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569

RICERCHE NEL LUOGO DELL'ANTICA ADULIS

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III. I modesti nostri scavi non ci diedero alcun
elemento per decidere la grave questione del sorgere

xat nàarjs §aaàuag (Top. Christ. ed. Montfaucon, in Collectio
nova palrum, II, 148).

Sarebbe però, a mio credere, falso concludere, che Cosma
non ha visto in Adulis altro che monete romane, e che perciò
tutte le monete axumite, o per lo meno le auree, siano poste-
riori al principio del VI sec, quando egli viaggiava per il Mar
Rosso. Molti altri fatti ci obbligano, mi sembra, a respingere
questa ipotesi.

I. Di quarantadue monete d'oro (quaranta trovate da noi,
due dal dott. SundstrOm) una d'argento e circa quattrocento di
bronzo raccolte in Adulis a varie profondità non una sembra
essere romana (Dico sembra essere per eccesso di cautela, avuto
riguardo allo stato disperato in cui si trovano molte delle mo-
nete di bronzo). Ora se fino al sesto secolo non fosse corsa in
paese altra moneta che l'imperiale romana, qualche esempio se
ne sarebbe pur dovuto trovare.

II. Le monete d'oro da noi trovate appartengono a nove
tipi, recano i nomi di otto re diversi, una è anonima, e segnano
indubbiamente una successione di qualche secolo nella storia
dell'impero axumita. Tutte hanno leggenda greca, e questo fatto
non è privo d'interesse, come sembrerebbe alla prima. Perchè
è vero, che anche oggi corrono in Abissinia monete con una
leggenda che nessuno capisce (i talleri di Maria Teresa con iscri-
zione latina) ma siccome di monete axumite abbiamo anche
delle serie con leggenda etiopica, bisogna supporre, che esse
siano state sostituite a quelle a leggenda greca, quando sia
sull'altipiano etiopico, sia sulle coste eritree il greco non era
più inteso, e la lingua etiopica, già priva di scrittura avea
costituito un proprio segnano (').

Ora nel 640 gli Arabi s'impadroniscono dell'Egitto, e si
può star sicuri, che da quel tempo, se non anche prima, il greco
non fu più la lìngua franca delle coste del Mar Rosso. E in-
vero già agli inizi del secolo VI il prefetto di Adulis Astas ri-
chiesto dal re di Axum Elesbaan di una copia delle iscrizioni
del trono, la commette a due greci alessandrini a Cosma e al
suo compagno Mena, evidentemente perchè sia egli che i suoi
non dovevano avere grande dimestichezza col greco. Sicché se
la coniazione d'oro axumita non fosse ancora cominciata ai
tempi di Cosma Indicopleuste, la ricca serie di monete a leg-
genda greca di cui il Sundstrom e noi abbiamo con piccoli
saggi ritrovato per lo meno otto re (non ho tenuto conto
che delle monete d'oro) dovrebbe essere cominciata dopo il 520
all'incirca e finita circa il 640, e sarebbe stata in essa adottata
una lingua che ormai già da pochi era compresa.

III. Delle nostre monete d'oro una è certamente, un'altra
probabilmente pagana. Sicché il paganesimo sarebbe rimasto
religione dello Stato etiopico sin dopo il viaggio di Cosma Indi-
copleuste, e la predicazione cristiana sarebbe cominciata in
Etiopia presso a poco nel tempo in cui dapertutto altrove essa
cedeva il passo alla propaganda musulmana. Ora anche trascu-
rando le incerte tradizioni che al cristianesimo d'Etiopia attri-
buiscono più remote origini, occorre ricordare che un re Aeizanas
di Etiopia, al quale scrive Costanzo imperatore nell'anno 356,
è cristiano (2).

(1) Il Conti Rossini ritiene non esatto, che la coniazione a leggenda etio-
pica sia posteriore a quella a leggenda greca (Bull, della soc. geogr., 1900,
p. 114). Egli però limita questa sua osservazione al secolo VI; ora non è difficile
che tra le monete da noi trovate ve ne siano di più antiche.

(2) Athanasins, Apologia ad Const. imp., XXXI. Il Dillmann (Zur Gesckic/Ue
des axumitischen Reichs. in Abhandl. der Berlin. Akad., 1880, p. 11 seg.) ri-
piene che l'Aeizanas cristiano cui scrive l'imperatore Costanzo sia lo stesso Aeiza?

della religione cristiana in Etiopia ('). Certo nel pe-
riodo cristiano la città continuò a vivere e ad eser-
citare attivi commerci, sebbene la miseria delle casu-
pole inorganicamente costruite e mesebinamente ad-
dossate a edifici anteriori, ci mostri, ebe anche essa
risentiva della grave crisi dell' impero romano. Natu-
ralmente il perdurare in quel luogo di una popola-
zione che immiseriva, andò a scapito degli edifici eretti
nel periodo anteriore.

Come più volte abbiamo detto, la vita della città
subì in quel tempo una brusca sospensione ; gli abi-
tanti dovettero fuggire, lasciando nelle case anche og-
getti preziosi. Per un certo tempo la città fu abban-
donata, la rovina di molti edifici o per lo meno delle
loro parti più alte, e l'insabbiamento dovuto al vento
e a qualche inondazione dello Haddàs rialzò note-
volmente il livello del suolo A qual tempo si
debba ascrivere questa catastrofe, ritengo sia immaturo
dire ; potrà forse darci elementi lo studio delle mo-
nete e la loro datazione, se sarà possibile assegnarla.

IV. La breve ripresa segna un periodo di miseria;
sembra si debbano ad essa ascrivere la chiesetta minore,
il gruppo di ambienti v, v, v nello scavo sulle rive
dello Haddàs, alcune costruzioni parte in pietra parte
in legno o paglia come la casupola a ovest dell'ara
con la tettoia sorretta da una colonna (p. 480) e le

nas pagano dell'iscrizione C. I. 67., 5128 sicché proprio sotto quel re sarebhe,
secondo lui, il cristianesimo penetrato, 0 per lo meno divenuto culto ufficiale
nel regno axumita.

IV. Gli strati dai quali alcune di queste monete si ebbero,
contengono materiale che è difficile attribuire al VI sec. d. Cr.

V. La notizia data da Cosma non si verifica esatta per
altri paesi, così i Sassanidi di Persia, alcuni cupi germani (Ri-
cimero, Odoacre, ecc.) coniavano per loro conto già prima che
egli scrivesse (cfr. Hultsch, Griech. uni Róm. Metrologie,
p. 329 e le citazioni ch'egli porta).

Mi sembra pertanto, che la notizia di Cosma debba essere
intesa nel senso, che la moneta romana era al suo tempo ac-
cettata in tutto il mondo, come ora in tutto il mondo è accet-
tata la sterlina. Cosma, esercitando la sua mercatura, poteva
anche pagare ed esigere i pagamenti in tale moneta, per questo
egli non avrebbe conservato memoria della serie monetale in-
dipendente d'un povero paese.

(') Cfr. su questo Dillmann, Zur Geschichte des axum.
Reichs im vierten bis sechsten Jahrhundert in Abhandl der
Berlin. Akad. 1880, p. 1.

(2) Che lo Haddàs portasse anticamente molta più acqua
al mare è probabile, dato il fenomeno ben noto e constatato
di progressivo essiccamento, che sembra subire il continente
africano.
 
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