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nuovi stcd'i e scoperte in gortyna

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schizzo alla fig. 13, dove i punti d'incontro del vec-
chio col nuovo neH'euthynteria (e) e nei gradini (g, h)
sono indicati da linee più grasse, e dove spiccano anche
le differenze così nel fondamento (f) come nello strato
di pietre soprastanti al secondo gradino, le quali
nel tratto a sinistra dell'estrema pietra inscritta di
cui sopra, so;o assai più basse di essa, perchè

A

Fig. 15. — Pianta del tempio

riferibile al III sec. a. Cr., in cui si mantiene ancora
l'antica semplicità del materiale, e da questa forma
ad un'altra ancor più antica che è la primitiva e sem-
plicissima, vale a dire una cella rettangolare conte-
nuta fra quattro muri. Queste tre fasi dell'edifìcio
sono rispettivamente rappresentate nelle tre piante
fig. 3 e fig. 15, a e b.

B

;ivo (A) e del tempio ellenistico (B).

questo appunto è io strato che nella facciata dovette
trasformarsi in terzo gradino o meglio in stilobate pel-
le mezze colonne ('). Ecco l'origine del terzo gradino
nella facciata, in discordanza cogli altri lati; ed ecco
che ora anche si comprende come la porta, squarciato
lo stilobate, siasi aperta necessariamente ad un livello
assai più basso di questo, vale a dire in corrispon-
denza con la soglia della porta preesistente della cella;
donde risulta un difetto di costruzione assai strano e
sensibilissimo all'occhio.

Così per via di eliminazione si passa dalla forma
attuale del tempio, dovuta ai tempi romani, attestati
anche dal lusso dei marmi, ad una forma anteriore

(') La prima pietra del tratto a sinistra dell'orthostatc
che è fornito d'iscrizioni si vede punteggiata nella fig. 13
perchè non fu trovata, forse a causa dei precedenti frtigamenti
dei contadini. I disegni delle figg. 13 e 14 sono opera di Enrico
Stefani; il primo rifatto su quello già edito da Halbherr loc.
cit., il secondo eseguito ex novo.

Inoltre - cosa notevole - ognuna di esse, come si è
veduto, è accompagnata, anzi documentata da numerose
iscrizioni. Quelle della fase più antica, risalgono al VI e
in parte anche al VII secolo a. Cr. (') e stabiliscono quindi
il termimts ante quem per la costruzione del santuario
che pertanto è antichissimo, appunto come lo designava
già la tradizione letteraria.

E proprio per mezzo delle iscrizioni incise nel-
l'esterno dei muri potè lo Halbherr determinare i parti-
colari della costruzione primitiva. Come dissi, oltre alla
crepzs, rimasta intatta nel rimaneggiamento romano,
anche alcune pietre orthostate con iscrizioni si trova-

(') Così Comparttti ed Halbherr; De Sanctis (v. appresso)
abbasserebbe la data delle più antiche al VI sec, ciò che non
mi sembra accettabile anche per le caratteristiche della fab-
brica, di cui ora diremo. I blocchi inscritti rinvenuti nei primi
scavi sono 156 oltre parecchi frammenti minori, ai quali ora
debbono aggiungersi altri 15 trovati nell'ultimo scavo, editi
dal De Sanctis qui appresso p. 304 segg.
 
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