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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 17.1906

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Orsi, Paolo: Gela: scave del 1900-1905
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https://doi.org/10.11588/diglit.12731#0017
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GELA

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tuendosi anche in T. N. alcune ragguardevoli rac-
colte private di antichità locali, sopratutto di vasi,
col prodotto di scavi in proprietà dei singoli collet-
tori ed anche altrove. Io non potrò mai abbastanza
deplorare che collo zelo, lodevolissimo, di formare tali
l'accolte, non sia proceduta di pari passo la cura di
tenero diari delle scoperte, e nel Governo come nel
Municipio quella di impedire l'esodo e la dispersione.

Fu la trasformazione agricola di Capo Soprano,
Aio a poco meno di un secolo quasi incolto, che
svelò i tesori vascolari di Gela, e cominciò ad aprire
gli occhi agli amatori. I primi a raccogliere furono il
marchese Mallia (monete e gemme ora disperse ; sca-
l'obei bellissimi a Oxford), ed il barone Gius. Navarra,
la cui splendida raccolta dei vasi venne sempre libe-
ramente messa a disposizione di dotti ('). Morendo
egli dispose che la raccolta fosse inalienabile, ed il
figlio Carlo Navarra la continuò per suo conto; ora
essa è in parte smembrata. Placido Campolo, nego-
ziante messinese venuto a mettere casa in T. N., co-
stituì una collezione grandiosa, che, lui morto, passò
a saldo di debiti a certo Ainis, negoziante di Messina,
e venne da costui ceduta per L. 25 mila al Museo Na-
zionale di Palermo. Il Campolo fu sempre coadiuvato
Dell'opera sua da un famigerato scavatore, per nome
Sanapone, che come il Lapponieddo di Camarina (Orsi,
Canarina, I, p. 11), per 30 e più anni visse dell'in-
dustria degli scavi abusivi, lavorando non solo a Capo
Soprano, ma altresì al Bosco e nei feudi suburbani.

Verso il 1860-61 venne a T. N. Giorgio Dennis,
console generale di S. M. Britannica a Palermo, il
quale, accolto con deferenza e favore, scavò con splen-
dido successo a Capo Soprano, asportando una quaran-
tina di casse di vasi, che oggi dovrebbero trovarsi al
British Museum.

I buoni gelesi di mezzo secolo addietro ricordano
la caratteristica figura della signora Dennis, che se-
duta sopra una sedia da campo e riparandosi dal sole
con un grande ombrello rosso, prendeva parte attivis-
sima a questo nuovo genere di sport, assistendo assidua
agli scavi, e nascondendo sotto un enorme crinolino i
più preziosi pezzi che man mano uscivano dai sepolcri.

0) Molti ne pubblicò « in extenso » il Benndorf nei suoi
Griech. uni Sicil. Vasenbilder; di altri, come di altre raccolto
gelesi, vi è u:ia relazione sommaria del Poterseli in Roem.
Mittheilungen, 1892, p. 182 seg.

I Dennis, fatti oggetto dei maggiori riguardi, e distri-
buendo poche diecine di sterline, asportarono da Gela
centinaia di vasi di grande valore.

Dato l'esempio da uno straniero, il Governo cre-
dette obbligo suo di farsi vivo, e nella primavera del
1864 il Direttore del Museo di Palermo, G. D'Ondes
Reggio, eseguiva degli scavi nel podere Sciacalone, di
cui possediamo un sommario riassunto ('). E furono
gli unici eseguiti dal 1864 al 1900 per conto della
nazione in un suolo ancora quasi vergine e fertilissimo,
totalmente poi abbandonato durante 36 anni alla mercè
degli speculatori d'ogni maniera, che, impassibili lo
autorità, per sette lustri di seguito consumarono ro-
vine irreparabili.

Dopo del Dennis e del D'Ondes Reggio, Giuseppe
Amendola imprese le esplorazioni nel suo predio, ora
Lauricella, al Cimitero, e continuò il nipote vivente
Emanuele Lauricella, la cui raccolta passò poi al
Museo di Siracusa, ma sfiorata di una quindicina di
pezzi, ora all'Ashmolean Museum di Oxford.

Là raccolta del cav. Nic. Russo data dal 1875 ; il
proprietario attuale, coadiuvato da un fratello, eseguì
fino al 1899 scavi in grande stile, e la sua fu una
vera « exploitation » archeologica delle necropoli ge-
lesi a scopo di lucro; fortunatissimi gli scavi nel predio
Romano, meno in altri; il materiale Russo proviene
dalle necropoli urbane e suburbane, e qualche pezzo
anche da Scoglitti. Ma attualmente la raccolta, pur
ragguardevole per numero, non conta alcun pezzo di-
stinto; l'abile occhio di A. Evans bada anni assicu-
rato al suo Museo di Oxford quanto'di veramente buono
essa conteneva (2). Negli ultimi anni, venendo sempre
più a difettare la buona ceramica attica di origine ge-
lese, si è infiltrata nella raccolta Russo una quantità
di vasellame campano, anche di grandi dimensioni pro-
veniente da Napoli, la presenza del quale perturbe-
rebbe seriamente le nostre vedute archeologiche su
Gela, quante volte codesti vasi venissero gabellati
come gelesi.

(') Ballettino d. Cmnm. Ant. e Belle Arti di Sicilia (Pa-
lermo 1864, n. 1); Salinas, ibidem, n. 2. Del Salinas abbiamo
poi solo due brevissime note su vasi e su di una iscrizione
in Notizie 1896, pp. 118, 254,

(2) Gardner, Greek vases in the Ashmolean Museum in
Oxford (Oxford, 1893); Id., Vases added to te A. M. {Journal
of hell. studies, 1904, p. 239 segg.; 1905, p. 65 segg.).
 
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