709 MONUMENTI PRIMITIVI DI
persisteva in Roma nel secolo IV0 a. C, come lo
provano gli oggetti di corredo riferibili a questa epoca
rinvenuti così nella tomba a camera del viale prin-
cipessa Margherita, come in quella di Via Napo-
leone III (CXXV e CXXVI) e nell'altra tagliata dal-
l'Aggere « serviano » in piazza Magnanapoli (CLXX).
Ho osservato altrove che lo sviluppo delle costru-
zioni di tipo dolmenico eseguite in pietra, non poteva
avvenire che in una sola direzione, cioè allungando
la cella e trasformandola in un corridoio, o costruendo
lungo un medesimo asse parecchie celle comunicanti
fra loro.
Sino ad ora nel Lazio non sono state ritrovate
delle tombe a corridoio di tipo dolmenico nè costruite
Fig. 209.
ROMA E DEL LAZIO ANTICO 710
delle deposizioni con corredi della prima età del
ferro.
Altre tombe republicane rinvenute nel Lazio (')
(fig. 210) presentano quella disposizione a croce degli
ambienti che si osserva pure in alcuni sepolcri della
età del ferro ritrovati a nord del Tevere, a Vulci per
esempio, a Vetulonia ed a Saturnia (2) ; ma anche
per queste restano gli stessi dubbi già esposti per
quelle antecedenti riguardo all'epoca in cui il tipo
che riproducono sarebbe stato introdotto a sud del
Tevere.
La tomba Bernardini di Palestrina può avvicinarsi
a quella categoria di sepolcri che, ricollegandosi per
la pianta agli edifìci a struttura dolmenica e per la
Fig. 210.
in pietra, nè imitate ad incavo nella roccia; non si
conoscono nemmeno dei sepolcri a celle multiple che
possano risalire alla età del ferro, ma di quella
categoria sono alcuni sepolcri di età repubblicana
rilevati dal Canina (fig. 209) ('), i quali riproducono
così fedelmente la disposizione degli ambienti che si
osserva in sepolcri etruschi della età del ferro, pur
essendo diversi i materiali da costruzione, da doversi
con ogni probabilità riferire, come gli esempi or ora
citati, a persistenze di tipi antichissimi. L'unica que-
stione che resta insoluta è se i prototipi fossero già
in uso nel Lazio durante i tempi preistorici, o se siano
stati imitati al di qua del Tevere soltanto più tardi.
Certo è che a nord di questo fiume sono stati ritro-
vati a Veio (2) ed a Saturnia anche dei sepolcri colle
camere incavate l'ima appresso all' altra nella roc-
cia, o costruite in pietra, entro le quali giacevano
(') Canina, Gli edifizi di Roma antica, VI, tav. LXXXII,
fig. a destra.
(2j Canina, Etruria marittima, I, tav. XXXIV, fig. 1.
struttura della volta ai sepolcri ad aggetto, costitui-
scono una classe ibrida, la quale risente appunto del-
l'uno e dell'altro metodo costruttivo, o ne imita, inne-
standole insieme, le diverse forme (3). Forse fu analoga
a due sepolcri vetuloniesi ed a quelli così comuni nella
necropoli di Orvieto (')-
Questi sepolcri sono tutti ad umazione ; la mede-
sima struttura per difendere la deposizione dal peso
delle terre sovrapposte si osserva però anche nella
tomba CXVII, individuale e certamente a cremazione.
Delle fosse ritrovate nella piazza Vittorio Ema-
nuele in Roma contenevano la deposiziono difesa verso
(') Canina, Gli edifizi di Roma antica, voi. VI, tavv. XV
e CV; Santo Bartoli, Gli antichi sepolcri, tav. XXVIII.
(2) Gsell, Fouilles, dans la nécropole de Vulci, p. 166 e
seg.; Mon. Lincei, IX, p. 42, fig. 23; p. 93, fig. 36; p. 103,
fig. 45; Falchi, Vetulonia e la sua necrop. antichissima, p. 203;
Micali, Mon. ined., p. 59.
(3) Bull, comunale, 1898, p. 193 e seg., fig. 33.
C) Not. scavi, 1898, pp. 94 e 102; Bull, paletti, ital., 1901,
p. 184; Ann. Inst., 1877, p. 99 e seg.; Mon. Inst., tav. XLII.A.
persisteva in Roma nel secolo IV0 a. C, come lo
provano gli oggetti di corredo riferibili a questa epoca
rinvenuti così nella tomba a camera del viale prin-
cipessa Margherita, come in quella di Via Napo-
leone III (CXXV e CXXVI) e nell'altra tagliata dal-
l'Aggere « serviano » in piazza Magnanapoli (CLXX).
Ho osservato altrove che lo sviluppo delle costru-
zioni di tipo dolmenico eseguite in pietra, non poteva
avvenire che in una sola direzione, cioè allungando
la cella e trasformandola in un corridoio, o costruendo
lungo un medesimo asse parecchie celle comunicanti
fra loro.
Sino ad ora nel Lazio non sono state ritrovate
delle tombe a corridoio di tipo dolmenico nè costruite
Fig. 209.
ROMA E DEL LAZIO ANTICO 710
delle deposizioni con corredi della prima età del
ferro.
Altre tombe republicane rinvenute nel Lazio (')
(fig. 210) presentano quella disposizione a croce degli
ambienti che si osserva pure in alcuni sepolcri della
età del ferro ritrovati a nord del Tevere, a Vulci per
esempio, a Vetulonia ed a Saturnia (2) ; ma anche
per queste restano gli stessi dubbi già esposti per
quelle antecedenti riguardo all'epoca in cui il tipo
che riproducono sarebbe stato introdotto a sud del
Tevere.
La tomba Bernardini di Palestrina può avvicinarsi
a quella categoria di sepolcri che, ricollegandosi per
la pianta agli edifìci a struttura dolmenica e per la
Fig. 210.
in pietra, nè imitate ad incavo nella roccia; non si
conoscono nemmeno dei sepolcri a celle multiple che
possano risalire alla età del ferro, ma di quella
categoria sono alcuni sepolcri di età repubblicana
rilevati dal Canina (fig. 209) ('), i quali riproducono
così fedelmente la disposizione degli ambienti che si
osserva in sepolcri etruschi della età del ferro, pur
essendo diversi i materiali da costruzione, da doversi
con ogni probabilità riferire, come gli esempi or ora
citati, a persistenze di tipi antichissimi. L'unica que-
stione che resta insoluta è se i prototipi fossero già
in uso nel Lazio durante i tempi preistorici, o se siano
stati imitati al di qua del Tevere soltanto più tardi.
Certo è che a nord di questo fiume sono stati ritro-
vati a Veio (2) ed a Saturnia anche dei sepolcri colle
camere incavate l'ima appresso all' altra nella roc-
cia, o costruite in pietra, entro le quali giacevano
(') Canina, Gli edifizi di Roma antica, VI, tav. LXXXII,
fig. a destra.
(2j Canina, Etruria marittima, I, tav. XXXIV, fig. 1.
struttura della volta ai sepolcri ad aggetto, costitui-
scono una classe ibrida, la quale risente appunto del-
l'uno e dell'altro metodo costruttivo, o ne imita, inne-
standole insieme, le diverse forme (3). Forse fu analoga
a due sepolcri vetuloniesi ed a quelli così comuni nella
necropoli di Orvieto (')-
Questi sepolcri sono tutti ad umazione ; la mede-
sima struttura per difendere la deposizione dal peso
delle terre sovrapposte si osserva però anche nella
tomba CXVII, individuale e certamente a cremazione.
Delle fosse ritrovate nella piazza Vittorio Ema-
nuele in Roma contenevano la deposiziono difesa verso
(') Canina, Gli edifizi di Roma antica, voi. VI, tavv. XV
e CV; Santo Bartoli, Gli antichi sepolcri, tav. XXVIII.
(2) Gsell, Fouilles, dans la nécropole de Vulci, p. 166 e
seg.; Mon. Lincei, IX, p. 42, fig. 23; p. 93, fig. 36; p. 103,
fig. 45; Falchi, Vetulonia e la sua necrop. antichissima, p. 203;
Micali, Mon. ined., p. 59.
(3) Bull, comunale, 1898, p. 193 e seg., fig. 33.
C) Not. scavi, 1898, pp. 94 e 102; Bull, paletti, ital., 1901,
p. 184; Ann. Inst., 1877, p. 99 e seg.; Mon. Inst., tav. XLII.A.