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NONUMENTI PRIMITIVI DI ROMA E DEL LAZIO ANTICO
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nicia, come in genere afferma l'Helbig, sia fenicio
cipriotta come specifica l'Ohnefalsch Richter ('), era
ricollegata nel Mediterraneo alla via commerciale del
Sud; poiché se si eccettua l'esemplare sporadico di
Olympia, eseguito in bronzo, che potè imitare pro-
dotti fenici o cipriotti (2), tutti gli altri sono dif-
a Fig.
fusi nella parte meridionale del bacino mediterraneo
da Nimrud al Tirreno, con numerosi esemplari a Cipro
ed alcuni a Creta (3). Alla fine della età del bronzo
adunque il tipo nacque nel Mediterraneo meridionale
e si diffuse per la via commerciale del sud durante
l'età del ferro.
Purtroppo di una gran parte dei prodotti indu-
striali rinvenuti nel Lazio, che non sembrano di fab-
bricazione locale, si resta tuttora incerti sul luogo di
produzione e quindi anche sulla loro provenienza. Fra
(') Ohnefalsch,Richter, Kupros die Bibel und Ilomer, p. 50
e seg.
(2) Furtwiingler, Olympia, IV, p. 114.
(3) Ter la diffusione topografica di cotesti oggetti vedi Hel-
big e Von Bissing nei lavori già citati, ed anche l'Ohne-
falsch Richter, Kupros die Bibel und Ilomer, pp. 50 e seg.
e 441, ove è raccolta una ricca letteratura su cotesto argo-
mento.
Monumenti Antichi — Vol. XV.
questi sono disgraziatamente compresi anche i buc-
cheri fini ornati a poinlillè ed a stampo. Le migliori
ricerche sulla tecnica sono tuttora quelle del Klitsche
de la Grange, ma il problema della loro provenienza
resta ancora insoluto.
Siccome gli esemplari laziali sono del tutto iden-
197. b
tici a quelli rinvenuti nelle sepolture coeve dell' Etru-
ria, così non vi ha dubbio che questi e quelli deri-
vino dalle medesime manifatture; e siccome la grande
maggioranza dei buccheri e gli esemplari più svariati
provengono dalle regioni interne dell' Etruria, così è
poco probabile che i prodotti rinvenuti nel Lazio
siano stati quivi fabbricati. Uno dei tipi più lar-
gamente riprodotti è il calice su alto piede a tromba,
imitato talora anche in bucchero indigeno (cfr. tav. X,
fig. 19); esemplari identici si rinvennero a Samo
nell'Asia minore, ed uno pubblicato dal Boehlau è
stato già riprodotto (fig. 184); altri buccheri ripro-
ducono invece le forme dei vasi « protocorinzi ». Ma
questi dati di fatto gettano poca luce sulla questione
della provenienza nel Lazio dei buccheri fini ornati
a pointillè, di cui si ritrovarono parecchi esemplari
(cfr. tav. X, figg. 7, 12, 13, 14, 17, 19); questione
che resta perciò interamente ancora, come tante altre
del resto, sub judice.
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NONUMENTI PRIMITIVI DI ROMA E DEL LAZIO ANTICO
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nicia, come in genere afferma l'Helbig, sia fenicio
cipriotta come specifica l'Ohnefalsch Richter ('), era
ricollegata nel Mediterraneo alla via commerciale del
Sud; poiché se si eccettua l'esemplare sporadico di
Olympia, eseguito in bronzo, che potè imitare pro-
dotti fenici o cipriotti (2), tutti gli altri sono dif-
a Fig.
fusi nella parte meridionale del bacino mediterraneo
da Nimrud al Tirreno, con numerosi esemplari a Cipro
ed alcuni a Creta (3). Alla fine della età del bronzo
adunque il tipo nacque nel Mediterraneo meridionale
e si diffuse per la via commerciale del sud durante
l'età del ferro.
Purtroppo di una gran parte dei prodotti indu-
striali rinvenuti nel Lazio, che non sembrano di fab-
bricazione locale, si resta tuttora incerti sul luogo di
produzione e quindi anche sulla loro provenienza. Fra
(') Ohnefalsch,Richter, Kupros die Bibel und Ilomer, p. 50
e seg.
(2) Furtwiingler, Olympia, IV, p. 114.
(3) Ter la diffusione topografica di cotesti oggetti vedi Hel-
big e Von Bissing nei lavori già citati, ed anche l'Ohne-
falsch Richter, Kupros die Bibel und Ilomer, pp. 50 e seg.
e 441, ove è raccolta una ricca letteratura su cotesto argo-
mento.
Monumenti Antichi — Vol. XV.
questi sono disgraziatamente compresi anche i buc-
cheri fini ornati a poinlillè ed a stampo. Le migliori
ricerche sulla tecnica sono tuttora quelle del Klitsche
de la Grange, ma il problema della loro provenienza
resta ancora insoluto.
Siccome gli esemplari laziali sono del tutto iden-
197. b
tici a quelli rinvenuti nelle sepolture coeve dell' Etru-
ria, così non vi ha dubbio che questi e quelli deri-
vino dalle medesime manifatture; e siccome la grande
maggioranza dei buccheri e gli esemplari più svariati
provengono dalle regioni interne dell' Etruria, così è
poco probabile che i prodotti rinvenuti nel Lazio
siano stati quivi fabbricati. Uno dei tipi più lar-
gamente riprodotti è il calice su alto piede a tromba,
imitato talora anche in bucchero indigeno (cfr. tav. X,
fig. 19); esemplari identici si rinvennero a Samo
nell'Asia minore, ed uno pubblicato dal Boehlau è
stato già riprodotto (fig. 184); altri buccheri ripro-
ducono invece le forme dei vasi « protocorinzi ». Ma
questi dati di fatto gettano poca luce sulla questione
della provenienza nel Lazio dei buccheri fini ornati
a pointillè, di cui si ritrovarono parecchi esemplari
(cfr. tav. X, figg. 7, 12, 13, 14, 17, 19); questione
che resta perciò interamente ancora, come tante altre
del resto, sub judice.
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