Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 15.1905

DOI Artikel:
Pinza, Giovanni: Monumenti primitivi di Roma e del Lazio Antico
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.9312#0332

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
bassa del cippo quasi a livello col principio della
iscrizione, fu riservato in un vano ivi appositamente la-
sciato, nella massa del nuovo suggesto (C), allo scopo
di ottenere che i monumenti connessi al lastrico mede-
simo, e fra questi il cippo iscritto, potessero rimanere
visibili dall'area del Comizio dopo le nuove ricostru-
zioni.

Ho dimostrato in un altro lavoro che l'unico mo-
numento riservato nel vano al quale ho ora accen-
nato, consisteva nella costruzione sostituita poi dalla
edicola usualmente detta la tomba di Romolo, la quale
ultima certamente è una ricostruzione relativamente
recente di un monumento più antico, quello che ori-
ginariamente dovette essere in relazione col cippo
iscritto.

11 cippo e la primitiva tomba di Romolo, per chia-
rezza le conservo il nome leggendario, sorgevano sulla
medesima platea di tutì che altro non è se non la ter-
razza del suggesto (B) guastato ma non distrutto dal-
l' incendio gallico. La iscrizione ed il prossimo monu-
mento sono adunque certamente anteriori a questa
catastrofe ; d'altra parte siccome la costruzione di un
suggesto nel lato meridionale del Comizio rese del
tutto illogico ed anche forse impossibile il presiedere
le adunanze del popolo ivi convenuto dalle ultime
balze del colle capitolino, come si praticava antece-
dentemente, sapendosi che verso la metà del V secolo
cioè verso il 449 a. C. Appio Claudio ancora convo-
cava il popolo dall'altura ove è il Volcanale e che
poco dopo avvenne la prima costruzione dei Rostra e
quindi dell'annesso suggesto B, certamente già costruito
nel 426, non vi ha dubbio che proprio agli anni tra-
scorsi tra queste due date debba riferirsi la costruzione
della platea B e quindi quella dei monumenti che vi
si ricollegano, fra i quali anche il cippo colla relativa
iscrizione, la quale non potè essere incisa o almeno
inaugurata presso ai rostra, prima del 449 a. C.

Trattandosi di un monumento posteriore all'epoca
che io mi sono specialmente prefisso di studiare in
questo lavoro, mi sembra qui fuori di luogo un più mi-
nuto riassunto di ciò che ho esposto sulla cronologia
del cippo e dei monumenti repubblicani del Comizio
in un lavoro speciale, al quale perciò rimando il let-
tore desideroso di maggiori schiarimenti ('). Qui mi

(') Pinza, II Comizio romano nella età repubblicana ed i

limito a mostrare che l'arcaismo dell' iscrizione non
contraddice affatto a tale conclusione sia perchè delle
forme arcaiche poterono conservarsi appositamente in
una iscrizione monumentale come questa di carattere
pubblico e forse anche sacro, sia perchè effettivamente
valenti filologi seguendo criterii filologici avevano già
attribuito al V secolo a. C. la iscrizione del cippo
romano (').

Il vaso di Dueno è già di per sè sufficiente a di-
mostrare all'evidenza che la scrittura latina era abba-
stanza largamente diffusa già nel II periodo della età
del ferro. Se l'alfabeto allora adoperato sia stato in-
trodotto dai Calcidesi o da altri è questione che sfugge
alle ricerche dell'archeologia, come pure mancano ar-
gomenti per decidere se l'alfabeto di cui si è servito
il figulo che plasmò il vaso di Dueno sia stato l'unico
ed il più antico in uso nel Lazio, od almeno in Roma,

0 se antecedentemente a queste forme grafiche altre an-
cora fossero ivi adoperate.

A questo riguardo si può solo constatare che la
affermazione così comunemente ripetuta che ai cal-
cidesi si debba nel Lazio la introduzione dell'alfabeto,
non può essere più presa nel senso in cui fu esposta
sino ad ora, cioè che antecedentemente non si cono-
scesse affatto la scrittura.

Quelle relazioni commerciali con Creta, coli'Egeo
e coli'Egitto, di cui abbiamo mostrato sì larghe tracce
nella età del ferro, erano già avviate nelle età antece-
denti, come si può indirettamente dimostrare dagli
elementi comuni fra la civiltà della età del bronzo
fiorita neH'Etruria, nell'Appennino centrale e nell'Italia
meridionale, cioè tutt'all' intorno del Lazio, e quella
propria delle regioni dinnanzi citate; ora è del tutto
probabile, data la evidente utilità della scrittura, che

1 latini, se non possedevano già dei mezzi grafici per
riprodurre il linguaggio, ereditati dalle famiglie dalle
quali discendevano, abbiano almeno nella età del bronzo
introdotto quelle forme di scrittura alfabetiche od ideo-
grafiche che allora erano largamente usate nei paesi ba-

suoi monumenti negli Annali della Società degli Ingegneri ed
architetti italiani, 1905. Non mi occupo nel testo della cista
Ficoroni perchè spetta pur essa certamente ad una età non an-
teriore al secolo V, come lo prova all'evidenza lo stile dei graffiti
nel corpo della cista e delle figure fuse in bronzo che fungono
da manico del coperchio.

(') Sono di questo parere ad esempio il Comparetti, l'Hulsen,
l'Otto, il Pais ed il De Sanctis.
 
Annotationen