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MONUMENTI PRIMITIVI DI ROMA E DEL LAZIO ANTICO
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è ad una certa altezza dal fondo dell' urna e la chiu-
sura è ottenuta mediante un portello fermato a sini-
stra mediante due occhielli di filo metallico, infilati
in doppi fori aperti e nel portello e nello stipite ed
assicurata a destra mediante fili metallici, i quali pas-
savano per un foro aperto nel portello e per un altro pra-
ticato attraverso una sporgenza rilasciata nel mezzo
dello stipite.
Gli oggetti di corredo sono descritti qui appresso :
b) Vaso ad otre con risalto longitudinale forato.
(?) Altro recipiente simile, di cui non si conserva
che il collo e la bocca.
d) Vasetto a corpo ovoidale con bocca svasata
ed una linguetta trapezoidale piantata sul corpo.
e) Altro simile.
f) Vasetto a corpo troncoconico con labbra rien-
tranti e quattro bugne rilevate intorno alle spalle.
Fig. 128.
g) Piattellino a tre piedi.
h) Coppa a spalle svasate, montata sopra tre
pieducci.
i) Coppa analoga priva di piedi e munita invece
di una linguetta trapezoidale piantata sul corpo.
k) Cocci in impasto analogo a quello dei vasi an-
tecedentemente descritti, ma di forme indeterminabili.
I) Fibuletta di bronzo ad arco affusato, ornato
con strie e zone anulari a spina pesce incise a bu-
lino ; la staffa, a disco ripiegato a canale, è ornata con
puntini sbalzati (fig. 128).
Ho riservato per ultimo la descrizione dei due
gruppi sepolcrali più importanti che si possono, almeno
in parte, riferire a cotesta fase, quello di S. Sebastiano
sull'Appia e l'altro di Villa Cavalletti e Vigna Giusti
a Grottaferrata.
A sinistra della via Appia, per chi da Albano ve
a Koma e ad un miglio circa da Albano, esiste una
cappelletta dedicata a s. Sebastiano. Lì vicino è la
vigna Batocchi, nella quale facendosi degli scassati per
piantar viti si rinvennero i sepolcri ai quali ho ac-
cennato.
Ad un metro circa di profondità dalla superfìcie del
terreno apparvero tracce di una antica via. ed a destra
di quest'ultima si ritrovarono disseminati numerosi
sepolcri a pozzo, incavati nel sottosuolo tufaceo, rive-
stiti talora con muricciuolo a secco, o difesi da una
specie di rozza cassa composta con sfaldature di pietra,
o coi corredi rinchiusi in un dolio di terracotta, chiuso
alla bocca da una lastra di tufo (').
I corredi, acquistati dall'antiquario sig. Fausti e
quindi dal Museo capitolino, erano stati in parte gua-
stati e lasciati sul posto, in parte si perdettero in
seguito, cosicché ciò che oggi si conserva nel Museo
capitolino e che descrivo qui appresso, non è che
una minima parte degli oggetti allora rinvenuti:
// vasellame.
a) (tav. XIX, fig. 16). Dolio troncoconico, con leg-
gero rigonfiamento verso la parte superiore, e le labbra
arrovesciate in fuori ; è ornato con un cordone rilevato,
applicato poco al disotto delle labbra, munito di im-
pressioni a polpastrello e di quattro linguette trape-
zoidali, col lato esterno alquanto incavato a coda di
rondine. È alto m. 0,45. plasmato in argilla tufacea,
ingubbiato, ben cotto e d'aspetto rossastro (2).
b) (tav. XIX, fig. 10). Urna a capanna eseguita
in impasto nero ; è a pianta ellittica, colle travi del
tetto rozzamente riprodotte a rilievo; due asticelle
rilevate lateralmente all'ingresso ed ornate con delle
intaccature, raffigurano gli stipiti, o dei sostegni delle
pareti presso l'ingresso. Quest' ultimo è chiuso da un
portello, munito nel mezzo di una sporgenza forata
pel passaggio della spranghetta di rame, che inca-
strata nei fori praticati nei rilievi laterali, lo teneva
a posto quando l'urna era chiusa. Sul portello si nota
una elegante decorazione meandriforme incisa (3).
(■) Not. scavi, 1882, p. 272; Bull, com., 1900, p. 12 e seg.
(2) Edito nel Bull. com. 1898, tav. VI, fig. 12.
(3) Bull, con., 1896, tav. V, fig. 19; 1900, p. 13.
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è ad una certa altezza dal fondo dell' urna e la chiu-
sura è ottenuta mediante un portello fermato a sini-
stra mediante due occhielli di filo metallico, infilati
in doppi fori aperti e nel portello e nello stipite ed
assicurata a destra mediante fili metallici, i quali pas-
savano per un foro aperto nel portello e per un altro pra-
ticato attraverso una sporgenza rilasciata nel mezzo
dello stipite.
Gli oggetti di corredo sono descritti qui appresso :
b) Vaso ad otre con risalto longitudinale forato.
(?) Altro recipiente simile, di cui non si conserva
che il collo e la bocca.
d) Vasetto a corpo ovoidale con bocca svasata
ed una linguetta trapezoidale piantata sul corpo.
e) Altro simile.
f) Vasetto a corpo troncoconico con labbra rien-
tranti e quattro bugne rilevate intorno alle spalle.
Fig. 128.
g) Piattellino a tre piedi.
h) Coppa a spalle svasate, montata sopra tre
pieducci.
i) Coppa analoga priva di piedi e munita invece
di una linguetta trapezoidale piantata sul corpo.
k) Cocci in impasto analogo a quello dei vasi an-
tecedentemente descritti, ma di forme indeterminabili.
I) Fibuletta di bronzo ad arco affusato, ornato
con strie e zone anulari a spina pesce incise a bu-
lino ; la staffa, a disco ripiegato a canale, è ornata con
puntini sbalzati (fig. 128).
Ho riservato per ultimo la descrizione dei due
gruppi sepolcrali più importanti che si possono, almeno
in parte, riferire a cotesta fase, quello di S. Sebastiano
sull'Appia e l'altro di Villa Cavalletti e Vigna Giusti
a Grottaferrata.
A sinistra della via Appia, per chi da Albano ve
a Koma e ad un miglio circa da Albano, esiste una
cappelletta dedicata a s. Sebastiano. Lì vicino è la
vigna Batocchi, nella quale facendosi degli scassati per
piantar viti si rinvennero i sepolcri ai quali ho ac-
cennato.
Ad un metro circa di profondità dalla superfìcie del
terreno apparvero tracce di una antica via. ed a destra
di quest'ultima si ritrovarono disseminati numerosi
sepolcri a pozzo, incavati nel sottosuolo tufaceo, rive-
stiti talora con muricciuolo a secco, o difesi da una
specie di rozza cassa composta con sfaldature di pietra,
o coi corredi rinchiusi in un dolio di terracotta, chiuso
alla bocca da una lastra di tufo (').
I corredi, acquistati dall'antiquario sig. Fausti e
quindi dal Museo capitolino, erano stati in parte gua-
stati e lasciati sul posto, in parte si perdettero in
seguito, cosicché ciò che oggi si conserva nel Museo
capitolino e che descrivo qui appresso, non è che
una minima parte degli oggetti allora rinvenuti:
// vasellame.
a) (tav. XIX, fig. 16). Dolio troncoconico, con leg-
gero rigonfiamento verso la parte superiore, e le labbra
arrovesciate in fuori ; è ornato con un cordone rilevato,
applicato poco al disotto delle labbra, munito di im-
pressioni a polpastrello e di quattro linguette trape-
zoidali, col lato esterno alquanto incavato a coda di
rondine. È alto m. 0,45. plasmato in argilla tufacea,
ingubbiato, ben cotto e d'aspetto rossastro (2).
b) (tav. XIX, fig. 10). Urna a capanna eseguita
in impasto nero ; è a pianta ellittica, colle travi del
tetto rozzamente riprodotte a rilievo; due asticelle
rilevate lateralmente all'ingresso ed ornate con delle
intaccature, raffigurano gli stipiti, o dei sostegni delle
pareti presso l'ingresso. Quest' ultimo è chiuso da un
portello, munito nel mezzo di una sporgenza forata
pel passaggio della spranghetta di rame, che inca-
strata nei fori praticati nei rilievi laterali, lo teneva
a posto quando l'urna era chiusa. Sul portello si nota
una elegante decorazione meandriforme incisa (3).
(■) Not. scavi, 1882, p. 272; Bull, com., 1900, p. 12 e seg.
(2) Edito nel Bull. com. 1898, tav. VI, fig. 12.
(3) Bull, con., 1896, tav. V, fig. 19; 1900, p. 13.