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CENNI SULLA TOPOGRAFIA DI IMKRA

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Può darsi che altri brevi tratti di muri megali-
tici fossero stati innalzati per sbarrare le due grandi
spaccature che interrompono la balza di oriente del
monte, e che ora costituiscono due ripide gole che
permettono di arrivare al cacume, come si rileva dallo
schizzo prospettico qui inserito, fig. 12. La gola di

Superando l'erta si arriva al cacume che è alquanto
spianato e porta i ruderi di una chiesa antica. Alcuni
enormi massi lasciati sul posto dal popolo che livellò
lo spianato (') formano come una discontinua mura-
glia su parte del ciglione, come rilevasi dalla fig. 14
qui inserita.

d. Gran niuró'n'egjTi.rrta
h, Avanzi Ji ahi-" mura

C 0 rotta del Drag o
d-Jidrnfitt OJ/rolCtX

e. /fico vtcè laàCi'OJii

Fig. 12. — Schizzo prospettico del monte Castellaccio visto dal lato di Imera.

sinistra è più stretta ed è molto difficile a superarsi :
quella, di destra è più ampia, meno erta, sebbene fra-
stagliata da massi, e permette di superare la balza
alta circa 30 metri.

Salendo questa gola si trova, sulla sinistra, una
spaccatura trasversale nella roccia, che si allarga in
basso, così da formare una grotta à padiglione che i
naturali del luogo chiamano grotta del Drago. Questa
grotta ha la curiosa particolarità di avere all'ingresso
un enorme masso informe, posto a guisa di archi-
trave (*), allo scopo evidente di sostenere altri massi
che chiudevano a guisa di timpano la parte superiore
del vano. (V. lìg. 13 qui inserita). La grotta si stende
alquanti metri in discesa, è ingombra di molti massi,
e raccoglie in basso l'acqua piovana di un tratto della
pendice (2).

preoccupazione per orizzontalità degli strati; 2. Mocchi irre-
golari di grandi dimensioni; 3. piccoli massi incastrati nei
vuoti dei grandi; 4. scalpellamelo della faccia esteriore.

(') Questo architrave ha le dimensioni di m. 2,70 X 0,65
X 1,10 e puossi ritenere che pesi poco meno di 5 tonnellate.

Anche due altre grotte più piccole aventi origine da spac-
cature, si trovano nel versante orientale presso un'antica rampa
e portano in alto una parziale chiusura con grandiosi Hocchi
posati ad arte. Anche queste grotte meriterehbero una esplo-
razione.

(2) Evidentemente questa grotta era dentro la precinzione
della acropoli ed aveva una qualche destinazione. Sorprende lo
industri lavoro adoperato per mettere in sito l'enorme archi-

Nella tav.XV si riproduce tutta la pittoresca balza

Fig. 13. — Ingresso della grotta del Drago.

nord del monte Castellaccio, la quale fa seguito al

trave. Il fondo è pieno di terriccio e di massi caduti certo
dalla chiusura superiore. Nel 1877 tentai di fare in poche ore
un saggio nel terreno, ma mi arrestai di fronte alla difficolta
di smuovere i massi. Io sono indotto a credere che in epoca
remota la spaccatura arrivasse sino alle acque latenti nella
massa calcare, la quale deve costituire un bacino acquifero
chiuso fra le argille scagliose che circondano il monte. Queste
acque hanno sfogo nell'angolo nord-est della china dove in atto
esiste una sorgiva.

(») Il calcare titonico sulla sommità del monte doveva es-
 
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