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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 15.1905

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Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi di Roma e del Lazio Antico
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https://doi.org/10.11588/diglit.9312#0300
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gine insulare delle tre navicelle di bronzo vetulo-
niesi (').

D'altra parte le condizioni della metallurgia la-
ziale, pur essendo analoghe all'etnisca, certo sembrano,
almeno allo stato attuale delle nostre conoscenze,
alquanto inferiori a quest'ultima; ed il Lazio, come del
resto i vari centri metallurgici a noi noti nella valle
del Tevere, precipuo fra i quali quello cui si deve il
ripostiglio di Piediluco, non ci hanno restituito esempì
nè di lucerne a barchetta, nè di altri prodotti locali in
cui alle forme usuali indigene delle quali mi sono oc-
cupato abbastanza largamente nelle pagini precedenti,
ed alla decorazione lineare ad incavo si sostituissero
delle forme riprodotte dall'ambiente locale ed una de-
corazione a tutto rilievo antropomorfa o zoomorfa
spiccatamente naturalistiche. Il bronzo a barchetta rin-
venuto nel territorio di Porto, come pure quelle ve-
tuloniesi alle quali ho accennato, sono adunque dei
prodotti importati dalla Sardegna ove quell'arte è
del tutto caratteristica, e la situazione geografica del
Lazio e dell'Etruria rispetto a quell'isola, lascia sup-
porre che così nell'una come nell'altra regione tirrena
fossero avviati degli scambi diretti colla maggiore
isola del mare circostante.

Ciò del resto è confermato, sia pure con non com-
pleta evidenza dai luoghi donde provengono i bronzi
sardi, ritrovati nel Tirreno esclusivamente in prossi-
mità del mare e quello di Porto proprio alle antiche
foci del Tevere, cioè allo sbocco della via interna d'acqua
che sino ai nostri giorni, malgrado gli approdi artifi-
ciali stabiliti altrove e le ferrovie, serve tuttora al tra-
sporto marittimo di una parte delle merci dirette da
Roma alla Sardegna e viceversa.

La Sardegna nella età del ferro ora in relazioni
dirette così colla valle del Rodano, come colle coste
dell'Iberia (2) ; indirettamente o direttamente quindi
anche i prodotti di quest'ultime regioni debbono aver
influito, sia pur debolmente, sulle industrie tirrene.

Alcuni elementi comuni, quali ad esempio le uova
di struzzo e gli avori decorati in varia guisa, ma
sempre sul medesimo stile più o meno largamente

(') Milani nel pregevole lavoro che lia per titolo: Museo
topografico dell'Etruria, alla p. 33 e seg., espone un diverso
parere.

(2) Cfr. Mon. Lincei, XI, p. 277 e seg.

derivato da quello « egizio », sembra invero che si
debbano attribuire ad un unico centro di produzione,
che esportava così nelle coste della Iberia come in
quelle del Tirreno ; ma le industrie locali iberiche
nella età del ferro sono così mal note, che non è pos-
sibile indagare sino a qual punto la produzione indi-
gena di quelle regioni abbia direttamente influito sullo
sviluppo delle industrie e del commercio tirreno.

Sin qui ho addotto alcuni dati sicuri riguardo al-
l'indirizzo dei commerci latini colle regioni più pros-
sime, ma nell'istesso tempo ho pure accennato al fatto
che di regola alle mutue relazioni commerciali, de-
terminate dalle speciali condizioni di tempo e di luogo,
si debbono attribuire in genere quelle somiglianze
d'ambiente, alle quali ho accennato in un altro capi-
pitolo. Riguardo a quest'ultime però debbo osservare
che la effettiva loro importanza a tale proposito è di-
minuita dal fatto che la posizione geografica di quelle
regioni italiane aperte tutte sul Tirreno o sull'Adria-
tico, per ciò appunto potevano ricevere dai medesimi
centri civili fiorenti altrove sul Mediterraneo, gli stessi
elementi, alcuni dei quali, per mancanza di confronti
col materiale coevo nel Mediterraneo orientale possono
oggi apparire proprii dell' Italia e dar luogo quindi
alle comparazioni sopra esposte. È quindi possibile
che alcuni almeno degli elementi di confronto, che
ho raccolto nel capitolo in cui studio le relazioni di
ambiente fra il Lazio e le principali regioni italiane
a noi archeologicamente note, dovranno in seguito a più
larghe indagini nei coevi strati delle altre regioni
mediterranee porsi fra i dati che ora sono per racco-
gliere sui commerci marittimi del Lazio col Mediter-
raneo orientale.

/ commerci marittimi col Mediterraneo orientale.

In Grecia le condizioni dell'arte nautica, all'alba
dei tempi storici, erano ancora tali da non ammettere
altro mezzo di traffico, almeno ordinario, oltre quello
di cabotaggio.

Omero o i rapsodi omerici descrivendo le navi
onerarie e guerresche usate ai loro tempi dai Greci,
certo non si attennero agli esemplari minori allora
noti, eppure descrissero dei legni che si tiravano a
secco sulla riva ogni qualvolta si volevano porre
 
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