Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 17.1906

DOI Artikel:
Orsi, Paolo: Gela: scave del 1900-1905
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.12731#0126
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
243

gela

244

TìairiTtini in difilla "NT

1 Milli MI III ÌLI D1 L 11 I ti ■ • ■ . i.1 >

1

ti m QinmnAi

A.

» » f/nhi

6

n » Afri fi t, filli

6

m m U1QA H f n Tl*l PpTll AVO

~ V doU et liti Ut.tL<11L/L il. • •

i

X

ti n TY1P77A flìlfnVA A cimili

10



o
D

c) 'OciTsokoyi'ai {ossilegia) di adulti N.

13

rf) KavGsig di adulti, di rado di fan-



ciulli, in nuda terra, in anfore, in



dolii, hydrie, statnnoi, ecc. . . .

101

Totale dei morti N.

570.

Anzitutto dell' orientazione dei cadaveri; non
siamo ancora al punto di poter dare esaurienti spie-
gazioni sulle ragioni rituali o tradizionali, che pre-
siedevano a questa parte del cerimoniale funebre; vi
hanno città, come p. es. Megara Hyb. (Orsi, op. cit.,
p. 89) e Samos (Boehlau, op. cit., p. 20), dove la
collocazione del cadavere sembra avvenuta capriccio-
samente, ma nondimeno si avverte anche in esse
l'azione del fascino dell'oriente o del sole levante. A
Siracusa invece ed a Camarina (Orsi, Cam., II, p. 179)
l'orientazione orientale ha una decisa e strabocche-
vole maggioranza, sì da doverla ritenere imposta da
speculazioni rituali; ora la stessa preponderanza noi
constatiamo nella necropoli arcaica di Gela.

Il rapporto fra cremazione e deposizione (l) ci
dà qui a Gela la proporzione di quasi 6:1, non dif-
falcando però i bambini ed i teneri fanciulli, per i
quali era, si può dire, regola costante di tutti i luoghi
la inumazione (Dragendorff, op. cit., p. 82). Siamo
adunque ben discosti, sotto tale riguardo, dai due
estremi di Thera, dove il rito omerico della xavtfig
è di quasi assoluto dominio, e di Samos, dove invece
si ha appena il 2 '/sVo! stiamo invece intermedi fra
Camarina col 14°/0 e Megara col 25% (Cam., II.
pp. 176-177) di cremati.

(') Il più reconte studio sullo duo maniere di rito è quello
del Dorpfeld, Verbrennung und Bestattung der Toten in alten
Griechenland (Zeitschrift fur Etimologie ecc. 1905, p. 538
e segg.), più diffusamente svolto dallo stesso A. in Mélanges
Nicole (Genève, 1906, pp. 95-105), dove egli sostiene la tesi
audace che i Greci dai tempi micenei ai classici abbiano
sempre bruciato : egli fa solo distinzione fra xuxaxahiv e xaiuv
bruciare totalmente e scottare superficialmente. Ma le scoperte
archeologiche difficilmente recheranno conferma a questa strana
teoria.

Debbo ora toccare brevemente di alcune anomalie
e specialmente rituali. Si è più volte messo in dubbio
da qualche archeologo, che il contenuto delle anfore
sia di avanzi umani; questo dubbio mi ha reso sempre
più attento e circospetto nell'esame di esso; e tenni
sempre di mira gli esigui e sottili resti delle pareti
craniali, delle ossa tubulari, ed eventualmente dei
dentini, che agevolmente si discernono da quelli ani-
mali ; e volli qualche volta essere confortato dall'au-
torità medica (B. 490), onde reputo dover mantenere
l'opinione, che codesti syy>vx(;i(J[ioi giovanili fossero nu-
merosissimi e che taluni si riferiscano anche a feti, per
quanto mi manchi sovente a Gela quella constatazione
medica che potei avere per qualche caso cemeteriale
in Siracusa (Notizie 1893, p. 280). Lo scheletro del
sep. 100 è, in una necrop. greca, caso al tutto nuovo,
nè escludo possa spettare ad un óoìdog siculo. Casi
di acefalia si erano constatati più di una volta in
necrop. grecite, ma qui abbiamo dei casi totalmente
inversi. In B. 178 due crani senza le rispettive ossa
scheletriche, ed in Lap. 8 tre crani del paro senza
ossa e con traccie di cremazione troppo esigue, per
poterle riferire ai rispettivi cadaveri. Ammessi gli
esempi di acefalia, imputabili a varie cause, qui
avremo un complemento ad essi nel senso cioè che i
cadaveri decapitati sieno stati deposti, od abbandonati
altrove e nemmeno va escluso che essi cadaveri ace-
fali sieno stati cremati, possedendo noi ormai numerose
constatazioni di cremazioni parziali (').

III. I corredi funebri. — Gli xteqCd(iata o xxéQta,
che accompagnavano il defunto e che venivano con-
siderati come sua proprietà erano di due specie, quelli
deposti dentro ed attorno al sepolcro al momento del

(') Per le regioni barbariche e lo necropoli preclassiche
si consulti l'ampio studio dell'Olshausen, Leichenverbrcnnung
(in Vurhandlungen der lìerliner Gesellsehaft fur Anthropo-
logie etc, 1892, p. 129 e segg.), e specialmente il capitolo C
Die Theilverbrennung odere mindere Leichenlrand, p. 163.
Per i tempi micenei alcuni casi vennero constatati dallo Tsoun-
das, 'Etfrjfj,. ' AqxwÌ: 1885, p. 39 e dal Vollgraff, Bull. Corr.
Hell, 1904, p. 393. Anche nel ciclo della civiltà barbarica di
Ilallstatt si segnalarono casi assai curiosi di cremazione par-
ziale (cranio sopra le ossa cremato, cranio arso accanto allo
scheletro intatto, ecc.), che si vollero interpretare come timidi
tentativi di passaggio da uno all'altro rito (Hoernes, Die Halls-
tattperiode, p. 18 e segg.). Ed in Cartagine il p. Delaltre
(Revue Archéol., XII, 1888, p. 158), segnalava in un se-
polcro due crani, forse di decapitati, senza i rispettivi sche-
letri.
 
Annotationen