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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 17.1906

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Orsi, Paolo: Gela: scave del 1900-1905
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https://doi.org/10.11588/diglit.12731#0172
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335

OELA

336

B) Continuazione della scena precedente. Enristeo
nudo, colla clamide volante sullo spalle o la barba
pavonazza, fugge spaventato alla vista di Eracle col
cinghiale, per nascondersi nel pithos, dentro cui ha
già posto un piede; gli sta da lato una donna con chi-
tono e mantello, piedi e faccia bianca, scettro gigliato
nella d., che gli parla, come per trattenerlo, Nemea
od Hora. Le iscrizioni tracciate accanto, sopra e sotto
le figure non hanno senso veruno.

La scena, così spezzata in due parti e momenti,
si svolge da una parte con carattere fiero, dall'altra
comico ; il primo schema è raro, il secondo forse nuovo,
e per quanto io sappia, senza riscontri nella pittura
vasaria, in quanto, di solito, Enristeo si vedo sporgere

Fio. 246.

spaventato dal vaso, implorando pietà da Eracle che
sta per lanciargli addosso la fiera.

All'angolo SO giaceva una grande brocca, a. era. 34,
rossa con fascie nere al labbro e sul ventre ; essa ve-
desi riprodotta alla fig. 246.

Nell'angolo NE una piccola lekythos attica di circa
25 cm. era ridotta in frammenti irrestaurabili; sulle
spalle aveva palmette ioniche e sul ventre nero una
fig. muliebro r., della quale rimase superstite solo il
kalathos che le stava accanto.

Sul vertice dei copertoni uno skyphos n. con fascia
rossa alla base.

All'angolo NO altra elegante anforetta attica nera,
del tipo detto di Nola, a. cm. 30 3/4, colla bocca
chiusa da una saliera nera capovolta.

Sotto i manichi tricostolati elegante palmetta io-
nica: A) Garzono di tipo quasi androginico dalla
lunga chioma muliebre fluente sul dorso con corona
pavonazza a punti, nudo, il mantello avvolto al braccio
sin. proteso, nel gesto dell'stpamig, insegue, brandendo
una bipenne (rrs'Xsxvg) un individuo barbuto, nudo,
coronato, che fugge quasi ginocchioni, rivolgendo la
testa spaventata. Tra le due figure in alto segni let-
terali senza significato. E Apollo che insegue Tityos.
Lo schema è quello fondamentale della pittura rossa,
con soppressione di qualche persona, con modificazione
delle armi. In Reinach (Iìeperloire, I, p. 70), Apollo
adopera l'arco ed è presente Latona o Gaia; nel cra-
tere del Louvre (Ibidem, I, p. 245) Gaia è già col-
pita dalle freccio ed Apollo cala un fendente di spada
sul caduto. Nel nostro vaso invece la scena è ridotta
ai minimi termini, con due soli personaggi, i prota-
gonisti, nello schema tradizionale della pittura rossa,
e con una nuova variante nell'arma di cui ò munito
il dio (tav. X a) ; si badi alla posa di Tityos, che ram-
menta il cosidetto Dioneo di Monaco e la statua di
Subiaco. B) Figura di efebo mantellato incedente a
sin. appoggiato ad un bastone ; davanti alla figura de-
triti di lettere senza senso.

Dentro la cassa giaceva uno scheletro col cranio
ad E ; alla mano d., e precisamente ammassatti sotto
ed intorno alle falangi, erano deposti i seguenti vasi :
Alabastron di alabastro rotto 1. cm. 12. Lucerna aperta
ombelicata nero-rossa. Piccola pelike a f. r. a. cm. 27,
intatta e ben chiusa da uno scodellino grezzo. A) ri-
quadro chiuso in alto da archetti con foglie lanceolate,
ed ai fianchi da una spezzata a punti. Un garzono dal
torace nudo, seduto sopra una roccia, protendo le
braccia ad una colonnetta su cui un gallo ; al lato
opposto altro garzone mantellato in piedi, con bastone,
confabula col primo, al di sopra del quale è scritto
KAVOS (tav. Xb). .

Il carattere erotico della scena, qui determinato
dalla presenza del gallo, è meglio chiarito dalla coppa
di Monaco, Jahn, Vasensammlung zu Milachen, n. 804,
dove degli adulti offrono doni (gallo, lepre, ramo) a
dei giovanetti, con uno scopo evidente. B) Tozza
figura di giovane mantellato incedente con passo vi-
vace poggiato ad un bastone.

Il contenuto di questo sepolcro ha un significato per
la presenza contemporanea di vasi dello stile nero e rosso.
 
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