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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 17.1906

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Orsi, Paolo: Gela: scave del 1900-1905
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https://doi.org/10.11588/diglit.12731#0171
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GELA

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verso sud un terreno piano, nel quale eseguii vasti
saggi, non trovando più indili di ulteriori sepolcri,
ma invece pozzi, due cisterne, ed un ammasso di
pezzi in una fossa profonda. Un primo pozzo scavato
nel terreno arenario poroso, senza rivestimento, con
un diam. di cm. 75 venne seguito sino a m. 7 : non
vi si trovarono che ossa di animali, e dopo i m. 4
una enorme quantità di lumachelle terrestri mange-
recci. Anche i resti fittili erano pochi ed insignificanti ;
tra di ossi pezzi del puteale senza decorazione di sorta.

Una cisterna conica fu esplorata per m. 4 di prof. ;
era di forma campanulata, vestita di cemento; diede
in abbondanza ossa di grossi animali, tra cui un bu-

Fig. 244,

cranio, spaccato a mezzo la fronte da un colpo di
ascia, un grande coppo senza decorazione, un oscillum
con maschera di Medusa triste, un fondo di vaso vi-
treo (romano ?). Anche qui non si tratta che di rifiuti
di cucina, colà buttati in tempi tardissimi, dopo che
la cisterna, resa inservibile da qualche lesione, non
teneva più l'acqua. Pozzo e cisterna alludono poi a
qualche povera abitazione rusticana di tempi tardi
(sec. III-II).

Nel maggio del 1902 ho voluto proseguire le in-
dagini a ponente esatto della casa Di Bartolo, ed
in continuazione al terreno che l'anno precedente aveva
dato il primo nucleo di sepolcri, ed ebbi la fortuna
di rinvenirne altri che attaccano coi primi, formando
evidentemente una di quelle isole o gruppi sepolcrali,
distinti e divisi l'uno dall'altro, onde consta la necropoli
di Capo Soprano. Anche per questo propongo uno
schizzo topografico.

Sep. 18 (T). Di tegole a cappuccina, 1. m. 1,80,
dir. SEE-NOO, con un nudo scheletro dal cranio
ad E.

Sep. 19 (II). Grande baule fittile, dim. cavo
to'. 1,72 X 0,41, dir. E-O, con coperta carenata in due
pezzi. Estornamente, all'angolo SE e poggiata all'an-
golo della casa giaceva ridotta in un cumulo di fram-
menti l'anfora, che vedesi restaurata alla tav. IX.
Essa misura in alt. cm. 40, ha il piede rotto in an-
tico, saldato con due chiavette di piombo. Il corpo è
tutto nero meno la base a brevi radiature n. su r. e
le spalle, sotto l'imposta del collo, decorate di un giro
completo di foglioline. La bocca era ermeticamente
chiusa da un coperchio a pomello nero, con circoli
concentrici n. e r., ed al margine un giro di doppie
foglioline d'ellera. Lo anse sono tricostolate. Sui due

Fig. 245.

prospetti del collo vi hanno due rappresentanze a f. n.
dell'ultima fase dello stile nero, accuratamente dise-
gnate e completate da numerosi graffiti. A) Episodio
della caccia al cinghiale erimantio. Eracle disarmato,
vestito di un breve chitone a cintura e senza maniche,
serra per le gambe posteriori, sollevandolo, un grosso
cinghiale, che tenta scappargli. Appeso allo sfondo la
pelle nemea, la daga e la faretra; ed in un angolo
appoggiata la clava. Di solito, nella pittura attica
nera tarda, della seconda metà del sec. VI, sopra-
tutto in anfore (Furtwàngler, Berlin. Vasensammlung,
n. 1841 e segg.), la scena si svolge altrimenti, con un
tipo costantemente osservato, di Eracle che porta sulla
spalla il cinghiale per scaricarlo dentro un grande
pithos la cui bocca esce da terra; il più vivace svol-
gimento di esso ci è dato nel passaggio dal VI al
V secolo da Eufronio ( Wiener Vorlegeblàlter V. 5).
La nostra figurazione appartiene ad un altro gruppo
più raro, esprimente un altro momento, quello cioè
in cui Eracle si piega, per afferrare di dietro il cin-
ghialo che vuole sfuggire, e caricarselo sulle spalle.
 
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