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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 16.1906

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Paribeni, Roberto: Necropoli del territorio Capenate
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https://doi.org/10.11588/diglit.9313#0218

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415

NECROPOLI DEL TERRITORIO CAPENATE

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E l'uso di essi deve essere stato in Italia tut-
t'altro che raro, a giudicare dal numero di quei finora
noti. Ne compilò nel 1882 una lista il Ghirardini (')
e lo Gsell la completò nel 1890 (2). Nuovi supple-
menti sarebbero forse insufficienti di qui a qualche
anno. Circa la loro fabbricazione è noto, che lavorati
in Italia li credettero l'Undset (:ì) e l'Orsi (4) mentre
il Pigorini inclinava a ritenerli importati o fabbri-
cati in Italia da artisti venuti dall'Egeo (5). Che i
primi vasi in lamina venissero in Italia dal di fuori,
è certo, ma che gli Italici apprendessero ben presto
a fabbricarne essi stessi, è ora generalmente ammesso
da tutti. Ora nessun altro vaso può pretendere ad
un'origine italica, quanto questo così villanoviano nella
forma e così primitivo nella tecnica. I metallurgisti
dell'Egeo già in età assai più antica dimostrano se
non maggiore abilità tecnica, certo più gusto e più
ricchezza di decorazione (s).

Similmente all'industria indigena ascriverei altri
vasi di bronzo, p. es. il sostegno di bronzo a tre piedi
di t. LIV (fig. 33) di un tipo largamente esemplifi-
cato anche nelle vicine necropoli falische e laziali f)
e i lebeti lisci pure forniti di tre piedi a nastro liscio
e grosso di t. XVI e LIV. I prototipi saranno natu-
ralmente da ricercarsi nell'Egeo, dove il tripode è
stata una forma tanto antica e tanto prediletta (8).

(') In Not. scavi 1882, p. 152.
(*) Fouilles de Vulci, p. 265.
(3) In Ann. Ist. 1885, p. 88.
(*) In iÌIus. Italiano, II, p. 120.

(6) In Bull, di Pai. 1887. p. 90; cfr. sulla questione recentis-
simamente il Montelius, in Journal ofanthrop. Instituts, XXX,
p. 89.

(°) Cfr. una grande brocca a foggia d'idria e altri vasi nella
necropoli di Phaestos: Savignoni, Mon. Lincei, XVI,p. 5-12; altri
simili del palazzo di H. Triada, e molti bellissimi dalle tombe
di Knossos, Halbherr, in Mon. del R. Ist. Lombardo, voi. XXI,
1905, p. 247; Paribeni, in Rend. Lincei, XII, p. 322; Evans,
Prehistoric tombs of Knossos, p. 117, figg. 35-38, 54, 55,116, tav.
LXXXIX, e Brit. Sch.Annual, IX, p. 124. In Egitto già da molti
secoli si fondevano o si tiravano a martello superbe statue di rame,
cfr. la statua famosa di Phiops re della VI dinastia e di suo figlio
nel Museo del Cairo: Von BissingBrucl;mann, Denkmàler aeqypt.
Skulpt.,1, tav. 12 e 13. Sui magnifici vasi metallici rappresentati
nelle tombe specialmente della XVIII dinastia cfr. Schafer, Altà-
gyptische Prunkgefàsse mit aufgesetzten Randverzierungen, in
Untersuchungenzum Geschichleund Alter tumskunde Aegyptetis,
IV, p. 1.

C) Mon Lincei, IV, fig. 99 e tav. Vili, 11 ; ibid. XV, p. 224.

(s) Cfr. specialmente Savignoni, Di un bronzetto arcaico
dell'acropoli di Atene e di una classe di tripodi di tipo greco-
orientale, in Mon. Lincei, IV, p. 277 e Petersen, Dreifuss von

Così pure di lavorazione italica ritengo i lebeti
con orlo periato così comuni nell'Etruria e nel Lazio (')
e la grande situla di t. XVI tanto primitiva nella
sua costruzione a lamine trapezoidali inchiodate, e tanto
simile specialmente per la forma delle anse all'esem-
plare della tomba Bernardini (2).

Inclinerei invece a credere importate le eleganti
ciotole di lamina baccellata, di cui si ebbe buon nu-
mero di identica fattura in tutte le più illustri tombe

1 ig. 33. — Sostegno tripedato di bronzo (tomba LIV).

italiane che fornirono oggetti per la grande maggio-
ranza importati dal commercio greco-orientale (3).
Nella nostra necropoli se ne rinvennero sei nella ricca
t. XVI, due nella t. XX e una nella t. LII. Tali ciotole
si incontrano in Oriente e in Grecia liu da età molto

Lucerà, in Rbm Mitth. 1897, p. 6. Esemplari più antichi ora
da Knossos, Evans, Prehistoric tombs, tav. LXXXIX ; cfr. pure
uno riprodotto su un vaso di stile geometrico in Waldstein, Ar-
gine Ileraeum, II, tav. 57 n. 11. Un sostegno a tre piedi si-
mile al nostro di t. LIV fu rinvenuto a Curion (Cipro), Perrot-
Chipiez, Hist. de l'Art, III, p. 864.

(») Cfr. Gsell, Fouilles de Vulci, pp. 401, 516; Petersen,
in Rom. Mitth. 1896, p. 173 etc.

(2) Ghirardini, in Mon. Lincei, II, p. 50. A quelle ricor-
date dal Ghirardini come costruite a lamine trapezoidali in-
chiodate si può aggiungerne una di Fabriano, nella quale il
fondo era rinforzato con sedici striscio di lamina (Brizio in
Not. scavi, 1899, p. 377).

(3) Così da Caere: Grifi, Cere antica, tav. VIII, 2; Prue-
neste: Montelius, Civ. primitive, tav. 366, n. 11; Vetulonia:
Falchi in Not. scavi 1887, p. 482; Civita Castellana Bar-
nabei in Mon. Lincei, IV, p. 257; Clima: Pellegrini, in Muri.
Lincei, XIII, p. 243.
 
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