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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 15.1905

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Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi di Roma e del Lazio Antico
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https://doi.org/10.11588/diglit.9312#0174
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il corredo di un solo sepolcro, sul quale raccolgo qui
appresso le relative notizie.

Tomba CXCI. Tomba a pozzo con dolio chiuso
alla bocca da un lastrone di pietra ; la deposizione con-
siste nei seguenti oggetti:

a) Dolio simile a quello di Castel de Paolis e
ad uno dell'Esquilino (cfr. tav. VII, fig. 11), cioè a
corpo piriforme con due anse orizzontali ad anello ;
dei corredi disegnati nello spaccato del sepolcro edito
dal Visconti si conservano oggi nel Museo Gregoriano
soltanto quelli qui appresso descritti:

b) L'urna a capanna, edita nel Bull, con., 1900,
tav. XI, fig. 18).

c-f) Quattro vasi ovoidali ornati a rete rilevata,
uno dei quali riprodotto nel Bull, con., 1900, tav. X,
% 6.

g) Calefattorio consistente in una base pirami-
dale, sulla quale è impostata una olletta sferica con
due anse a nastro, ornata sulla sommità del corpo con
due bugne e delle costolature oblique rilevate {Bull,
com., 1900, tav. X, fig. 15).

h) Vaso ad otre con ansa ad anello trasversale e
sutura rilevata lungo il dorso, ornata con incisioni ad X;
sul corpo linea meandrifonne iffunUfl incisa {Bull,
com., 1900, tav. X, fig. 9 e p. 9, fig. 2, lett. E).

i) Saliera, o lucerna a barchetta munita di
quattro piedi.

k) Frammento di candelliere? in terracotta.
I) Vasetto rozzissimo in impasto arrossato dalla
cottura. Gli altri oggetti figurati dal Visconti mancano.
È probabile che tutto il materiale laziale raccolto nel
Museo gregoriano provenga dagli scavi Pasqualucci;
l'ho accuratamente descritto nel Bull, com., 1900,
p. 9 e seg. e non debbo tornare ora su tale argomento.

Sullo stesso Monte Crescenzio, presso la via che
da Castel Gandolfo conduce a Marino, era la vigna
di Gaudenzio Testa, a mezzodì della quale giaceva
quella Tomassetti in cui avvennero gli scavi Carnevali
del 1817; ed a ponente invece quella di Sante Limiti.

Nella vigna Testa, oltre ad alcuni vasi rinvenuti
sporadicamente, o di cui non si conosce l'associazione,

trovato nel 1817 nella vigna Tomassetti, non essendosi allora ivi
rinvenuti che cocci, bisogna di necessità convenire che la tomba
in questione provenga dagli scavi anteriori del Pasqualucci tra
u Due Santi» e la villa Torlonia.

si scavò alla presenza del Garrucci una tomba che
qui appresso descrivo:

Tomba CXCII. A fossa quadrilatera scavata nel
peperino ('). Questa fossa doveva bruscamente restrin-
gersi ad una certa profondità lasciando una risega,
poiché il Garrucci avverte che la deposizione era pro-
tetta verso l'alto da un pesante lastrone di peperino,
il quale, non avendo schiacciato la deposizione, doveva
essere sostenuto ad una certa altezza dal fondo appunto
dalla risega alla quale ho accennato, mancando tracce
di sostegni in pietra o altra materia. Nel fondo gia-
ceva uno scheletro assai guasto dalla umidità e dal
tempo, e vicino al cadavere, in una posizione relativa
non bene osservata, i seguenti oggetti riprodotti nella
fig. 126 dalla citata memoria del Garrucci:

a) Punta di lancia in ferro, colla lama a foglia
munita di cartoccio per la inserzione dell'asta.

b) Fibula a sanguisuga coli'arco pieno, ornato ad
incisioni anulari a spina di pesce ; la staffa è a disco
ripiegato a canale, la molla a due giri.

c) Fibula identica alla precedente, ma alquanto
più grande; portava ancora infilato 'all'arco uno dei
soliti tubetti cilindrici, comuni nelle fibule delle più
antiche tombe dell'Esquilino, e dallo spillo pendevano
due cerchi a sezione romboidale, coi soliti fasci obliqui
ed opposti di linee incise nella faccia esterna; identici
anche questi cerchi a quelli delle tombe del primo
periodo nell'Esquilino.

d) Tazza ad ansa bifora di mediocri dimensioni,
munita di bugna opposta all'ansa.

e) Tazza simile di minori dimensioni priva della

bugna.

Altri vasi menzionati dal medesimo Garrucci erano
stati rinvenuti nella medesima vigna pure in tombe a
fossa, ma in queste mancava assolutamente il lastrone
coperchio, sostituito invece da un ammasso di pietre
che quasi le riempiva ; otto di cotesti vasi si estrassero
interi, onde anche al Garrucci apparve evidente che
in qualche modo fossero stati protetti verso l'alto. Egli,
che non era stato presente al loro scavo, congetturò che
della terra interposta fra i vasi e le pietre di riem-

(!) 11 Garrucci, Scavi nella necropoli albana, ecc., p. 4 e seg.
estr. e figg. 4-8. Nel mio lavoro sulle necropoli laziali della
età del ferro ho attribuito per errore questa tomba alla vigna
Limiti.
 
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