontalmente; sulla sommità della
pancia sono piantate tre bugne equidistanti e sono
aperti inoltre, con un certo ordine rispetto alle bugne,
quattro fori rettangolari ; tra questi fori e le bugne
si notano dei disegni a colle linee impresse

con stampi lineari seghettati. Il fondo della tazza è
ombelicato e vi si notano cinque fori, aperti uno nel
mezzo, gli altri equidistanti ed a quinconcio. Così
i fori circolari del fondo, come quelli rettangolari
aperti nelle spalle, avevano certamente uno scopo or-
namentale, reso evidente dalla loro distribuzione in
corrispondenza cogli altri ornati. Le labbra del foro
che è nel mezzo dell'ombelico, punto questo in cui
le pareti della tazza hanno il minimo spessore, hanno
verso l'interno un leggero rigonfiamento o labbro, che
sembra voglia supplire appunto a tale deficenza di
spessore; in altri due fori invece si osserva che mentre
il tratto praticato attraverso l'impasto è a pareti assai
nette e regolari, l'ingabbiatura in alcuni punti sporge
alquanto sulle pareti del foro medesimo.

Ciò prova a mio parere che i fori in questione non
erano vuoti quando si praticò a stecco V ultima liscia-
tura del rivestimento in argilla annerita, poiché nel
caso contrario anzitutto l'ingubbiatura, almeno in parte,
avrebbe rivestito anche le pareti dei fori ai quali
alludo, mentre non ve ne è traccia, poi invece di la-
sciare slabbrati i margini, si sarebbe provveduto a tale
inconveniente introducendo lo stecco nelle aperture e
lisciandone i contorni, i quali in tal caso sarebbero
stati svasati anziché a taglio netto o con sporgenze verso
P interno. Adunque questi fori ornamentali erano chiusi
quando il vaso fu lisciato a stecca, e la migliore ipo-
tesi che si possa emettere per integrare questi dati,
è che negli incastri aperti nello scheletro del vaso,
prima ancora di ingubbiarlo fossero incastonati dei
tasselli di diverse sostanze, destinati a far bella mo-
stra alla superficie del vaso; tasselli consunti poi o
distaccatisi in seguito. Così si ha anche una sufficiente
spiegazione del rigonfiamento del labbro intorno al foro
di mezzo, ove le pareti sono più sottili ; è probabile in-
fatti che i cinque dischi destinati ad essere inseriti nei
corrispondenti fori del fondo fossero stati tagliati di
uguale spessore, onde la necessità di aumentare la gros-
sezza delle pareti del vaso intorno al disco di fondo, per
compensare l'assottigliamento quivi subito dalla pasta.

d) Tazzetta ad ansa bifora alta m. 0,08, munita
delle consuete tre bugne, equidistanti, rilevate sulla
sommità della pancia.

e) Attingitoio (tav. Ili, fig. 12) coll'ansa verti-
cale ad anello, eseguito rozzamento in impasto.

Buccheri.

a) Tre calici a pareti tronco-coniche ed il fondo
quasi piano, innestato ad un breve piede. Ai margini
del corpo lenticolare, ove si innestano le pareti, si
notano degli ornati a punte di diamante, e sulle pa-
reti stesse tre solchetti incavati al tornio.

b) Cantaro con ornati a punte di diamante, in-
torno ai margini del fondo e colle consuete linee oriz-
zontali incavate al tornio intorno alle pareti.

c) Altro cantaro simile, ma rotto.

Vasi di importazione
ad ornamentazione geometrica dipinta.

ci) (tav. Ili, fig. 19). Vaso piriforme schiacciato,
aperto in alto, con labbra brevissime, oggi rotte; due
anse ad anello sono piantate obliquamente sulle spalle.
È eseguito al tornio in argilla depurata, che cotta al
forno ha preso unjjell'aspetto giallastro ; la superficie
poi era ornata con zone brune, oggi quasi svanite.

I sepolcreti alla estremità Nord del Quirinale
e sul Campidoglio.

Demolendosi l'aggere cosiddetto serviano nell'iso-
lato a nord-est della via Quintino Sella, al disotto della
estremità interna dell'aggere medesimo (fig. 98), ma
in un punto in cui il terrapieno aveva una larghezza
quasi doppia del consueto, dovuta ad un ampliamento
dell'aggere stesso di età non antichissima, e ad ogni
modo più recente della costruzione cosidetta serviana;
ampliamento in relazione con un edificio sacro ivi
eretto nell'età imperiale; nel terreno vergine sul quale
si era esteso il nuovo terrapieno si rinvennero tre
tombe a fossa intatte, ugualmente orientate, e distanti
l'una dall' altra due metri' circa, sulle quali furono
 
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