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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 15.1905

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Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi di Roma e del Lazio Antico
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https://doi.org/10.11588/diglit.9312#0164
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della età del ferro appartenevano a due gruppi suc-
cessivi, caratterizzati ciascuno da intere serie di
oggetti propri e per giunta distinti dalla sovrappo-
sizione di parecchie tombe del gruppo più recente a
quelle del gruppo più antico. Quest' ultimo è costi-
tuito da sepolcri in cui si rinvennero degli oggetti
di corredo di tipo indigeno assai arcaico e primitivo,
quali sono ad esempio le piccole coppe troncoconiche
a risvolto verso il labbro, ornate con quattro bugne
sulla maggiore sporgenza del corpo, le lucerne a bar-
chetta, le tazze ad ansa bifora, decorata talora con dei
cornetti, quelle di tipo villanoviano, le urne a capanna,
la fibula ad arco rovescio ed a disco spirale ; i quali
tipi o mancano completamente, o sono del tutto ec-
cezionali nei sepolcri del secondo gruppo, caratteriz-
zato sopratutto dalla diffusione grande dei vasi greci
in argilla figulina, ornati a zone, per lo più lineari,
dipinte a guazzo, ma in qualche caso anche a metope
liscie e triglifi, con linee spezzate, a dischi costituiti
da archi concentrici, a denti di lupo, ad onde ed infine
talora anche ad animali ricorrenti.

Al gruppo più arcaico, così ben distinto, debbono
riferirsi, come ho già materialmente mostrato nella
descrizione che precede, alcuni sepolcri a cremazione
in pozzi e, sino ad ora, due ad umazione in fossa.

Il Boni ed altri ritennero che la tomba a
fossa CLXXV fosse alquanto più recente di quelle a
pozzo, argomentandolo dal fatto che era stata tagliata
così vicino ad una tomba a pozzo con dolio, oggi ancora
inedita (X), che quest'ultima ne era stata in parte dan-
neggiata. Ciò invero prova all'evidenza che il sepolcro
a fossa è posteriore a quello a pozzo; ma tale con-
clusione non ha gran valore nella questione che ci oc-
cupa, poiché non sappiamo quanto tempo sia trascorso
tra la deposizione cremata e quella umata nella vicina
fossa; il taglio di quest'ultima potè infatti eseguirsi
a danno della prima solo pochi mesi dopo che era stato
ricolmato il pozzo sulle ceneri del defunto colà sepolto ;
nel qual caso quelle due tombe dovrebbero conside-
rarsi come coeve, cioè appartenute ad una medesima
fase e ad uno stato comune di civiltà, non potendosi
nelle ricerche di cronologia preistorica tener conto dei
giorni e dei mesi. Ed invero non mancano argomenti
i quali dimostrino che effettivamente il lasso di
tempo trascorso fra le due deposizioni fu brevissimo
e che rappresentano nel loro complesso una iden-

tica facies civile. È regola seguita oggi ancora, come
nell'antichità, e non condannata dalle leggi, che
pure assicurano il diritto di sepoltura, di poter libera-
mente abbattere un sepolcro antico e disperdere le ossa
ivi rinvenute, quando la sepoltura medesima si rin-
venga casualmente, o speciali legati, assicurando la
continuità di cerimonie funebri, non si oppongano ad
una tale violazione. L'agricoltore se nell'arare un campo
fa uscire dal seno della terra delle ossa spolpate e
corrose dal tempo, prosegue indisturbato il suo lavoro;
ma lo arresterebbe, o devierebbe il vomere se gli si
rivelasse l'esistenza di un seppellimento recentissimo.

Di questo medesimo stato della coscienza, per
cui si prova della ripugnanza a privare dell'onore del
sepolcro un individuo morto di recente, o di cui si
conserva ancora la memoria, senza provarne più al-
cuna nel compiere quel medesimo atto su spoglie
umane di individui passati col tempo nell'oblìo, si
hanno tracce numerose nell' antichità ; ed essendo
insito nella natura stessa degli uomini, può ragionevol-
mente supporsi anche nei tempi preistorici, e deve anzi
ammettersi nella età del ferro in Roma, dappoiché
abbiamo già notato come dei sepolcri del gruppo più
recente, nella necropoli dell' Argileto abbiano quasi
completamente distrutto dei sepolcri ad umazione ed
a cremazione del gruppo immediatamente antecedente.
Quindi l'avere osservato il Boni che gli scavatori del
sepolcro a fossa CLXXV, non appena si avvidero di
aver gua stata una tomba a pozzo, subito vollero porvi
riparo, sostituendo la parete di roccia, in parte demo-
lita, con una maceria di tufo, prova che il seppelli-
mento casualmente guastato, era recentissimo.

Certo non tutti i sepolcri del primo gruppo furono
scavati in un medesimo giorno ; ed è pure certo che
quello a fossa al quale ho accennato, e forse anche
altri a cremazione, furono scavati qualche tempo dopo
quello a pozzo ; ma tali induzioni non debbono nè
esagerarsi, nè generalizzarsi ; e non solo non se ne
può concludere che 1' umazione sia comparsa dopo la
cremazione, ma invece si deve ragionevolmente rite-
nere che l'uno e l'altro sepolcro, cronologicamente
vicinissimi, spettino al medesimo periodo, anzi ad
una medesima fase di civiltà, in cui dobbiamo perciò
supporre promiscuamente usata la deposizione di ca-
daveri umati in fosse e cremati in pozzi. Ciò del
resto è confermato anche dall'esame dei corredi.
 
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