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NDOVE ANTICHITÀ DI GELA

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o violette. Gli uccelli volanti che segnano l'aria libera, l'apogeo della pittura vascolare greca, e che vennero
quelli in riposo e forse la serpe che denotano il suolo, invece in gran numero dalle necropoli dell'Etruria.
sono tolti dall'arte ionica; ionica od insulare è forse Ambedue sono state acquistate nel commercio an-
la forma stessa della kelebe. Infine il grifo-uccello, tiquario locale; per la maggiore (II) non fu possi-
li yqvxp ccstóg, è assai più comune sui corinzi del grifo- bile conoscere, se provenisse dai gruppi sepolcrali di
leone, laddove esso manca nei vasi calcidesi ed è Capo Soprano, il che per ragioni cronologiche sembra
estremamente raro negli attico-arcaici. Il tipo di ori- poco probabile, ovvero da quelli del Borgo e fini-

Pio. 3.

gine certamente asiatica venne nel sec. VII adottato
dagli Ioni dell'Asia Minore, donde passò con altri
elementi nel patrimonio decorativo della pittura co-
rinzia.

III.

Due coppe attiche a figure nere.

Le due coppe, che veggonsi riprodotte nello
insieme e nei particolari alle figure che seguono,
esprimono una forma vascolare assai debolmente rap-
presentata così in Gela come nelle altre necropoli
greche della Sicilia, dove, è cosa da tempo nota,
scarseggiano quanto mai le tazze figurate, e fanno
assolutamente difetto quei grandiosi e superbi esem-
plari di stile nero, e più, rosso, che rappresentano

timi ; o, in ultima ipotesi, dalle contrade suburbane
ad oriente della città. Per la minore (I) pare invece
assicurata la origine da questi ultimi siti. Che questa
provenga da un sepolcro a cremazione chiaramente lo
dice la tinta assunta dalla creta, la quale, anziché
essere, nelle parti non dipinte, di un rosso corallino
più o meno acceso, ha assunto un tono cupo o smorto,
dipendente appunto dall'intensa azione del fuoco del-
l'ustrino, che ha fatto subire quasi una seconda cot-
tura. Anzi il tono varia a seconda dei numerosi
frammenti, onde è stata ricostrutta; perchè, ridotta
in copiosi pezzetti, lasciandola sui resti ancora incan-
descenti del rogo, quelli assunsero un diverso grado
di colorazione e di cottura.

I. (fig. 4). Piccola coppa attico-arcaica a f. n. col
bacino echiniforme e la gola debolmente accennata sotto
il breve labbro; manca completamente di gamho, ed
 
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